Chiacchiere e frappe di Carnevale anche a 100 euro al chilo

Aumenti record, non tutti giustificati, in panetterie e pasticcerie. La speculazione galoppa, e la pagano i consumatori. Il caso limite dello chef Massari

ricette dolci carnevale 2

Ogni scusa è buona per aumentare i prezzi dei generi alimentari, specie quando diventano particolarmente richiesti sulla base della domanda stagionale da parte dei consumatori. Come nel caso delle chiacchiere e delle frappe di Carnevale, i cui prezzi sono volati dappertutto, dai supermercati alle pasticcerie e panetterie di quartiere.

Ovviamente i produttori, anche artigianali, hanno sempre la scusa pronta dell’aumento dei prezzi di qualche materia prima per giustificare lo spreco e la speculazione. In questo caso il caro-burro e il caro-cacao, due materie prime decisamente cresciute alla fonte. Il risultato è che le chiacchiere e le frappe  sono diventate generi dell’alimentare di lusso in tutte le tre fasce di punti vendita. Nei supermercati e ipermercati la forchetta oscilla dai 6 ai 12 euro al chilo; nelle panetterie si passa a 13-55 euro al chilo; nelle pasticcerie si arriva a 20-60 euro al chilo.

Il caso limite è quello dello chef Iginio Massari che ha deciso di portare il prezzo delle sue frappe, vendute in negozi alimentari e pasticcerie in tutta Italia, da 80 a 100 euro al chilo, con un aumento record del 25 per cento. La cosa più surreale è la giustificazione del balzo fornita da Massari in un’intervista al Corriere della Sera e l’incredibile paragone che avanza per difendersi.

Dice Massari: <Caro si dice di un prodotto che non vale il suo prezzo. Costoso si riferisce invece a qualcosa di eccellente che non tutti si possono permettere. E’ la stessa differenza che c’è tra una persona intelligente e un idiota: restano due esseri umani che, però, sono distanti anni luce>. Dunque, grazie a un cuoco visionario abbiamo scoperto che anche le chiacchiere e le frappe di Carnevale possono essere stupide o intelligenti. E in questa seconda ipotesi hanno un costo extra da pagare senza fiatare.

Possiamo solo immaginare che cosa potrebbe accadere se tutti i produttori di generi alimentari, anche nella fascia del lusso, ragionassero come Massari e applicassero aumenti medi del 25 per cento in virtù di una presunta “intelligenza” che si misura anche a tavola.

La cosa più pericolosa degli aumenti ingiustificati di chiacchiere e frappe è l’effetto-spirale. Tutti si sentono autorizzati ad aumentare i listini dei prezzi, e così salgono in modo vertiginoso il costo della spesa e l’inflazione. Un doppio e pesante spreco per i consumatori.

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