Cartiera Pirinoli, gli operai la salvano e la trasformano in un gioiello dell’industria circolare

A Roccavione, nel cuneese, c'è una cartiera che è diventata eccellenza del made in Italy e dell'economia circolare. Recuperano e riusano fino al 95% dell'acqua, autoproducono energia e la quasi totalità della cellulosa arriva dal riciclo della carta

cartiera pirinoli economia circolare 1

Operai della cartiera, unitevi. Così, parafrasando una celebre frase di Karl Marx e adattandola, possiamo sintetizzare la vicenda della Cartiera Pirinoli, salvata dal fallimento proprio dai suoi operai riuniti in cooperativa con l’aiuto dell’ex direttore, in piena ripresa dell’attività. Un altro pezzo pregiato di industria italiana che stava per essere sprecato a causa della cecità del management e della crisi economica.

CARTIERA PIRINOLI ECONOMIA CIRCOLARE

Dipendenti e operai, però, spesso ben più lucidi e organizzati di chi li dirige, si sono rimboccati le maniche, hanno messo su un bel progetto solido e grazie alla legge Marcora hanno permesso alla fabbrica di ripartire. Con slancio.

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PIRINOLI, CARTIERA MODELLO

Siamo nel Cuneese, a Roccavione, e la cartiera è un pezzo d’epoca nel tessuto industriale di questa zona: in attività da 150 anni, produce carta “foglio per foglio” (come si fregiano di raccontare) senza subire nessuna battuta d’arresto dal 1872 ai primi anni del 2000, persino durante le due guerre, e oggi è un simbolo non solo del cuore e della passione del made in Italy, ma anche di una produzione di qualità e profondamente attenta alla sostenibilità ambientale.

Il fiore all’occhiello della cartiera, è infatti un atteggiamento etico e responsabile nei confronti dell’ambiente e dell’uso delle risorse, in piena adesione ai principi della green economy e dell’economia circolare. Dalle materie prime, provenienti dalla raccolta differenziata, all’energia utilizzata, fino al filtraggio e al riuso delle acque impiegate nei processi di produzione. Ogni aspetto della catena di montaggio è perfettamente sostenibile, progettato e pensato in modo da avere il minor impatto possibile sull’ambiente.

settanta operai impiegati nella produzione del cartoncino da imballaggio 100 per cento riciclabile, assicurano, lavorano in una cortina di vapore acqueo molto caldo, che fa sembrare la cartiera un microclima a se’, quasi tropicale. Tuttavia è proprio l’acqua, oltre alla cellulosa, la materia prima fondamentale per lavorare la carta, e verrebbe da pensare allo sfruttamento estremo e massivo delle fonti di acqua del circondario, come il vicino torrente Gesso. Niente di più sbagliato: con un sapiente sistema di filtraggio e reimmissione in circolo l’acqua appena uscita dal ciclo produttivo viene depurata, filtrata e pulita ed è subito pronta per rientrare nel ciclo successivo. Ciò permette alla cartiera di recuperare il 95% dell’acqua, prelevando solo il 5% da fonti esterne.

CARTIERA PIRINOLI

Anche la cellulosa, la materia prima con cui produrre il cartoncino da imballaggio, deriva principalmente dai maceri, da enormi balle di cartone e carta riciclata, per cui una vecchia scatola di scarpe può diventare la nostra prossima scatola di pasta. Come? Con accordi stretti dal management con maceri e consorzi per il riciclo di carta e cartone, che forniscono alla Pirinoli balle di materiale da macero (per il 50% comprato direttamente dagli stampatori) che, attraverso un processo che si chiama feltrazione, danno come risultato finale il foglio pressato di cartoncino riciclato.
Per fare ciò una poltiglia di vecchia carta e cartone viene immessa in una macchina detta pulper, che la mescola con dell’acqua creando una pasta di cellulosa che poi viene pressata ed essiccata. A grandi linee.

Ne deriva un grandissimo utilizzo di energia, ma a Roccavione la sanno lunga: l’energia da utilizzare per il lungo e dispendioso processo produttivo arriva proprio dal vapore che è la risultante del processo precedente di miscela, in un circolo virtuoso che rende la cartiera energicamente autosufficiente.Il vapore, infatti, viene sfruttato grazie a una turbina per produrre tutta l’energia necessaria a permettere non solo il soddisfacimento del fabbisogno dell’impianto, ma a produrre anche dell’eccedenza, che viene venduta sul mercato libero.

La storia della cartiera Pirinoli è una storia di come sia possibile fare industria senza rincorse al ribasso sulla pelle degli operai e dell’ambiente, di come l’uso efficiente delle risorse funzioni eccome, e di come non si abbia bisogno di essere predatori nei confronti del mondo in cui viviamo per produrre prodotti di eccellenza. Dovrebbero invidiarci tutti queste perle di speranza.

(Immagine di copertina ed a corredo del testo sono di proprietà intellettuale del quotidiano La Stampa)

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