Case popolari nel centro di Firenze: 17 famiglie oggi vivono nell’ex carcere le Murate, a due passi da Santa Croce

Dopo lunghi anni di abbandono, il complesso che per 100 anni ha ospitato le prigioni cittadine, e che prima era un convento di clausura, è rinato grazie al comune e a un progetto di Renzo Piano. Un esempio vincente di riqualificazione urbana per rispondere all’emergenza abitativa

RIGENERAZIONE URBANA ED EMERGENZA ABITATIVA

CASE POPOLARI NEL CENTRO STORICO

Case popolari in uno dei centri storici più ambiti e amati al mondo. Da qualche mese il complesso ex carcerario delle “Murate” a Firenze ospita 17 famiglie all’interno di altrettanti appartamenti che si trovano a pochi passi da piazza Santa Croce, il cuore pulsante della città. Il progetto, finanziato dal comune, è un’iniziativa di riqualifica urbana e allo stesso tempo il tentativo di dare una risposta all’emergenza abitativa. Il tutto senza ricorrere al deleterio “modello ghetto”. Le case popolari infatti, nella stragrande maggioranza dei casi, sono nate ai confine della città in contesti di emarginazione non solo sociale ma anche geografica. Questo progetto, invece, punta a portare nel centro di Firenze famiglie in difficoltà attraverso la riqualifica di edifici abbandonati. Un modo per arricchire quartieri che altrimenti sarebbero ad esclusivo appannaggio dei più benestanti.

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MURATE FIRENZE

Oltre ad essere in pieno centro storico, queste case popolari hanno trovato posto in un edificio antico, dalla storia molto affascinante. Il complesso delle Murate è stato il carcere cittadino di Firenze dal 1883 al 1985. Prima, però, l’edificio, originario del quattrocento, era stato un monastero per monache di clausura che, i fiorentini erano soliti chiamare “Murate“, proprio per evidenziare la scelta radicale di queste donne. L’appellativo ha resistito ed ha attraversato i secoli fino ad arrivare ai giorni nostri quando finalmente il complesso ha ripreso vita. Dopo la chiusura del carcere, infatti, le Murate erano cadute in uno stato di totale abbandono. Condizione che è continuata per decenni e che è stata rivoluzionata grazie all’intervento del comune, di Casa spa, ed alla progettazione del grande architetto Renzo Piano. In questo modo è nato un vero e proprio quartiere in grado di ridisegnare la zone, mettendo in connessione gli inquilini degli alloggi con la vita del quartiere.

RIGENERAZIONE URBANA ED EMERGENZA ABITATIVA

Il complesso si estende per circa 3 ettari di aree libere ed edificate, ed è a pochi passi da piazza Santa Croce. Al suo interno sono stati realizzati 90 alloggi complessivi e 24 posti letto, ad uso foresteria, oltre a spazi per attività commerciali, servizi e attività culturali, una nuova strada pedonale pubblica e due nuove piazze, divenute centro di iniziative culturali e ricreative. L’obiettivo è mettere insieme generazioni diverse, anziani e giovani, ma anche funzioni e valori diversi. Per quanto riguarda la realizzazione degli alloggi, sono state accorpate le ex celle mediante l’introduzione di intelaiature in acciaio. La grandezza degli appartamenti varia da un minimo di 34 metri quadri a un massimo di 94 e ciascun alloggio è dotato di impianto autonomo e di uno domotico, in grado di ottimizzare l’utilizzo delle apparecchiature. Case popolari nate per risolvere un problema sociale, che strizzano l’occhio anche alla sostenibilità ambientale.

SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

All’interno delle case sono stati istallati anche dei sensori agli infissi, in grado di inibire il funzionamento del riscaldamento nel locale interessato, in caso di finestra aperta. Uno strumento utile per evitare sprechi e, allo stesso tempo, fornire dati utili per la ricerca. Le misurazioni, infatti, verranno inviate all’università di Firenze che rileverà temperatura, umidità ed eventuali anomalie di funzionamento per poter migliorare il funzionamento e, un giorno, brevettare i pannelli.

Le foto sono tratte dal sito di Casa spa.

ESEMPI VIRTUOSI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA

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