CARTELLONI A FAVORE DELL’ACCOGLIENZA
Di padre in figlio: ad Acquaformosa l’accoglienza si tramanda di generazione in generazione. In questo paese ai piedi del monte Pollino, infatti, “nessuno è straniero“, tanto che lo hanno voluto scrivere su sei cartelli all’ingresso della cittadina in segno di apertura, in un epoca di muri e fili spinati. A realizzare i manifesti, che raffigurano quattro donne di diverse tradizioni culturali che si tengono per mano, sono stati i bambini di una delle scuole del paese che, a causa dello spopolamento, ha rischiato di esser chiusa. Senza degli immigrati, provenienti da vari Paesi, dal Mali alla Somalia, dalla Nigeria alla Siria, e all’impegno di Comune e ministero degli Interni, infatti, questo borgo calabrese, in provincia di Cosenza, rischierebbe di diventare progressivamente un paese fantasma, come tanti altri in Italia.
LEGGI ANCHE: Borghi, aperta la corsa per rilanciarli. Bonus, donazioni, tagli fiscali e progetti Fai. Tutto per farli tornare a vivere (foto)
INTEGRAZIONE MIGRANTI ACQUAFORMOSA
Come tante cittadine di provincia, anche Acquaformosa è vittima dell’emigrazione verso zone con più lavoro e dell’invecchiamento della popolazione. Problemi a cui, però, il borgo in provincia di Cosenza ha saputo far fronte già centinaia di anni fa. In questa cittadina, infatti, nel ‘400 arrivò una comunità di albanesi che contribuì al suo ripopolamento, tanto che il paese è conosciuto anche in lingua arbereshe con il nome Firmoza. Motivo per il quale non ci poteva essere terreno più fertile dove coltivare l’integrazione, a partire da i più piccoli. Così l’amministrazione ha indetto un concorso tra le scuole di cinque paesi della zona, tutti di tradizione arbreshe, dal quale è nato lo slogan: ‘Qui nessuno è straniero’. Per accompagnare la frase i ragazzi hanno pensato di disegnare delle donne che potessero rappresentare dei simboli di pace, in un periodo di cui aprirsi all’accoglienza diventa sempre più difficile.
PROGGETTI INTEGRAZIONE MIGRANTI
Il motto ideato dai ragazzi sarà sugli scudi anche del festival che “Festival delle migrazioni”, che si terrà in paese dal 22 al 26 agosto. Si tratta di un appuntamento culturale ormai consolidato che, lo scorso anno, ha conosciuto un momento di forte portata simbolica con l’abbraccio tra il vescovo di Cassano allo Jonio, monsignor Francesco Savino, e l’imam di Acquaformosa, Ahmed Berrou. Un gesto semplice che spiega bene come fratellanza e e integrazione alle pendici del Pollino continuino a trovare terreno fertile dove proliferare.
Le foto sono tratte dalla pagina Facebook dell’Associazione Don Vincenzo Matrangolo- Acquaformosa
STORIE DI INTEGRAZIONE
A Venezia c’è un ristorante etnico che con il buon cibo fa integrazione
Libri in 25 lingue per fare integrazione, la storia della Biblioteca Interculturale di Roma
Accoglienza immigrati: l’integrazione inizia con il co-housing. Le storie di Ibrahim e Mursal
Cioccolato e integrazione, la casa Don Puglisi promuove l’emancipazione delle giovani mamme
Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
- Iscriviti alla nostra Newsletter cliccando qui;
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite;
- Seguici su Facebook, Instagram e Pinterest.