Rete delle Case di quartiere: a Torino un network per accogliere chi ne ha bisogno

Un progetto con nove spazi pubblici, riqualificati per dare servizi e assistenza a famiglie bisognose

casa del quartiere barriera di milano

RETE CASE DI QUARTIERE

La Rete Case di Quartiere a Torino è un network che comprende ben 9 progetti realizzati in diverse zone della città. A partire dalla famosa Casa del Quartiere Barriera di Milano in via Agliè, uno dei luoghi più famosi creati da questa associazione. L’iniziativa ha tanti meriti. Il primo è il recupero di spazi pubblici, altrimenti abbandonati e sprecati, e sottratti alla solita operazione commerciale (dal supermercato alla mini-lottizzazione), che vengono destinati a una funzione di solidarietà su territorio. All’interno delle Case di Quartiere di Torino ci sono servizi igienici, docce, ma anche sportelli sociali per assistere le persone nelle diverse pratiche burocratiche, dal permesso di soggiorno alla pensione. In origine, la presenza di bagni pubblici in Barriera di Milano era un’esigenza molto sentita, dal momento che la stragrande maggioranza delle abitazioni del quartiere erano prive di bagno. Si trattava quasi sempre delle cosiddette case di ringhiera, abitazioni popolari molto piccole che prevedevano un bagno in comune sul ballatoio: ecco perché la necessità di avere vasche da bagno e docce era particolarmente avvertita dagli operai che si erano accalcati nel quartiere per contribuire allo sviluppo industriale della città. Chiusi nei primi anni novanta per cessate esigenze, con l’arrivo massiccio di popolazione straniera a Barriera, a partire dai primi anni Duemila,  il rinnovato problema del sovraffollamento degli alloggi vede necessaria la riapertura dei bagni pubblici. I Bagni Pubblici di Via Agliè riaprono nel 2005, affidati in gestione a diverse cooperative sociali.

BAGNI PUBBLICI DI VIA AGLIÈ

Dal 2011  quelli di via Aglié sono affidati alla cooperativa Liberitutti tramite il consorzio di cooperative sociali Kairos. Oggi, oltre ad aver ripristinato il servizio docce, lo spazio dei bagni pubblici municipali si è aperto al quartiere: ai suoi abitanti, ai gruppi informali e alle associazioni, con l’obiettivo, raggiunto, di contribuire alla rivitalizzazione di Barriera di Milano. Un luogo “ibrido”che coinvolge attivamente gli abitanti, li accompagna nell’auto-organizzazione, sostiene le piccole associazioni di quartiere e favorisce le interazioni tra le comunità migranti e le reti di cittadini e cittadine. All’interno dei Bagni Pubblici sono attive più di 15 realtà, 20 volontari, una sartoria, un bistrot che si chiama Acqua Alta perché, come si legge nel sito della cooperativa, lì “nessun pesce è fuor d’acqua”: nessuno è escluso, nessuno resta fuori.

A partire dalle fasce più deboli del tessuto sociale del quartiere. Dai migranti, che hanno un posto non solo dove poter fare fronte ai propri bisogni ma anche, e soprattutto, potersi raccontare e integrare, agli anziani, che non solo fungono da nonni adottivi per i bambini delle famiglie straniere del quartiere ma che trovano uno spazio in cui sentirsi ancora attivi e stimolati. Dopo un progetto sperimentale di visite gratuite ai musei, per esempio, si è creato un gruppo di anziani che li visitano insieme, altri sono diventati volontari: alcune signore insegnano in un corso di italiano, un’altra, durante il lockdown ha cucito mascherine per tutte e tutti. Più nello specifico, il centro culturale di quartiere cerca di coinvolgere più persone possibili, anche coloro che hanno patologie ineurodegetative come il Parkinson sono seguite da due logopediste durante un corso di dizione per gli anziani che perdono l’uso della parola.
Chiunque può proporre attività e contribuire a rendere vivo il luogo, e i Bagni Pubblici stanno in piedi grazie a un mix tra le attività “commerciali”, il contributo pubblico annuale per la gestione delle docce, il sostegno della  Compagnia di San Paolo e la partecipazione a bandi e progetti. E poi, con tanto volontariato.

PER APPROFONDIRE: Shareradio, web-radio di quartiere inclusiva e plurale. Che racconta Milano al di là della retorica

CASA DI QUARTIERE BARRIERA TORINO

Nel 2015, la svolta: i Bagni Pubblici di Via Agliè si trasformano in “Casa di Quartiere”, promuovendo la nascita e la costruzione della Rete delle Case di Quartiere. All’inizio di questa avventura, lo scopo era di creare un luogo di aggregazione per Barriera, realtà multiculturale, eterogenea, piena di anziani soli e di famiglie con difficoltà economiche. Ora, l’obiettivo è di potenziare sempre di più l’incontro con altre case di quartiere della città di Torino, come spiega la responsabile dei Bagni, Erika Mattarella, in un’intervista al portale Italia che cambia: «Con le altre case del quartiere ci sentiamo ogni due settimane e seguiamo una serie di progetti insieme: lo scopo è duplice: promuovere il modello di casa del quartiere e lavorare su progetti comuni. Condividendo – continua – l’importanza di valorizzare il quartiere, di coinvolgere gli abitanti, di creare aggregazione».

(Immagine di copertina tratta dalla pagina Facebook dei Bagni Pubblici di Via Aglié)

STORIE DI QUARTIERE:

 

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