Per la giornata nazionale contro lo spreco di cibo abbiamo pensato di scegliere una delle iniziative che più esemplificassero la nostra idea del Non Sprecare, quella che ogni giorno vi raccontiamo su queste pagine virtuali. Non è stato facile: ce ne sono tante di storie delle quali vi abbiamo parlato in questi anni: le mense che non sprecano il cibo, gli ospedali che lo donano ai più poveri, o semplicemente i blogger che inventano le ricette creative con gli avanzi che tutti noi proviamo, riuscendo a preparare piatti gustosi anche con pochi euro.
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Cooperazione sul web, lotta allo spreco, recupero di cibo per donarlo a chi ne ha più bisogno. Abbiamo scelto di ricordarvi che esiste in rete “Pasto Buono“, organizzata dalla Qui Foundation. Nata a Genova nel 2007, l’iniziativa oggi conta sull’adesione di 120mila esercenti. Da poco attivo anche a Roma dove ha ricevuto a dicembre 2012 il patrocinio di Roma Capitale, sta arrivando a breve anche nelle città di Firenze, Milano, Napoli e Palermo.
La raccolta di piatti pronti e di alimenti freschi in perfetto stato, che risultino invenduti e che quindi sarebbero distrutti e gettati, è consentita dalla Legge 155/2003. In questo modo è possibile trasformare uno spreco in risorsa alimentare: i cibi recuperati possono essere infatti donati ad enti caritativi che si occupano di distribuirli alle persone più bisognose.
UNA RICETTA SENZA SPRECHI: Sono avanzate le verdure? Per cena un bel risotto
Come funziona? Semplice. Basta collegarsi al sito e iscriversi per partecipare al programma. La rete mette in collegamento le Onlus che si occupano di assistenza sul territorio con gli esercenti, dai bar ai ristoranti, dai negozi al dettaglio ai grandi supermercati, che aderiscono al programma. E a quel punto i volontari delle associazioni potranno recarsi direttamente a ritirare il cibo avanzato, per poi distribuirlo, oppure potranno ricevere delle carte elettroniche, che valgono dei buoni spesa, per consentire la spesa gratuita alle famiglie bisognose.
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La forza di “Pasto Buono” è nella capillarità della rete che sta alle sue spalle: la Fondazione, infatti, fa parte della Qui!Group Spa, la prima società italiana nel settore dei buoni pasto e conta su un patrimonio che ha grandi potenzialità per evitare lo spreco del cibo e per renderlo disponibile a chi ne ha bisogno.
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