COME CANCELLARE UNA CONDANNA PENALE
In fondo, è solo una ragazzata, considerando l’età del protagonista. Tiziano C., 19 anni, aveva il vizietto di gettare all’aria il cassonetto della spazzatura nel quartiere Monte Sacro di quella Roma che viene considerata la capitale più sporca d’Europa. Per colpa di decenni di cattiva gestione dei servizi pubblici, ma anche per le note, pessime e incivili abitudini di tanti dei suoi abitanti.
Tiziano è stato colto con le mani nel sacco, in flagrante, e oltre una multa (150 euro) per imbrattamento, se e quando la pagherà, corre il rischio di un processo, di una condanna, e di una fedina penale macchiata, cosa molto grave per un giovane. Invece, grazie alla ragionevolezza di un bravo magistrato, il gup Livio Sabatini, e di un avvocato che non cerca solo di allungare i tempi delle cause per gonfiare le parcelle, Andrea Forte, il diciannovenne Tiziano ha concordato una pena alternativa rispetto ai tanti rischi penali che correva. Andrà a lavorare, gratis ovviamente, per tre mesi al Servizio Giardini del I Municipio di Roma e in particolare curerà il verde di Villa Borghese, il più grande parco urbano d’Europa talvolta ridotto a una discarica, e della zona dei giardini di Colle Oppio.
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LA STORIA DI TIZIANO
Fornito di ramazza e di pennello, Tiziano dovrà raccogliere quelle carte che lui, stupidamente, ha lanciato per aria da un cassonetto, recuperare le foglie morte, fare la pulizia degli alberi, e imbiancare qualche muro sporco. Tutti lavori, o lavoretti, preziosi, utili, nella direzione degli stili di vita ispirati all’idea di Non sprecare. Innanzitutto il verde urbano, l’ambiente più prossimo nella nostra vita di comunità: parchi, giardini, strade.
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CANCELLAZIONE REATI
Ma la cosa che più convince di questa saggia conciliazione davanti a un giudice, è il fatto che si è evitato un altro spreco. Di tempo e di risorse della macchina della Giustizia (per un processo comunque lungo, se solo considerate che il reato commesso da Tiziano risale al 2015), e anche di sanzioni. Già, andare a pulire un parco per tre mesi, dopo che hai insozzato una strada, è un’ammenda molto più efficace dei 150 euro di multa e di una fedina penale macchiata per quella che magari è solo una ragazzata. C’è sempre una proporzione tra la colpa, il reato, il danno arrecato alla comunità e la pena che poi deve scontare il colpevole: e in questo modo la proporzione regge. Senza chiudere tutto “a tarallucci e vino”, cioè con la solita impunità all’italiana, e senza però andare a perseguitare un ragazzo che ha fatto un gesto grave ma magari con l’inconsapevolezza del giovane ubriaco del sabato sera. Infine, noi di Non sprecare lo ripetiamo in modo quasi ossessivo: il verde, l’ambiente, la sostenibilità, siamo noi. Tutti noi. E ciascuno può dare il suo contributo, meglio ancora se lo fa dopo essere stato dall’altra parte del campo, ovvero con chi i parchi non solo non li protegge ma rischia di rovinarli.
Nell’immagine di copertina: Villa Borghese (Roma)
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