L’allarme è stato lanciato da una ricerca dell’Università La sapienza di Roma, in collaborazione con l’Inail, pubblicata sulla rivista Foods: la carta da forno, un prodotto molto usato in tutte le cucine degli italiani, può contenere due tipi di contaminanti, ovvero gli organifosfati (Ope) che sono utilizzati come plastificanti e ritardanti di fiamma, e i famosi Pfas, che hanno impatto significativo sia sull’ambiente sia su possibili rischi per la salute.
Che cosa hanno scoperto di preoccupante i ricercatori? Il fatto che queste due sostanze potrebbero trasferirsi dalla carta da forno agli alimenti, specie se la cottura avviene ad alte temperature. E stiamo parlando di sostanze potenzialmente tossiche.
Ma a questo punto sono gli stessi ricercatori a indicare la soluzione, con alcuni semplici accorgimenti da seguire:
- Non usare la carte da forno per troppo tempo a temperature elevate, oltre i 200 gradi, e in particolare con cibi grassi o acidi. Inoltre la carta da forno, quando le temperature sono molto alte e l’uso molto prolungato, può anche bruciare o diventare molto fragile.
- Si possono scegliere alcune alternative alla classica carta da forno: per esempio ungere le teglie con oli naturali. Oppure usare dei tappetini in silicone alimentare certificato.
- Cercare prodotti, e ci sono, di carte da forno che non contengono Pfas. Questo lo si scopre facilmente dalla lettura delle etichette.
- Optare sempre per una carta da forno di buona qualità.
- No riutilizzare mai la carta da forno, e semmai riciclarla, in quanto il calore e l’usura possono aumentare i rischi collegati al rilascio di sostanze chimiche.
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