I maiali muoiono, gli allevamenti diventano infetti, un’intera filiera agro-alimentare entra in corto circuito con sprechi enormi. Ma non sono solo questi gli effetti devastanti della peste suina: bisogna aggiungere anche i rischi sanitari e ambientali.
Indice degli argomenti
Cos’è
La peste suina è una malattia che colpisce maiali e cinghiali selvatici, e purtroppo è molto contagiosa e dall’esito letale per i suini che ne sono affetti. Il virus che la causa, un ceppo molto aggressivo di Asfivirus, della famiglia delle Asfaviridae, muta molto velocemente e, nell’animale colpito, blocca la formazione di anticorpi neuralizzanti: per questo è difficile sviluppare una cura efficace o un vaccino. L’unica nota positiva è che si tratta di una malattia non trasmissibile all’uomo.
Peste suina in Italia
Nel corso del 2024 i focolai si peste suina si sono riaccesi, specie nelle regioni del Nord. Ne sono stati individuati 24 nei primi mesi (dei quali 18 soltanto in Lombardia), ma il contagio rischia di diffondersi molto rapidamente. Non a caso, proprio a causa della sua elevata capacità di contagio, la peste suina è stata inserita dall’Organizzazione Mondiale della Salute nelle malattie di categoria A, quelle per le quali si richiedono misure urgenti per eradicarle.
Cosa accade ai maiali
I maiali che sono colpiti dalla peste suina possono morire anche nel giro di soli dieci giorni, e le modalità di trasmissione del virus sono molteplici, cosa che rende assai difficile anche lo spegnimento dei focolai infettivi. La micidiale malattia, infatti, si trasmette non solo tramite il contatto con animali infetti, ma anche mangiando carni (comprese le frattaglie) di animali infetti. Quelle carni che sono tra i principali ingredienti dei mangimi ad uso alimentare per gli allevamenti suini. Un altro veicolo di contaminazione è la vicinanza con qualsiasi oggetto colpito dal virus: come prodotti per l’abbigliamento, veicoli e altre attrezzature. Responsabile del contagio è anche il morso delle zecche infette, che sono un veicolo veloce, rapido e resistente per l’asfivirus. Secondo l’Efsa, l’European Food Safety Authority, la circolazione di animali infetti, i prodotti a base di carne di maiale contaminata e lo smaltimento illegale di carcasse sono le modalità più rilevanti di diffusione della malattia.
Asivirus e Pestivirus
La gran parte della comunità internazionale medico- scientifica è concorde nell’affermare con forza che la malattia non rappresenta una minaccia per la salute umana, come sottolineano anche i ricercatori del Centro di Referenza Nazionale per lo studio delle malattie da pestivirus e da asfivirus, ma rischia comunque di avere un impatto ambientale notevole per il comparto della produzione della carne e gli allevamenti. In Cina, per esempio, la peste suina ha costretto gli allevatori ad abbattere decine di migliaia di capi di bestiame. Evidenti sono, dunque, i danni socio-economici ed ambientali della diffusione del virus.
Paesi più contagiati
In Africa la peste suina è endemica, ma da una decina di anni il suo contagio è molto intenso in diversi paesi dell’Est Europa: Bielorussia, Polonia, Lituania, Russia, Ucraina e Bulgaria. Anche la Cina è diventato un paese esportatore della peste suina.
Peste suina africana
L’african swine fever, inglesismo che indica la peste suina africana, è solo una delle forme di peste suina che troviamo su scala mondiale. Descritta per la prima volta in Kenya nel 1921, è endemica nel continente africano, soprattutto nelle zone sub-sahariane, non ha particolari differenze con la peste suina. I sintomi degli animali che ne sono colpiti (febbre, perdita di appetito, debolezza, aborti spontanei, emorragie interne con emorragie evidenti su orecchie e fianchi) sono assolutamente gli stessi della peste suina classica e, pertanto, per differenziarla da quest’ultima occorrono analisi accurate di laboratorio, poiché, semplicemente, si tratta di un ceppo di virus diverso e non è possibile rilevarlo ad occhio nudo tramite la semplice osservazione dei sintomi clinici. Quello che sappiamo, grazie alle aziende sanitarie locali e al loro servizio di monitoraggio zoo-profilattico, è che la peste suina africana è la forma più virulenta, infettiva e pericolosa di peste suina.
Danni al sistema suinicolo
In Italia si allevano dieci milioni di suini, la metà in Lombardia. Soltanto in occasione dell’ultima ondata della peste, nel 2024, è stato necessario abbattere 50mila capi. La filiera dell’allevamento suinicolo in Italia ha un valore economico di circa 20 miliardi di euro di fatturato all’anno, con 100mila posti di lavoro.
Rimedi e prevenzione
La parola chiave, per prevenire la peste suina è biosicurezza. Prima di tutto riguardo alle procedure di import-export di salumi, carne o prodotti che derivano dalla lavorazione delle carni dei maiali, e poi come semplice sicurezza alimentare ed apposite misure per identificare in modo efficace alimenti ed altri prodotti a rischio negli aeroporti internazionali, nei porti e in generali in tutte le zone di confine.
Quanto alle condizioni di vita dei maiali da allevamento, è possibile adottare misure che limitino il contagio e la diffusione del virus: prima di tutto attenzione all’alimentazione domestica a base di scarti o resti. Anche se si vuole autoprodurre mangime con i resti dell’alimentazione umana o gli scarti di cibo per minimizzare i costi, si tenga ben presente che i suini non dovrebbero mangiare residui contenenti carne suina. In ogni caso, per limitare i danni, non date mai ai maiali carne cruda: si deve cuocere per almeno 30 minuti.
Un altro fattore fondamentale di prevenzione per evitare la peste suina riguarda le condizioni igienico-sanitarie dei luoghi dove vengono allevati i suini. Troppe volte si tratta di luoghi infernali, luridi e poco curati anche solo con l’uso del buon senso, dove i suini vivono ammassati e dove non si fanno le più banali disinfestazioni. Gli allevamenti di questo genere sono spesso denunciati, lo abbiamo visto anche in diversi servizi televisivi, e servirebbe più collaborazione da parte degli stessi allevatori onesti, la stragrande maggioranza, per isolare i mascalzoni, Così come è indispensabile, da parte degli allevatori di suini e dei cacciatori di cinghiali selvatici, segnalare alle autorità competenti qualsiasi morte sospetta di maiali e di cinghiali selvatici.
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