Il colore dei rumori che aiutano a stare bene

Il rumore rosa, quello dello sciabordio delle onde e del fruscio delle foglie, regolarizza il battito cardiaco. Mentre il marrone, come il suono di una cascata, aiuta a concentrarsi

Il colore dei rumori che aiutano a stare bene

Non tutti i rumori sono fastidiosi. E non è soltanto la musica a darci gioia, piacere, ed a svolgere anche una funzione terapeutica. Ci sono altri rumori naturali, ai quali si associano alcuni colori, che fanno molto bene al nostro organismo, e ci regalano benefici psico-fisici.

Ovviamente il colore dei rumori è quello che costruiamo nella nostra mente, attraverso alcune percezioni. Si tratta di un collegamento tra un rumore gradevole, non certo quello che rovina i timpani, e un colore che produce a sua volta delle sensazioni utili. Aiutando, per esempio, a prendere sonno.

Foto di Life Of Pix via Pexels – Foglie secche su una panchina

Rumore rosa

Morbido, equilibrato, ma allo stesso fitto e penetrante, il rumore rosa è quello dello sciabordio delle onde o del fruscio delle foglie secche quando si cammina nel bosco d’autunno. Contribuisce a regolarizzare il battito cardiaco in chi soffre di tachicardia. Ideale prima di un esame o di un colloquio di lavoro oppure alla fine di una giornata stancante e impegnativa: il pink noise porta il cervello a sintonizzarsi sulla frequenza alfa, indice di uno stato mentale calmo, disteso e creativo, che può arrivare fino allo spettro delle onde theta, tipiche degli stati meditativi profondi e del rilassamento più completo e rigenerante. Esiste anche una variante viola, leggermente sibilante, somministrata con successo per curare gli acufeni.

Foto di Manuela Adler via Pexels – Cascata

Rumore marrone

Il rumore marrone ricorda lo scroscio di una cascata, le folate del vento forte o il brontolio di un tuono: prende il nome da Robert Brown, il botanico scozzese che nel 1828 scoprì il moto browniano osservando al microscopio i movimenti a zig-zag di un granello di polline sospeso nell’acqua. Il suono marrone ha maggiore energia nelle frequenze più basse, risultando particolarmente denso e profondo: se ascoltato solo per pochi minuti al giorno, secondo uno studio realizzato nel 2020 alla Chung Shan Medical University di Taichung di Taiwan, migliorerebbe la concentrazione e potrebbe addirittura aumentare la capacità di autocontrollo. Se invece il brown noise si intensifica, si ottiene il rumore rosso. Ha un rimbombo basso, simile a quello del treno che passa nelle gallerie della metropolitana, ma non gli si riconosce un’azione terapeutica significativa.

Foto di Pixabay – Pioggia battente

Rumore bianco

Una ricerca promossa nel 2021 alla Cornell University per testare gli effetti del white noise – il cosiddetto rumore bianco – sulla qualità del sonno di chi vive a New York, ha confermato che è un efficace antidoto in caso di risvegli notturni e di ipereccitabilità». In effetti il rumore bianco, che può ricordare il suono della pioggia battente o quello di una ventola, ha frequenze tutte uguali dal punto di vista energetico, è costante e privo di picchi. Quando viene diffuso negli ambienti aiuta a ridurre al minimo le distrazioni durante il giorno, mentre alla sera genera un lieve stato ipnotico che favorisce il sonno negli adulti come nei bambini. Non a caso già nel 1990 uno studio inglese, condotto su un campione di neonati e pubblicato sulla rivista Archives of Disease in Childhood, aveva dimostrato che circa l’80 per cento dei piccoli si addormentava nel giro di cinque minuti se esposto al rumore bianco, mentre solo il 25 per cento prendeva sonno nel medesimo lasso temporale in assenza di suoni.

Foto di Egor Kamelev via Pexels – Cicala su un ramo

Rumore blu

Comune nelle composizioni di musica elettronica, si distingue per una maggiore energia nelle frequenze più alte rispetto a quelle più basse. Può ricordare il frinire delle cicale ed è utile per coprire rumori di fondo particolarmente invasivi. Per alcune persone è un sedativo naturale, da ascoltare per pochi minuti al momento di andare a letto. Il suono blu viene percepito come un’emissione piuttosto stridula e, nelle ore diurne, può essere utilizzato a piccole dosi, soprattutto per stimolare la memoria: una ricerca, ha dimostrato che il blue noise migliorerebbe le capacità mnemoniche della rete di Hopfield, una rete neurale artificiale che simula la capacità del cervello umano di ricordare dati e nozioni e di ricostruire in maniera corretta immagini distorte.

Il colore dei rumori
Foto di Pixabay – Api sui petali di un fiore

Rumore verde

Inutile dire che i suoni in assoluto più terapeutici sono quelli che si ascoltano direttamente stando nella natura, e non riprodotti artificialmente, in particolare quelli provenienti dai boschi e dalla campagna, riuniti sotto l’etichetta di rumori verdi. Lo stormire delle fronde, il canto degli uccelli, il ronzio delle api, la voce di ruscelli e torrenti, sono tutte sonorità capaci di stemperare lo stress, stimolare la creatività, aiutare soprattutto chi legge o scrive a restare concentrato sollecitare il sonno. Senza contare che il rumore verde generato dagli elementi vegetali avrebbe la più elevata capacità di isolamento nei confronti dell’inquinamento acustico metropolitano, come certifica uno studio portato a termine nel 2023 al Politeknik Port Dickson in Malesia. E dunque: più piante in città sono un balsamo anche per le orecchie.

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Foto Apertura | Pixabay

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