Sanità e sprechi: per capire quanti soldi si possono recuperare attraverso la riduzione degli sprechi nel Servizio Sanitario Nazionale basta dare uno sguardo al Rapporto dell’Agenzia di sanità pubblica (Asp) della regione Lazio. I tecnici della Regione, dove il deficit sanitario solo per il 2012 si aggira attorno ai 700 milioni di euro, hanno fatto un lavoro capillare esaminando le cartelline di circa 150mila ricoveri negli ospedali e nelle cliniche private del Lazio. Ed è venuta fuori la verità: almeno un miliardo di spesa è sprecato, e rappresenta un costo che poteva essere evitato.
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Il primo sperpero è il ricovero facile (altra contraddizione: siamo in una regione dove, nonostante i 20mila posti letto disponibili, spesso è difficile ottenere il ricovero), con migliaia di pazienti che potrebbero essere curati in ambulatorio, a casa, o con un semplice day hospital. E invece restano per giorni interi nelle corsie degli ospedali, mentre la Regione paga il conto. Pensate: nel Lazio per una Tac possono scattare anche cinque giorni di ricovero ospedaliero. Stesso discorso per banali interventi agli occhi o per piccoli problemi ortopedici: tutto potrebbe essere fatto presto e bene in ambulatorio, e invece si va avanti a colpi di ricoveri. Per non parlare dello spreco di farmaci, e di accertamenti, anche costosissimi, che vengono moltiplicati attraverso il rubinetto della spesa pubblica. Nello spreco non c’è molta differenza tra gli ospedali e le cliniche convenzionate, il 47 per cento degli sperperi è infatti concentrato nelle cliniche contro il 53 degli ospedali. Il pagatore finale è sempre lo stesso: la Regione. Se moltiplicate il caso del Lazo per tante altre regioni italiane, specie nel Centro-Sud, avete un’idea di dove si possono trovare i soldi per spingere la crescita, fare gli investimenti pubblici e tagliare le tasse a famiglie e imprese.
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