Da oggi le città pulite sono sempre meno un’utopia, anche grazie all’attività di giovani di buona volontà. Si chiamano “sentinelle dei rifiuti” e si tratta di un gruppo di giovani volontari, tra i 20 e i 28 anni, che sono scesi in campo a Torino, a fianco dell’amministrazione comunale, per migliorare la raccolta differenziata nella città e mettere a regime l’intero ciclo dello smaltimento dei rifiuti.
DA DOVE SONO PARTITI. Attualmente nella provincia di Torino si producono 510mila tonnellate di rifiuti indefferenziati all’anno, e di questi 421mila sono lavorati nell’impianto di termovalorizzazione di Gerbido. Restano 90mila tonnellate di spazzatura, raccolta nella città di Torino, dove la raccolta differenziata è ancora piuttosto bassa, attorno al 42 per cento. E qui entrano in gioco le “sentinelle dei rifiuti”. Girano tutti i quartieri della città, uno per uno, fanno incontri con gruppi di cittadini e con associazioni sul territorio, segnalano i problemi di eventuali disservizi al comune. Tutto con l’obiettivo di ridurre gli sprechi di immondizia, educare la cittadinanza e aprodurre meno spazzatura, e migliorare la raccolta differenziata.
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UN LAVORO CAPILLARE. “Noi lavoriamo su due versanti. Da un lato spingiamo la popolazione a gesti semplici che possono alzare il livello della differenziata e ridurreb la produzione dell’immondizia. Dall’altro versante esaminiamo, zona per zona, lo scarto tra gli strumenti dell’amministrazione comunale e i riusltati del ciclo di smaltimento, per capire dove nascono le inefficenze”. L’obiettivo è quello di alzare di circa 10 punti la differenziata, e risparmiare sui costi del servizio che attualmente a Torino signifiocano una spesa di 27 milioni di euro l’anno: soldi che se fossero in parte dirottino potrebbero andare a beneficio di altri servizi del comune. Le “sentinelle dei rifiuti” hanno ricevuto un finanziamento dalla Compagnia di san Paolo e dunque non costano nienete all’amministrazione: in compenso dimostrano come i cittadini possono contribuire in modo decisivo a risolvere un problema che altrimenti si scarica interamenteb sulle fragili spalle di un’amministrazione comunale.
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