Tutto inizia con la civiltà indù, quando nasi, orecchie, labbra e organi genitali si tagliavano durante i feroci combattimenti oppure in seguito a una condanna giudiziaria. E si ricostruivano grazie a sofisticati interventi di chirurgia estetica: con un lembo della guancia, infatti, si sistemava un pezzo della faccia.
Diversi secoli dopo, tra l’Ottocento e il Novecento, sarà una donna, la francese Suzanne Noël a dare alla chirurgia estetica un doppio significato. Da un lato recuperare parti del corpo amputate o rovinate, dall’altro un gesto di emancipazione della donna che vuole migliorare la sua immagine. In comune, le due linee hanno l’obiettivo di non sprecare, e valorizzare, il corpo femminile.
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Quando è nata
A parte la storia del periodo induista, ricostruita attraverso i testi dell’autore induista Sushruta, tracce di chirurgia estetica sono rintracciabili in diversi periodi dell’antichità: dai papiri egizi (siamo nel 3.000 avanti Cristo) che descrivono i primi interventi di liposuzione, alla scuola medica dell’antica Grecia, dove la parola plastikos significa proprio modellare, dare forma. Cose di cui oggi si vantano i chirurghi plastici quando raccontano i loro interventi. Allora l’obiettivo era sistemare i danni strutturali del corpo per fratture, ferite e malattie.
Come è nata
La chirurgia plastica in Occidente arriva grazie ad Alessandro Magno che nel quarto secolo avanti Cristo invade e conquista la Macedonia e importa nei paesi del Mediterraneo le tecniche di ricostruzione estetica. Nell’antica Roma il protagonista di questa nuova disciplina fu il medico Aula Cornelio Celso, che nel suo trattato De Medicina diede tutte le indicazioni per ricostruire naso, orecchie e labbra. E anche l’imperatore Giustiniano fu sottoposto a un intervento di chirurgia estetica per ricostruire il suo naso mozzato durante un tentativo di destituirlo dal potere.
Chi l’ha inventata
Per secoli la chirurgia estetica ha avuto alti e bassi. Le sue tracce sono scomparse in seguito ai divieti della Chiesa di utilizzare questa tecnica per ricostruire parti del corpo e sono riapparse con l’arrivo degli arabi in Europa. Ma la chirurgia estetica diventa scienza medica, in modo definitivo, alla fine dell’Ottocento, quando John Orlando Roe, chirurgo di Rochester, nello stato di New York, conclude con successo il primo intervento al mondo di chirurgia estetica di rinoplastica. È la svolta. Non è più una ferita da guerra, un incidente, una frattura o una malattia, a giustificare l’intervento chirurgico, ma un semplice desiderio estetico, quello di migliorare il proprio aspetto esteriore. E nel 1927 il professore Frantisek Burian fondò a Praga il primo reparto ospedaliero per la chirurgia plastica e ricostruttiva.
La storia di Suzanne Noel
Negli stessi anni, mentre il cambiamento e la nascita di un nuovo settore della chirurgia sembrano un monopolio maschile, arriva sulla scena un personaggio femminile, Suzanne Noël, che diventerà in pochi anni la prima chirurga estetica della storia. Anche lei, nata a Laon, nel Nord della Francia, da una famiglia della piccola borghesia locale (il padre faceva il sellaio), inizia rimodellando in sala operatoria, dopo avere imparato molto dal marito dermatologo, i volti dei “reduci del fronte”. Quelli che tornavano vivi, ma sfigurati. E avevano bisogno della chirurgia estetica per tornare presentabili e cercare un posto di lavoro e nella società. Suzanne non è solo una bravissima dottoressa, è anche una femminista che combatte la battaglia a favore delle donne con le sue armi. Aiuta donne povere della sua epoca, i cui volti erano consumati dalla fatica e dalla povertà, e grazie alla chirurgia estetica restituisce loro la bellezza esteriore. E nella primavera del 1912 bussa alla porta del suo studio l’attrice americana Sarah Bernhardt: chiede un lifting da donna a donna e diventa la prima testimonial di una chirurgia estetica orientata al lavoro sul set e sulle scene. Ma anche al diritto delle donne di essere belle.
Chi ha inventato la chirurgia estetica in Italia?
Anche l’Italia era in prima fila all’alba della moderna chirurgia estetica. In particolare, attorno al 1.500, grazie alla famiglia siciliana Branca, padre e figlio, le tecniche di ricostruzione di organi mutilati, che un tempo venivano affidate ai barbieri, diventarono monopolio di una minoranza di medici che andavano specializzandosi in questa attività. Ma la chirurgia estetica, bollata dalla Chiesa, non poteva fare molta strada in Italia, dove la presenza del Papa aveva un peso determinante in questo tipo di scelte.
Chirurgia estetica moderna
In compenso, tornando ai secoli più vicini al nostro, in America la crescita della chirurgia estetica, dopo il primo intervento a fine Ottocento, diventa inarrestabile. Tanto che la materia diventa oggetto di corsi universitari per la prima volta nel 1924, al Johns Hopkins. Diminuiscono le infezioni, e molti interventi si concentrano sull’aumento del seno. All’inizio con paraffina, cera d’api e oli vegetali; poi con protesi di avorio e di vetro. E dal 1963 con il silicone. Da quel momento la plastica è diventata un ingrediente dell’estetica femminile.
Nell’immagine di copertina: Suzanne Noël (Fonte: Télérama)
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