La bignonia è una pianta rampicante della quale si coltivano solo due specie: la radicans, chiamata “gelsomino della Virginia” (ovviamente qui la parentela affermata è con il gelsomino) e originaria dell’America del Sud, e la grandiflora, originaria della Cina e meno vigorosa rispetto all’altra. Le foglie si sviluppano a due a due in maniera simmetrica rispetto al ramo, terminando in un viticcio ramificato, dotato di ventose che consentono alla pianta di “arrampicarsi”. I fiori, che ricordano una trombetta, sono riuniti in pannocchie all’estremità dei rami, nelle tonalità del rosso, arancio, rosa salmone e giallo. Hanno una corolla tubulosa lunga 4-5 centimetri e terminano con 5 lobi allargati.
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BIGNONIA
La pianta della bignonia, originaria degli stati centrali e meridionali dell’America, è solida, vigorosa, sempreverde e capace di crescere con estrema rapidità. Più del plumbago. In Italia cresce bene all’aperto nei terreni delle regioni centrali e meridionali, mentre nelle zone del Nord si coltiva sotto serra. L’altezza può arrivare fino a dieci metri.
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ORIGINI DEL NOME
L’origine del nome bignonia si deve al suo scopritore: l’abate francese Paul Brignon, bibliotecario di Luigi XIV e accademico di Francia.
ESPOSIZIONE E CLIMA
Le piante di bignonia non sono molto resistenti al freddo e gradiscono posizioni molto soleggiate.
TERRENO E CURE COLTURALI
Hanna una buona adattabilità a svariati tipi di terreno, a patto che siano ben drenati e leggeri, da concimare a primavera inoltrata con letame ben maturo. La messa a dimora va fatta a inizio primavera e per il primo inverno si suggerisce di proteggere la pianta con del tessuto non tessuto.
IRRIGAZIONE
Richiedono annaffiature frequenti, da intensificare nella stagione calda. Nonostante ciò, la bignonia regge bene anche a lunghi periodi di siccità, a conferma della sua solidità. In inverno, invece, questa è la classica pianta che va in riposo vegetativo: dunque le annaffiature diventano di fatto inutili.
SEMINA E FIORITURA
La moltiplicazione della bignonia avviene per talea (prelevata in estate) o per germogli radicali. La fioritura va da luglio fino a ottobre.
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COLTIVAZIONE IN VASO
Per coltivare la bignonia in un vaso si parte dalla talea, selezionando un ramo della pianta di consistenza non legnosa e dunque non ancora maturo. Si lasciano un paio di foglie all’apice e poi si posiziona la talea in un vaso con torba e sabbia; si copre la pianta con film plastico per consentire la sua radicazione che di solito avviene entro tre settimane. L’importante è posizionare il vaso in una zona dove la temperatura sia attorno ai 20 gradi. I primi fiori arrivano dopo un paio d’anni dalla messa a dimora.
PROBLEMI E RIMEDI
La bignonia teme lunghi periodi di siccità che possono causare la caduta dei boccioli; si rimedia con frequenti annaffiature o disponendo apposite pacciamature. Talvolta gli apici possono venire attaccati dagli afidi e non sono da sottovalutare il ragnetto rosso e la cocciniglia: in questa caso, intervenire con prodotti specifici. Possibilmente naturali.
TRE FIORI DA COLTIVARE IN GIARDINO:
- Aquilegia: il fiore che ricorda l’orchidea
- Dalia: il fiore preferito per i matrimoni
- Calendula: il fiore che protegge l’orto
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