Come coibentare il tetto della casa

Una soluzione per non disperdere calore. E risparmiare con le bollette. La differenza tra sottotetto abitabile e non abitabile

come coibentare il tetto scaled

Il miglioramento delle prestazioni energetiche di un edificio passa anzitutto dalla risoluzione dei problemi di coibentazione termica; un isolamento inadeguato (o assente) delle strutture orizzontali e verticali, infatti, determina fenomeni di dispersione del calore tra interno ed esterno, con conseguente aumento dei costi di esercizio degli impianti di riscaldamento e condizionamento.

COME COIBENTARE IL TETTO

Uno degli ambienti domestici dove si pongono maggiormente problemi di questo tipo è il sottotetto, lo spazio compreso tra la copertura dell’edificio (tetto) e il solaio del locale sottostante. Gli interventi di isolamento vanno approntati in base alle caratteristiche strutturali del sottotetto, poiché non sempre si tratta di un locale abitabile e spesso è costituito solo da un’intercapedine accessibile tramite una botola.

DIFFERENZA TRA SOTTOTETTO ABITABILE E NON ABITALE

Esistono due tipologie di sottotetto: abitabile e non abitabile. Nel primo caso, l’ambiente non è altro che un locale mansardato (di altezza variabile), al quale è possibile accedere tramite una rampa di scale. È bene sottolineare come un sottotetto sia effettivamente abitabile soltanto se rispetta alcuni parametri tecnici (su tutti, l’altezza minima consentita), individuati da specifiche normative regionali.

Di contro, in un sottotetto non abitabile l’altezza utile tra il tetto e il solaio non è sufficiente a ricavare un ambiente da destinare ad uso abitativo. Pertanto, viene utilizzato soprattutto come deposito o ripostiglio, ed è accessibile quasi sempre tramite una botola ricavata nel solaio di pertinenza. Ciò nonostante, un sottotetto non abitabile può essere ‘pedonabile’ o meno, a seconda dell’altezza dell’ambiente che può essere anche variabile in funzione della pendenza della copertura.

COME COIBENTARE SOTTOTETTO NON ABITABILE

In genere, un sottotetto non abitabile richiede interventi specifici in funzione del grado di accessibilità. Se il volume in questione è facilmente accessibile, come spiega il portale specializzato sg-lifeupgrade.it, infatti, in tal caso la coibentazione del sottotetto può essere realizzata mediante la posa di uno strato di pannelli altamente isolanti in lana di vetro, da applicare direttamente sulla struttura orizzontale (solaio), avendo cura che lo strato di carta kraft sia rivolto verso l’ambiente riscaldato (ambiente sottostante).

Se lo spazio è sufficientemente ampio da risultare pedonabile o da destinare a deposito di oggetti vari, è necessario allestire una travettatura in legno da appoggiare sul piano di calpestio in abbinamento alla posa dei pannelli isolanti. Sulla travettattura in legno, saranno poi fissate le assi di irrigidimento in legno di idoneo spessore, che incassetteranno i pannelli isolanti fungendo direttamente da pavimentazione o da supporto per una successiva pavimentazione.

Ben diverso, invece, è l’approccio da attuare quando il sottotetto è inabitabile nonché di difficile accesso. Un contesto d’intervento di questo tipo riduce notevolmente il margine di manovra disponibile; ragion per cui, il consiglio è di optare per la tecnica dell’insufflaggio: essa consiste nel ‘soffiare’, mediante un apposito macchinario, una sostanza isolante all’interno del sottotetto (in genere si tratta di lana di vetro in fiocchi), al fine di ridurre il grado di dispersione termica tra l’ambiente interno e quello esterno.

COME COIBENTARE UN SOTTOTETTO ABITABILE

Un sottotetto abitabile rappresenta un contesto più agevole, in quanto la maggiore accessibilità consente di pianificare e realizzare gli interventi necessari senza particolari vincoli tecnici o logistici. In tal caso occorre coibentare tutte le strutture che racchiudono il volume in questione, come le pareti verticali e la copertura.

Per ottimizzare l’isolamento termico di ambienti di questo tipo, è consigliabile optare per la posa di un sistema a secco (contropareti e controsoffittatura) in lastre di gesso rivestito. La struttura poggia su di un telaio, allestito utilizzando profili metallici, all’interno del quale vengono individuate delle intercapedini di ampiezza non superiore a 60 cm. Gli spazi tra un montante e l’altro vengono riempiti con uno strato di materiale isolante (lana di vetro, lana di roccia). Fatto ciò, il sistema viene rivestito con pannelli in cartongesso che, a seconda delle caratteristiche del contesto applicativo, possono migliorare la resistenza al fuoco o limitare l’assorbimento dell’umidità e, di riflesso, lo sviluppo di muffe e flora batterica.

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