Carità: fatela con discrezione e amore

Niente ostentazione e tanta umiltà. Altrimenti la carità diventa finta. E non ci sono solo gli aiuti materiali, ma anche il sostegno a persone sole o infelici

Carità

Ogni volta che pensiamo alla carità la abbiniamo alla dottrina religiosa, come se dietro questa parola, che in realtà sottintende uno stile di vita, ci sia esclusivamente una scelta di fede. Certo: la carità, con la fede e con la speranza, è una delle tre virtù teologali, quelle che collegano direttamente l’uomo a Dio. Ma proviamo, prima di ritornare poi sul significato religioso e sul modo con il quale si fa la carità, a laicizzare il suo valore.

CARITÀ

L’etimologia proietta la carità in una direzione precisa: l’attenzione, non superficiale, ma profonda, per l’altro. Deriva dal latino caritas , che la Treccani traduce come amore e affetto, e dall’aggettivo carus, caro. Dunque la carità è uno sguardo, prima ancora di un aiuto materiale. Un antidoto al grande spreco dell’indifferenza, del narcisismo, dell’autoreferenzialità. La carità quasi ci costringe a guardare oltre, a sollevare l’occhio dal nostro ombelico.

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COME FARE LA CARITÀ

Dallo sguardo al gesto. Dare dei soldi al povero, l’elemosina, per capirci, è un gesto di carità, sicuramente. Meglio ancora se lo facciamo rinunciando a qualcosa, con assoluta generosità, oppure, come è molto radicato nella cultura anglosassone, restituendo a qualcuno ciò che noi abbiamo avuto in abbondanza nel corso della vita. Ma il gesto della carità è anche quello di ascoltare l’amico in difficoltà, sebbene sia petulante e ansioso, come Lello Arena che tormentava Massimo Troisi con le sue pene d’amore in un esilarante film, elegia dell’ironica leggerezza napoletana. E l’ascolto caritevole non è passivo, non indulge alla compassione, ma ha una sua attività, e serve a scuotere l’altro, standogli vicino.

ESEMPI DELLA CARITÀ

A volte la carità è un sorriso, un abbraccio, un bacio con le labbra che si espandono per manifestare il nostro affetto. Una medicina naturale che possiamo offrire, ricevendo tanto in contropartita, rispetto a ciò che davvero diamo, a chi, per esempio, soffre per il male oscuro della solitudine. La carità è sapersi fermare, non stare inchiodati all’orologio, alla fretta, al tempo che scorre troppo veloce, nella nostra ansia da presentisti incalliti. La carità ha una sua espansione che ci costringe a indulgere, a soffermarci, sulle persone, sulle cose, sugli stati d’animo. E la carità è anche un gesto di umiltà, uno stile che nella sua semplicità aiuta ad unire, e allontana lo spettro delle divisioni. In questo senso la carità è incompatibile con qualsiasi forma di violenza, di conflitto, di intolleranza. Di repulsione per l’altro.

LA CARITÀ NELLA BIBBIA

Tornando alla dimensione religiosa, invece, possiamo avere la risposta alla domanda Come non si fa la carità. In una lettera ai Corinzi, San Paolo dice testualmente: «La carità è magnanima, benevola. Non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non cerca il proprio interesse, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità».  Se pensate per un attimo, come in un flasback, a tutte le volte che siete stati testimoni, comparse o protagonisti di cerimonie o attività legate alla carità, intesa innanzitutto come raccolta fondi, afferrate al volo l’attualità e il valore delle parole di San Paolo. Non ci si può gonfiare il petto esibendo il gesto della carità: quello è self marketing, non amore. La carità ha una sua discrezione che dobbiamo preservare, ed è nel silenzio che produce i migliori risultati. In Italia ci sono quasi 7 milioni di persone, donne e uomini, che svolgono azioni di puro volontariato, attraverso oltre 44 mila associazioni: molti di loro non raccontano l’esperienza di volontari neanche in famiglia, e la vivono nell’assoluto senso del pudore. Purtroppo, e questo è l’unico anello debole di un patrimonio umano dell’Italia unico al mondo, l’età media dei nostro volontari, donne e uomini che ogni giorni declinano la carità, è di 48 anni. Forse ai giovani la carità interessa poco, troppo poco.

CARITÀ FRASI CELEBRI

  • <La carità che non costa niente il cielo l’ignora> Honoré de Balzac

Il grande scrittore francese, scalpellista letterario di uomini e donne universali, conosceva bene le sofferenze delle persone. E quanto avvicinarsi a loro, con lo spirito di chi intende fare della carità, non solo materiale, non sia, possiamo dire, un’operazione a costo zero. Il prezzo è quello che si paga per condividere un dolore. Un prezzo alto, che però viene ripagato dal valore inestimabile dell’amore.

 

  • <Insegnami la dolcezza, ispirandomi la carità> Sant’Agostino

Con questa preghiera rivolta direttamente a Dio, Sant’Agostino connetteva la dolcezza alla carità. La benevolenza e l’attenzione che scaturiscono dalla carità sono gesti dolci, delicati, di persone che hanno una sensibilità molto particolare.

 

  • <La vera carità è simile alla rugiada del cielo, cade senza rumore nel seno degli infelici> Filippo Panati

Verso di straordinaria potenza lirica, di un poeta che sottolinea quanto la carità abbia bisogno di discrezione, di morbidezza, di pazienza. Tutto il contrario dell’ostentazione con la quale in tanti pensano di praticarla.

 

  • <Quella sorta di intelligenza che fa nascere in un uomo la carità, il rispetto per i più infelici> Bernard Malamud

C’è un elemento di pura razionalità nella carità: è l’uso dell’intelligenza, che ci avvicina agli altri. Evitando qualsiasi forma di prevaricazione, in privato, come in pubblico. È un’intelligenza limpida, pulita che significa anche rispetto per chi non ha la nostra fortuna.

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