Non è un problema di pillole o di integratori, quanto uno stile di vita con il quale tendiamo a sentirci dei superman. Si chiama carico mentale. O carico cognitivo. E potremmo partire dalla sua attuale dimensione, ormai esplosa e diventata di sovraccarico. In sintesi: troppe cose nella testa, una sull’altra, affastellate in un puzzle dove i tasselli non quadrano mai. E tutto scivola nel pozzo nero dell’affanno. Affanno sul lavoro, in famiglia, nella vita sociale. Impegni che sentiamo di non riuscire più a gestire e governare, mentre il nostro cervello rischia di andare in tilt. Con enormi sprechi di lucidità, piacere, benessere, qualità della vita. E salute. Gli scienziati continuano a studiare, con sempre maggiori dettagli, gli effetti del mental workload, ovvero il sovraccarico cognitivo che porta, come un vento sciroccoso, nel nostro organismo e nella nostra vita, un senso di malessere, di inadeguatezza. Di non riuscire a farcela. Anche quando non ci sono problemi particolari o emergenze significative che dobbiamo affrontare, ma è solo l’ansia patologica dell’«ora e subito» che peggiora la nostra qualità della vita. E gli stessi rapporti umani, quelli che più contano, tra le persone, comprese chi amiamo.
Alla base di una vera e propria patologia del tempo contemporaneo (prima i ritmi di vita erano molto più bassi, gli impegni minori e le pressioni mentali più facili da gestire), esiste una cosa molto semplice, della quale dovremmo avere una maggiore consapevolezza. Avere troppe cose per la testa, e sommarle con bulimia mentale, è un’operazione destinata al fallimento, in quanto il cervello, anche riuscendo a sforzarsi al massimo, non riuscirà mai a concentrarsi pienamente su due azioni allo stesso tempo. Facciamocene una ragione, e rendiamoci conto che ogni tentativo di forzare una basilare legge della natura significa mettere lo sgambetto all’organismo umano. E cadere sempre nella stessa trappola.
Indice degli argomenti
Come evitare il sovraccarico mentale
Un bravo neuroscienziato mi ha spiegato il meccanismo in modo semplice e chiaro, con un esempio. Non ammettere che il cervello sia incapace di pensare contemporaneamente a più cose, è come illudersi di potere andare in due luoghi diversi, per due appuntamenti diversi, alla stessa ora. Impossibile. E poiché non siamo in grado, e non saremo mai in grado (metteteci anche tutti i progressi dell’intelligenza artificiale, ma la sostanza non cambia e piuttosto difendiamo quella naturale) di svolgere più di un compito per volta, gli effetti pratici, nella vita quotidiana, di un vero e proprio corto circuito mentale, sono una catena di disagi. Sommati ci trascinano alla soglia del malessere continuativo. Immaginate una madre che va a fare la spesa, e viene continuamente sollecitata dalle domande del figlio o del marito che hanno bisogno di qualcosa, e lei si sente obbligata a rispondere. Ora e subito. Che cosa accade? Lei proverà a fare bene tutto e contemporaneamente, ma subirà una pressione sul cervello molto forte e alla fine se proverà a fare i conti, si accorgerà che qualcosa non ha funzionato. O ha dimenticato un acquisto, o non è stata in grado di rispondere in modo completo alle domande che intanto riceveva dai suoi familiari. Un incidente di percorso nella sua giornata e una fonte di stress a rilascio prolungato.
Come recuperare la stanchezza mentale?
Stesso discorso per il bombardamento delle mail. Siamo sollecitati a dare una risposta a una comunicazione di posta elettronica, ma contemporaneamente, e qui entra a gamba tesa gli aspetti delicatissimi dell’uso contemporaneo di più apparecchi elettrici ed elettronici, vogliamo rispondere al telefono oppure gestire la comunicazione di una chat e guardare qualche immagine su Instagram. Qualcosa perdiamo per strada, e in ogni caso il cervello va in tilt e noi arriviamo dritti al capolinea del sovraccarico mentale.
Come ridurre il carico mentale
In questi meccanismi, che ovviamente mettono in gioco le diverse parti e le diversi funzioni del cervello, conta molto l’etimologia per capire bene rischi e contromisure. La concentrazione significa dedicarsi a un centro, e dunque a ciò che stiamo facendo in quel preciso momento. Passare ad altro significa invece distrarsi, e in latino la parola distrahere significa appunto strappare, lacerare. Quindi più sommiamo cose nella nostra testa contemporaneamente più la nostra vita procede per strappi, lacerazioni, anche dolori. Con un latente rammarico, abbinato a frustrazione, intitolato «Devo pensare sempre a tutto». Cosa, tra l’altro, molto spesso assolutamente non vera, ma frutto solo di una nostra ossessione.
Cosa fare quando il cervello è stanco?
Esistono rimedi naturali al cervello in tilt per il sovraccarico mentale e cognitivo? Possiamo evitare i soliti ansiolitici? O la solita visita all’analista? La risposta a queste domande è una sola e uguale in tutti i casi: sì, possiamo. Ed è anche più semplice di ciò che immaginiamo. Se partiamo dalla consapevolezza che il problema esiste e in qualche modo dobbiamo affrontarlo. E a proposito di consapevolezza, è sempre opportuno non dimenticare la premessa basilare di questi ragionamenti nei misteri della nostra mente: il cervello non è multitasking. A fronte di un mondo che, per effetto della rivoluzione tecnologia e delle sue meraviglie, diventa sempre più multitasking, il cervello resta uguale a se stesso nella premessa di essere capace di fare una cosa per volta.
E allora, per farlo funzionare bene, per dare leggerezza, pienezza e sostenibilità alle nostre vite, tanto vale assecondarlo. E non provare a forzarlo come se stessimo tentando di aprire un cassetto, chiuso a doppia mandata, con le mani e senza le chiavi. Per aiutare il cervello a restare in forma, è il caso di mettere all’opera quella parte di noi, diciamo una sorta di assistente-ombra, che ci aiuta ad abbassare le pressioni del sovraccarico cognitivo e mentale. Un io che ci dice: riflettiamo, prendiamo il tempo necessario, facciamo una pausa, pianifichiamo. Pensiamo. E intanto, magari, beviamoci qualcosa per essere più rilassati. Oppure abbandoniamoci a contemplare uno squarcio del Bello che comunque, ovunque, ci circonda. Basta solo cercarlo.
Cervello stanco
Un altro rimedio decisivo, e assolutamente naturale, è smembrare, separare in diversi pezzi, le cose che abbiamo contemporaneamente per la testa. Ridurle sul piano dell’impatto che hanno sul cervello, e renderle così più facili da gestire. Scomporre un’azione complessa è un vero antidoto alla frenesia dell’ora e subito, ed è anche una garanzia che, un pezzo alla volta, il risultato finale possa essere ciò che ci aspettiamo. Immaginate una lista di cose da fare, una separata dall’altra, scritta e con le singole voci spuntate, come si dice in gergo, una volta che abbiamo portato a termine la nostra piccola missione. Un passo dopo passo, senza ansia, senza sovraccarichi mentali e cognitivi, e innanzitutto senza mandare in tilt il nostro cervello.
Sintomi dello stress mentale
Il corpo ci parla sempre, anche a proposito dello stress mentale e del sovraccarico di pensieri che si è andato concentrando nel nostro cervello. E il linguaggio del corpo, anche in questo caso, ci arriva attraverso alcuni segnali. Può essere l’insonnia o la colite, l’emicrania come l’accelerazione del battito cardiaco. Piccoli segnali, per i quali non è necessario preoccuparsi, ma anche fare finta di nulla. La stanchezza mentale, come abbiamo visto, si vince con i gesti più semplici: dal sonno alla selezione delle priorità. Sapendo che non possiamo sempre fare tutto e subito.
Come capire se si è stanchi mentalmente
I segnali più evidenti della stanchezza mentale sono:
- Dolori muscolari
- Accelerazione del battito cardiaco
- Ansia e stress
- Forte emotività
- Irascibilità
- Mancanza di energie
- Senso di spossatezza
- Poca lucidità e mancanza di memoria
- Cerchio alla testa ed emicranie
Quando la stanchezza indica una malattia
Molte malattie si manifestano attraverso il segnale della stanchezza. per esempio:
- Il raffreddore e l’influenza, prima ancora che arrivi la febbre
- Il diabete
- Tutte le malattie polmonari
- L’epatite
- La mononucleosi
- I problemi alla tiroide
- Il Covid-19
- Il tumore
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