CITTÀ A MISURA DI BAMBINI –
Non abbiamo sempre bisogno di importare lezioni e modelli dai paesi più avanzati, come quelli dell’Europa del Nord, in materia di vivibilità delle città a favore dei bambini. Qualche volta i maestri siamo noi. Come nel caso di Francesco Tonucci, laureato in Pedagogia alla Cattolica di Milano, ricercatore del Cnr, alla guida di un progetto internazionale, «La città delle bambine e dei bambini», adottato da 200 città delle quali ben 70 sono in Italia.
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IL PROGETTO DI FRANCESCO TONUCCI –
In che cosa consiste questa città che piace ai piccoli e alle famiglie? Semplice: è una città dove, per esempio, gli spazi pedonali e quelli a velocità ridotta delle auto sono molto diffusi. Quindi, riduzione obbligatoria della velocità, massima sicurezza per chi va a scuola a piedi o in bici, parcheggi gratuiti e sempre più spazi pedonali.
In secondo luogo la città dei bambini progetta asili e incentiva buone pratiche, come «A scuola ci andiamo da soli», ovvero l’organizzazione di piccoli studenti che si incontrano, e poi vanno a lezione insieme con gli amici. E non accompagnati dai soliti genitori.
CITTÀ ITALIANE A MISURA DI BAMBINO –
La città dei bambini si misura attraverso il test del ghiacciolo, inventato proprio dal ricercatore italiano. Mandate vostro figlio da solo a comprare un ghiacciolo, se quando torna gli è rimasto soltanto lo stecchino, significa che il quartiere non è a prova di bambino. «La verità è che i bambini devono giocare, inciampare, scoprire, in piena autonomia» spiega Tonucci «Così sviluppano un prezioso senso di responsabilità e di resilienza. Al contrario, le loro voci non sono ascoltate e i grandi vengono considerati migliori». Se poi volete avere un esempio di città dei bambini, sulla base del modello proposto da Tonucci, andate a Fano, e scoprirete una piccola rivoluzione urbana.
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