Non è stato un brindisi familiare, ma politico. Michelle e Barack Obama hanno brindato alla casa Bianca per l’approvazione di una storica legge che migliora l’alimentazione dei bambini americani nelle scuole e promuove la diffusione di cibi sani. Il presidente ha dovuto vincere un durissimo braccio di ferro con i repubblicani e all’interno del suo partito, mentre la first lady in questi ultimi mesi non ha perso un’occasione per la sua battaglia contro l’obesità infantile. Che cosa prevede la legge? Attraverso uno stanziamento di 4,5 miliardi di dollari aumenta la quantità e la qualità dei pasti gratuiti nelle mense scolastiche. Ma merendine, snack, dolciumi, potranno essere distribuiti soltanto se rispetteranno alcuni parametri (per esempio un significativo abbattimento dei grassi che contengono), mentre una corsia preferenziale è riservata a insalate di frutta e verdure fresche. «Se la legge non fosse passata, avrei dovuto dormire sul divano…» ha commentato, ironico, il presidente degli Stati Uniti.
In realtà l’obesità infantile, legata a un consumo dissennato di hamburger, patatine fritte, merendine, dolci grassi e bibite ricche di zucchero, non è un problema esclusivo degli americani. Anche in Italia, secondo gli ultimi dati del ministero della Salute, più di un bambino su tre, in età compresa tra i 6 e gli 11 anni, pesa troppo, e il 13 per cento dei bambini risultano obesi. Per la cattiva alimentazione, specie durante gli orari scolastici. Inoltre questa dieta sregolata provoca, secondo gli esperi in Scienza dell’alimentazione, «un costante senso di fame e di insoddisfazione da cui derivano malumori improvvisi e irascibilità». Le pressioni dell’industria dello snack, a difesa del mercato globale della merendina, sono fortissime. Innanzitutto attraverso un uso capillare e pervasivo della pubblicità: 600 miliardi di dollari di acquisti di prodotti per bambini, in gran parte generi alimentari, sono indotti dagli spot televisivi e le incursioni che riguardano la pubblicità per questo genere di prodotti si traducono in una media giornaliera di 47 interruzioni all’ora. Sono cifre impressionanti, che danno un’idea di quali interessi economici, e non soltanto, si nascondono dietro lo spreco di snack delle nuove generazioni. E sono numeri che spiegano anche l’importanza della legge voluta dalla coppia presidenziale americana: è facile immaginare che, sull’esempio degli Stati Uniti, molti governi prenderanno provvedimenti per ridurre il consumo di questi prodotti, almeno nelle scuole. Intanto possiamo iniziare da soli, nelle nostre famiglie, a scoraggiare i bambini all’eccessivo consumo delle merendine che contribuiscono in modo così evidente all’obesità. E Obama può rallegrarsi per il fatto che le nuove norme, per quanto controverse sul piano politico, sono state considerate con molto favore dall’opinione pubblica americana. Gli ultimi, recentissimi sondaggi sulle elezioni presidenziali vedono, infatti, il presidente uscente riconfermato con largo margine di vantaggio sull’avversario repubblicano.
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