L’assessore comunale di Torino che ospita a casa sua i rifugiati di tutto il mondo

Ida Curti ha aperto le porte della sua abitazione agli immigrati in fuga dalle guerre. Un gesto forte, in una città dove sono 500 i rifugiati che potranno essere accolti dalle famiglie torinesi. Pronte a rispondere all’appello del vescovo Nosiglia.

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COME AIUTARE I RIFUGIATI –

Mentre ci sono sindaci che minacciano ferro e fuoco per bloccare il possibile arrivo di immigrati, e governatori che urlano di tagliare i fondi ai sindaci che accolgono gli stranieri, abbiano anche amministratori che si spendono in prima persona sul fronte dell’accoglienza. Buoni esempi, non certo eroi, ma significativi di una politica che bisogno di gesti forti per dare risposte a problemi forti.

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LA SCELTA DI ILDA CURTI A TORINO –

Ilda Curti è assessore all’Integrazione al comune di Torino. Un mandato che esercita anche dando spazio, nella propria abitazione a profughi in arrivo da diverse parti del mondo. Ha ospitato, per lungo tempo, cittadini che fuggivano dalla guerra balcanica, ha dato studio e poi lavoro a 5 ragazzini di Khouribga. Insomma, Ilda Curti cerca, con un piccolo ma significativo gesto, di dare un esempio ai suoi cittadini per indurli a non respingere gli immigrati se colpiti da una guerra o da una calamità. Immigrati regolari, rifugiati appunto, e non clandestini. «L’ho fatto e continuerò a farlo, perché sono convinta che l’accoglienza sia la strada giusta per affrontare il dramma dei rifugiati. È un problema biblico, con il quale ci dovremo misurarci per diversi anni, e non possiamo mettere la testa nella sabbia o girare le spalle a chi ha bisogno di noi» dice l’assessore torinese.

ACCOGLIENZA RIFUGIATI TORINO –

Il suo gesto tra l’altro arriva in una città, dove i problemi di integrazione non mancano specie nei quartieri della periferia, ma dove la risposta all’appello dell’arcivescovo Cesare Nosiglia di aprire le porte delle case ai rifugiati è stata accolta da una valanga di adesioni. Pensate: fino a questo momento sono circa 500 i rifugiati che potranno avere vitto e alloggio in famiglie torinesi. E non saranno costretti a finire in quei Centri di accoglienza, che in realtà sono diventati dei luoghi del malaffare e della violenza.

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