CAMPAGNA ODIAMO GLI SPRECHI EON
Odiamo gli sprechi: il verbo è forte, fortissimo, ma ha una sua forza che bisogna riconoscere. Tanto da essere diventato lo slogan di una campagna di marketing promossa da un grande gruppo energetico, il francese Eon che in Italia ha dalla sua parte 700mila clienti.
Partiamo dalla domanda: perchè bisogna “odiare” lo spreco? Potrei rispondere con l’etimologia della parola, che risale al greco otheo (respingere) e al latino odium (rifiuto). In entrambi i casi una reazione attiva, una forma di disprezzo, di fronte a qualcosa che ci danneggia in modo profondo, individualmente e collettivamente. Dobbiamo “odiare” gli sprechi per il male che ci fanno, dentro e fuori, in quanto colpiscono il portafoglio ma prima ancora l’anima, trascinandoci nel buio dell`indifferenza, del considerare non solo le cose, ma anche le persone, soltanto scarti, come ci ricorda spesso, indignato, Papa Francesco. Scarti che non meritano cura, attenzione, rispetto, e come tali devono diventare spreco.
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Al contrario, come sosteniamo da sempre su questo sito, Non sprecare è un verbo rivoluzionario (e questa rivoluzione è ormai in atto in Italia, con un impatto fortissimo sui nostri stili di vita, e senza che la politica l’abbia minimamente capito), che evoca una nuova crescita economica, nuovi consumi, responsabili e sostenibili, nuove opportunità di lavoro e di benessere. Per tutti. E non per il club dei soliti noti.
E la conferma di quanto Non sprecare possa essere una leva di crescita economica, e perfino di un nuovo modello di sviluppo, l’ho avuta parlando a Milano della campagna di Eon, Odiamo gli sprechi, realizzata dall`agenzia M&C Saatchi, con l’amministratore delegato della società, Péter Ilyés, la sociologa Lella Mazzoli e la giornalista Filippa Lagerback. Mentre parlavamo degli sprechi, materiali e immateriali, mi sono chiesto: Per quale motivo una grande società che vende energia dovrebbe essere interessata, dal suo punto di vista, a ridurre proprio gli sprechi energetici, che valgono consumi e quindi ricavi? Visto che Eon non è diventata una Onlus che si dedica al volontariato, stile Caritas o San Vincenzo dei Paoli, ma resta un grande gruppo mondiale che deve fare ricavi e utili, è evidente che “odiare” gli sprechi conviene anche a loro. E conviene tanto. Eon, infatti, è in grado attraverso un semplice passaggio sul web di fare un check-up energetico in tutte le case e scoprire dove ci sono gli sprechi. Non esiste una strada migliore e più efficace, oggi, per catturare nuovi e vecchi clienti, tanto che Eon punta a sfondare il tetto di 1 milione di consumatori in Italia. Ancora: il gruppo francese, come ormai tutte le grandi società energetiche che coniugano innovazione e cambiamento degli stili di vita, sta cavalcando gli impianti di energia rinnovabile, che fornisce “chiavi in mano” garantendo al cliente di ammortizzare il costo della nuova installazione, con una netta riduzione dei costi e dei consumi, entro otto anni. Da quel momento, in pratica il consumatore ha l’energia gratis e se è bravo, può anche venderla sul mercato.
Non vi sfugge, a questo punto, il filo rosso che lega singoli comportamenti (perchè dobbiamo essere così stupidi nel mondo da gettare 60 miliardi di euro l`anno per non eliminare lo standby?), interessi individuali (più risparmio e meno inquinamento in casa), collettivi (un ambiente migliore per tutti, e meno sprechi, per esempio con l`illuminazione pubblica sbagliata, significano più risorse per investimenti e servizi), economici (le aziende che investono e scommettono sulla lotta agli sprechi). Non vi sembrano i contorni di un grande e utile cambiamento? La rivoluzione Non sprecare, appunto, in un’Italia dove ormai, zitti zitti, 8.047 comuni hanno almeno un impianto da fonti rinnovabili. Ci siamo, ed è giusto che, con la campagna Odiamo gli sprechi, sia stata lanciata anche la Giornata contro gli sprechi energetici: il 13 dicembre. Fissiamo questa data nel nostro calendario.
(L’immagine è tratta dalla pagina Facebook di E.On Italia)
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