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COME DIFENDERE IL VERDE URBANO
Vedere il cantante Francesco De Gregori che fa lo spazzino non è un’immagine da spot discografico. Anzi. E’ la foto di un perfetto testimonial di una campagna che dovremmo fare tutti noi cittadini: quella per difendere la pulizia, il decoro, il verde, in una parola: la vita, delle nostre città. De Gregori, con altri residenti del quartiere Prati a Roma, tutti riuniti in un’associazione di territorio, non si limita a criticare ed a fare le pulci all’amministrazione comunale di turno, un’attività in cui siamo tutti bravissimi. Va oltre. Scende in strada, con la ramazza in mano, e pulisce la sua strada. Per fortuna, non solo a Roma (la capitale più sporca d’Europa), queste iniziative si stanno moltiplicando, e aiutano a dare una sveglia agli amministratori locali ed a isolare i tanti, troppi indifferenti che spesso diventano anche incivili, che fanno parte delle nostre comunità di cittadini.
INIZIATIVE DEI CITTADINI PER TUTELARE IL VERDE URBANO
Il verde in città siamo noi. Abbiamo cento, mille, buoni motivi per lamentarci di come (non) funzionano gli uffici comunali che gestiscono i Servizi pubblici e in particolare le aree destinate agli alberi ed ai giochi per i bambini, ma dobbiamo dirci la verità guardandoci negli occhi: i primi distruttori di questo patrimonio comune, divoratori spreconi di un bene che invece dovremmo coltivare come una reliquia sacra, siamo noi, i cittadini. E spesso utilizziamo la totale incompetenza dei politici come alibi, comodo alibi, per le nostre colpe, individuali e collettive.
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ATTI VANDALICI NEI PARCHI PUBBLICI
Sono i fatti a parlare. A Roma, per esempio, non esiste un quartiere, dico uno, dove i cittadini abbiano imparato a custodire il loro verde. Ovunque spazzatura per terra, residui di arredi in casa, dai mobili alla lavatrice, gomme da masticare e mozziconi di sigarette sui marciapiedi e sotto gli alberi. Domanda elementare: fareste mai qualcosa del genere nelle vostre case? E allora per quale motivo lo facciamo nella casa di tutti, la nostra città? Date uno sguardo a questo video su come i romani trattano il più grande parco urbano della capitale, sto parlando di Villa Dora Pamphili, e avrete la prova matematica di quanto vi sto dicendo.
Roma non è un caso isolato. Nella civilissima Torino soltanto nel 2016 si sono contati 200 episodi di vandalismo nelle circa duecento aere verdi, con i giochi per i bambini, gestite dal comune. Il risultato è stato che la metà del budget comunale per la manutenzione del verde a Torino è stato divorato dall’inciviltà dei cittadini. E poi mancano, ovviamente, i soldi per non fare morire gli alberi, fino a quando si arriva a tagliarli per semplificare la vita dei comuni. A Varese, altra città con una buona tradizione in quanto a senso civico, nell’ultimo anno sono stati fatti fuori 600 alberi, 2 al giorno. Non cogliete in questi dati lo scandalo di uno spreco immenso, dove noi siamo i colpevoli e le vittime allo stesso tempo?
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IL VERDE IN CITTÁ SIAMO NOI
Anche a Milano, dove gli investimenti comunali per creare nuovi spazi verdi non mancano, la spesa ordinaria per i parchi giochi e per riparare dondoli e aiuole riservate ai bambini arriva a 630mila euro ogni anno. Sono soldi preziosi, sottratti alla stessa voce di manutenzione e gestione del verde urbano, sulla quale tutti i comuni sono in affanno. A Roma gli atti vandalici su spazi verdi e aree giochi sono circa 5mila l’anno. Altro che Roma caput mundi, sembra la capitale dei nuovi barbari! E anche il comune di Bologna per fronteggiare il vandalismo urbano ha messo in bilancio, per il 2017, mezzo milione di euro.
Il paradosso, che grida ancora più vendetta, è che milioni di italiani, nelle loro case, fanno l’orto, sistemano il giardino, il balcone, la terrazza. Curano il verde e mostrano il pollice verde. Poi, però, quando si tratta della casa di tutti, la città, cambiano faccia, si trasfigurano, e diventano altre persone. Barbari, appunto. Difendere il verde urbano è ormai il primo dovere di un cittadino fornito di un minimo di senso civico, e siamo noi, gli abitanti, i cittadini, ad essere chiamati in causa come primi custodi del verde pubblico. Senza fare i soliti furbi, all’italiana, che scaricano sugli altri, ovvero sugli amministratori incompetenti, le loro colpe. Dovremmo fare esattamente il contrario di quanto avviene con tanta frequenza: ovvero avanzare, e diventare, magari con associazioni e gruppi di quartiere, i gestori del verde pubblico nelle strade dove abitiamo, ricevendo in cambio una riduzione delle tasse locali. Questo è il futuro di città dove il benessere e la qualità della vita sono priorità condivise. Ed è un futuro che passa per la consapevolezza che il verde siamo noi, e non altri.
(Nell’immagine di copertina: Francesco De Gregori. Fonte: Repubblica)
QUANTO VALE PER LA NOSTRA SALUTE IL VERDE IN CITTÁ:
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