La donna che salva i frutti a rischio estinzione. Isabella lavora in un giardino di 580 piante. Preziose (foto)

Isabella Dalla Ragione ha dedicato la sua vita allo studio e alla ricerca delle piante dimenticate. La susina scosciamonaca, la pera fiorentina, la mela a muso di bue sono solo alcune di quelle che coltiva nella sua tenuta di San Lorenzo di Lerchi in Umbria

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COLTIVARE FRUTTI ANTICHI

Il suo mestiere? Archeologa della frutta. E in realtà se per archeologia si intende la scienza che studia la civiltà e le culture del passato, possiamo sicuramente definire Isabella Dalla Ragione un’archeologa. Ma il suo lavoro sul campo, nell’Alta Valle del Tevere, in Umbria, va ben oltre la storia dalle radici antiche, e porta all’oggi, consentendo il salvataggio di importanti colture a rischio estinzione. Ed evitando così uno spreco micidiale, per esempio, di preziose e antiche qualità della frutta. Nel paesino di San Lorenzo di Lerchi, infatti, curauna tenuta dove le piante del passato crescono rigogliose dando frutti rarissimi. Un luogo dove una parte dimenticata del nostro patrimonio di biodiversità continua a vivere nonostante la gran parte di noi non ne abbia mai sospettato l’esistenza. Si tratta della Fondazione Archeologia Arborea, nata proprio dall’impegno di Isabella e prima di lei di suo padre Livio.

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PIANTE IN ESTINZIONE

La susina scosciamonaca, la pera fiorentina, la mela a muso di bue, la ciliegia limona, il fico gigante degli zoccolanti o quello rondinino di San Sepolcro. Queste sono solo alcune delle specie che l’archeologa delle piante, come si ama definire Isabella Dalla Ragione, ha scovato e piantato. Oggi la tenuta vanta 580 piante da frutto rarissime e 130 varietà in estinzione. La ricerca è iniziata con il signor Livio Dalla Ragione trent’anni fa e ha dato il via a questo processo di studio, riproduzione e una nuova diffusione in una vera e propria opera di salvaguardia del nostro patrimonio di biodiversità.

Questo straordinario risultato è frutto di un grandissimo lavoro di ricerca sui libri e sul campo. La famiglia Dalla Ragione, infatti, ha spaziato dagli antichi archivi dimenticati e i vecchi manuali latini di agricoltura, come quelli di Varrone e Plinio, a delle vere e proprie spedizioni in poderi abbandonati o nei vecchi orti dei monasteri, soprattutto quelli di clausura. I risultati maggiori, però, gli “Indiana Jones della frutta” li hanno raggiunti andando a cercare i vecchi contadini. Questi ultimi, infatti, sono stati in grado, non solo di indicare le piante dimenticate, ma anche di trasmettere le conoscenze popolari per ricostruirne la coltura e la storia.

ALCUNE DEI FRUTTI COLTIVATI NELLA TENUTA

La foto sono tratte dalla pagina Facebook della Fondazione Archeologia Arborea

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Tutti questi anni di ricerca e di semina hanno permesso di costituire all’interno della tenuta di di S. Lorenzo di Lerchi, a Città di Castello, un “frutteto collezione” da visitare, odorare, assaggiare, che ad oggi include 600 esemplari tra susino, fico, ciliegio, melo e molti altri. Le piante al suo interno sono coltivate con i sistemi tradizionali e inserite in un paesaggio agricolo di antica sapienza. Oggi questo museo delle piante ha guadagnato meritatamente la giusta notorietà tanto che diventato meta di numerose celebrità che hanno preso la bella abitudine di adottare una pianta dopo la loro visita. Gerard Depardieu, ad esempio, ha deciso di prendersi cura della pera ‘mbriaca.

QUANDO LA TRADIZIONE È LAVORO E FUTURO:

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