L’Italia si conferma culla di cultura e bellezza. Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, in Veneto, entrano a far parte del club dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. Il sito, il 55esimo a potersi fregiare di questo titolo nel nostro Paese, è l’ottavo nel Veneto e il decimo al mondo iscritto alla categoria di “paesaggio culturale“.
COLLINE PROSECCO UNESCO
Con quest’ultima ‘medaglia’, il Bel Paese diventa lo Stato con più Patrimoni dell’Umanità al mondo. Un risultato importante che, però, non deve lasciare spazio al compiacimento ma che bensì, come ha spiegato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, deve servire da sprone a “una maggiore responsabilità nella gestione del territorio”, ragione per la quale è “fondamentale che tutti gli attori istituzionali aumentino l’impegno per la tutela dell’ecosistema e della biodiversità trasformando questa zona in un esempio di sostenibilità libero dai pesticidi”.
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CONEGLIANO VALDOBBIADENE PATRIMONIO UMANITÀ UNESCO
Situate in Veneto, nell’Italia nord-orientale, le Colline custodiscono il patrimonio viticolo che da’ vita al Prosecco. Per secoli, questo terreno accidentato è stato modellato e adattato dall’uomo. Oggi le Colline sono dominate da piccoli appezzamenti di viti su strette terrazze erbose, che talvolta vengono interrotte da foreste, piccoli villaggi e terreni agricoli. L’idea di candidare questa splendida zona all’Unesco è nata 10 anni fa, come spiega il governatore del Veneto Luca Zaia. “Ci avevamo creduto sin dall’inizio – ha dichiarato – quando demmo avvio al percorso per candidare questa porzione così unica e particolare del territorio veneto a Patrimonio dell’Umanità”. Al momento in questa speciale lista dei l’Italia può vantare: l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010), l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013), poi la vite ad alberello di Pantelleria (2014), l’arte dei pizzaiuoli napoletani (2017), la Falconeria, iniziativa cui l’Italia partecipa assieme ad altri 17 paesi e dal novembre 2018 l’arte dei muretti a secco.
La foto di copertina è tratta dal sito dell’Unesco.
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