Come fare un orto sinergico

Pacciamatura e niente fertilizzanti. Bancali per aerare il suolo. Lavori esclusivamente a mano. I segreti di un orto molto speciale

come fare un orto sinergico
La natura può fare tutto. E l’uomo, quando coltiva anche un piccolo pezzo di terra, può evitare gli sprechi, a partire da quelli che derivano da un uso eccessivo di fertilizzanti e di acqua. Su questi presupposti, molto studiati in Oriente come in Occidente, si poggia il funzionamento degli orti sinergici.

COME FARE UN ORTO SINERGICO

L’orto sinergico fai-da-te è diventato una vera e propria moda in materia di orti urbani. Si tratta di un orto completamente naturale ideato dalla coltivatrice spagnola Emilia Hazelip che, negli anni ’80, ha recepito gli insegnamenti del microbiologo giapponese Masanobu Fukuoka e li ha adattati al clima mediterraneo.

COME COLTIVARE UN ORTO SINERGICO

Si è sviluppata così un’idea di un’agricoltura sinergica che utilizza solo la pacciamatura, a discapito di qualsiasi tipo di fertilizzante. In pratica, la terra sopra le radici o intorno alle colture è ricoperta di un materiale naturale, come ad esempio la paglia, che ha il compito di isolare termicamente il terreno, proteggendolo da piogge e calore, e di impedire lo sviluppo di piante infestanti, che potrebbero minacciare le colture.

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COME INIZIARE UN ORTO SINERGICO

La prima azione da fare per un orto sinergico è preparare i bancali, cioè le aiuole di terreno rialzato, realizzate con il terreno del luogo, che non andrà più compattato. La funzione dei bancali è l’areazione del suolo. La loro dimensione e forma può variare ma si consiglia di progettarli con una larghezza di 120 cm e con alcune aree di passeggio ogni 4-8 metri di lunghezza. Il terreno si lavorerà esclusivamente a mano, utilizzando vanghe, badili e rastrelli. Se ci sono rovi o radici, bisogna rimuoverli prima di lavorarlo.  L’irrigazione consigliata è con il metodo goccia a goccia, che consente di risparmiare acqua e non sprecarla. Gli impianti vanno sistemati con i tubi fissati al suolo e posti sotto la pacciamatura. I bancali vanno poi sottoposti a pacciamatura, da realizzare con paglia o altri materiali biologici, come foglie, residui vegetali e erba. In ogni caso sempre con materiali biodegradabili. Sul terreno vanno posti anche alcuni tutori, che fungeranno da appoggio per le piante rampicanti.

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REALIZZARE UN ORTO SINERGICO

Per una perfetta sinergia dell’orto, la semina delle piante deve essere programmata per tutto l’anno, con le specie più adatte da coltivare nell’orto per ogni stagione, affinché i bancali siano sempre ricoperti di piante. Devono esserci un minimo di tre tipi di piante alla volta in questi orti urbani, di cui almeno una specie appartenente alle leguminose, e una appartenente alle liliacee, come l’aglio o la cipolla, che devono essere posizionate lungo il perimetro dei bancali. In questa stessa zona, si possono disporre anche le piante aromatiche. Ortaggi come zucchine, melenzane, pomodori e piante leguminose devono essere piantate preferibilmente nella parte piana dei bancali, mentre sulle sponde si semineranno carote, insalate e bietole.

ORTO SINERGICO GIAPPONESE

L’orto sinergico-modello è di impronta giapponese, anche perché la genesi di questo modello di coltivazione naturale risale a Masanobu Fukuoka, celebre agronomo giapponese degli anni Trenta. Nella sua filosofia di principi per un’agricoltura sostenibile, Fukuoka era guidato da un’idea molto semplice quanto potente: la migliore resa di qualsiasi coltivazione nasce da una completa simbiosi tra piante e terreno. Ed esclude l’utilizzo di ogni prodotto chimico.

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come fare un orto sinergico

COME FUNZIONA L’ORTO SINERGICO?

L’orto sinergico funziona, secondo i cicli naturali, come un orologio. Questo significa che, di fatto, si applicano regole semplici, ma rivoluzionarie se pensiamo ai metodi con i quali oggi si coltiva. Non arare né zappare la terra; non concimare; non compattare il suolo; seminare almeno tre piante insieme, diverse tra loro, in modo che scatti la collaborazione naturale. E si accenda il motore dell’orto sinergico.

PACCIAMATURA ORTO SINERGICO

Chi si interessa di agricoltura naturale e metodi di coltivazione con il minore impatto ambientale possibile conosce sicuramente l’importanza della pacciamatura, che altro non è che la copertura del terreno con materiali naturali isolanti come la paglia, le foglie o altre tipologie di materiali più ‘tecnici’. I vantaggi sono molteplici: prima di tutto perché si isola il terreno dal caldo e dal freddo eccessivo, ricreando la condizione ‘naturale’ del terreno. In natura, infatti, il terriccio non è mai nudo, spoglio, esposto alle intemperie, ma sempre ricoperto o di foglie, o di muschio o di altri arbusti.
Pacciamando, poi, si mantiene costante il livello di umidità permettendo così un risparmio di risorse idriche a volte scarse, si limita il compattamento del terriccio dopo la pioggia e si limita la crescita di piante spontanee e infestanti.

Ma il motivo più importante per cui si preferisce pacciamare il terreno è sicuramente la possibilità per il terriccio di ‘fertilizzarsi da sé’, utilizzando le sostanze organiche che lo compongono, e consentendo al ciclo della fertilità di compiersi. Senza questo processo il suolo si impoverirebbe fino a morire.

I materiali più adatti alla pacciamatura, come si diceva, sono elencati dalla stessa Elena Hazelip nel suo libro best seller sull’orto sinergico: paglia, sfalci dei prati secchi, canne spezzettate, foglie (escluse quelle di eucalipto e gli aghi di pino), segatura completamente essiccata, il cartone e la carta, persino quella dei quotidiani tagliata a strisce, sterpaglie e potature, resti di vinificazione, piume d’oca e lana di pecora.

Esiste, infine, anche una pacciamatura che definiamo viva, che consiste nel piantare insieme alle colture, erbe buone che aiutano il terreno e lo arricchiscono, come per esempio il trifoglio.

ORTO SINERGICO INVERNALE

Anche in inverno si può continuare a curare l’orto sinergico, ed è sbagliato preparare il terriccio per poi pacciamarlo senza seminare. Durante la preparazione della terra, infatti, si liberano numerosi nutrienti, si vivifica il terriccio di coltura in modo da permettere alle giovani piantine, o ai semi, di poter crescere forti e robusti.

Non è giusto, quindi, mettere ‘a riposo’ il terreno dell’orto dopo averlo preparato e pacciamato: possiamo ancora piantare o trapiantare piante perenni o di stagione.

Tenere vivi i nostri orti in inverno significa approfittare di una terra che è viva e abitata da moltissimi microrganismi che senza le radici delle piante muoiono, nonostante non si veda all’esterno. Dal 21 dicembre al 21 marzo, per tutta la durata dell’inverno, possiamo mettere a dimora quasi tutte le colture. Tra tutte, ricordiamo il basilico, il cetriolo, la melanzana, il melone il peperone, il pomodoro, il cavolfiore, i broccoli, la cicoria, la cipolla, le rape e il ravanello, la lattuga e il radicchio.

ORTO SINERGICO LIBRI

Il libro più importante sull’orto sinergico, che funziona anche da manuale, è Agricoltura sinergica. Le origini, l’esperienza, la pratica (edizioni Terra Nuova), di Emilia Hazelip, che può essere considerata la madre delle teoria sull’agricoltura sinergica. Un altro libro utile e pratico è L’orto sinergico (edizioni L’età dell’Acquario) di Marina Ferrara. Infine, merita una lettura L’orto senza fatica (Macrolibrarsi) di Ruth Stout.

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