Al bar con il cellulare spento o silenzioso. I locali in Italia dove ci stanno provando

I vantaggi per tutti. All'interno si ascolta meglio la musica e si può conversare. Si riduce lo stress da smartphone. Si costruisce un tassello dell'educazione digitale

cellulari spenti al bar

CELLULARI SPENTI AL BAR

Serve un pizzico di coraggio in più, da parte di tutti. E anche l’uso eccessivo che facciamo dei cellulari nei locali pubblici, creando fastidio alla nostra conversazione ed anche agli altri clienti, può essere ridimensionato. Senza grandi sforzi e, come tutti i consigli di stili di vita da parte di Non sprecare, con vantaggi trasversali, e non solo per una persona o per una categoria.
 
L’idea di spegnere il cellulare al bar, o comunque metterlo in modalità silenziosa, non è nuova, non appartiene a un momento nel quale tra il 3 e il 5 per cento degli italiani sono diventati elettrosensibili, e soffrono di ansietà, tachicardia e disturbi cutanei per l’uso eccessivo e fuori luogo degli apparati elettronici. No, è una modalità che, sebbene in forme molto isolate, risale al 1990, quando fu introdotta all’Osteria Rubbiana a Modena. E da allora, in tutta Italia, i bar no smartphone non sono che aumentati, ma molto gradualmente. Sono locali che spargono diversi vantaggi. Incentivano un minimo di dieta tecnologica, quando li frequenti: e tutti ne abbiamo bisogno. Sempre. Ti spingono a conversare, a stare bene in compagnia, piuttosto che a smanettare: e questa è qualità della vita e delle relazioni umane. Ti aiutano a coltivare il galateo digitale, un aggiornamento nei modi di stare al mondo che tenga conto dell’avanzata travolgente di tutto quanto, in un modo o nell’altro, possa avere a che fare con la tecnologia.
 
 
Il punto debole di queste iniziative, nei bar come nei ristoranti, riguarda la loro natura del tutto estemporanea, poco diffusa e conosciuta, poco contaminata. Quindi poco seguita. Così si continua a sprecare tempo e calore umano, frequentando bar e in generale locali pubblici, con lo smartphone utilizzato come una pistola nei saloni del Far west. E si spreca l’occasione di migliorare i nostri stili di vita, renderli più sostenibili, anche attraverso un uso meno compulsivo degli apparati elettronici. Le nostre protesi. Al contrario, i gestori dei bar, se e quando sentono questa opportunità, potrebbero declinarla anche nel loro interesse, trasformandola in un’operazione di marketing. Un bar dove si può ascoltare musica in pace, conversare tranquillamente, senza essere disturbati dal trillo di un cellulare o dalle urla di qualcuno che grida su WhatsApp, è semplicemente più gradevole. E quindi più frequentabile e da frequentare. Mentre un bar dove tutti smanettano e strillano è respingente.

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BAR CELLULARI SPENTI MILANO

Per favorire una nuova educazione del cellulare a Milano è nata una bella iniziativa. Semplice ma molto chiara. Una ventina di bar, in diversi quartieri della città, dai Navigli a Porta Romana, passando per il Centro, hanno aderito al network  Aperitivo senza telefono. Si sommano ai ristoranti, ormai presenti in tutta Italia, che prevedono al loro interno la modalità no phone.

Nulla di prescrittivo, nulla di imposto, ma solo un modo leggero per ricordare i danni e gli effetti collaterali di un uso così compulsivo dei cellulari, a parte ovviamente il tema del galateo infranto. E un modo di condividere il nuovo stile di vita, come dimostra il fatto che attorno al progetto è una nata una piccola ma agguerrita comunità, si chiama Smart Break, guidata dalla psicologa Monica Bormetti.

PER APPROFONDIRE: Volete uscire dalla trappola della tecnologia? Volete provare a usarla solo nel vostro interesse e senza restarne schiacciati? Leggete questo libro

APERITIVO SENZA TELEFONO

Dice la Bormetti: «Ovviamente non siamo contro i cellulari, e ne riconosciamo tutta l’utilità. Siamo contro le esagerazioni, dimostrate dal fatto che lo usiamo in media 6 ore al giorno, e invitiamo i nostri iscritti a diffondere un messaggio di sano realismo. Ovvero, godersi la vita e dal vivo».

Già, dal vivo. In quanto anche lo smartphone e in generale i cellulari promettono una vita migliore: peccato, però, che la loro proposta passi per il mondo virtuale, e spesso allontana dai piaceri del reale. Abbracci, baci, pacche sulle spalle, gesti di seduzione: sono tutte cose che abbiamo ridotto, nella vita reale, proprio perché siamo affannati, sotto la compressione delle protesi elettroniche, dal martello della vita virtuale.

Smart Break si presenta sul web con uno slogan che ci piace davvero molto: Il benessere digitale comincia da te. Ecco dunque qualcosa che non possiamo chiedere agli altri, ai politici che ci amministrano o ai medici che ci curano, ma dobbiamo scoprire e praticare dentro di noi. E ne vale sicuramente la pena. 

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