Eredità: il momento di ricordarsi dei poveri

La lezione del testamento della Signora delle caramelle. Lascia il suo patrimonio in beneficienza. E non per una ripicca familiare

come fare un testamento

Non conosco, e forse non li conosce nessuno, i motivi per i quali Dorothy Lofthouse, conosciuta in tutto il mondo come “La Signora delle caramelle” abbia deciso di lasciare il suo patrimonio, tranne qualche spicciolo, ai poveri.  Probabilmente non c’è un giallo da chiarire, né una particolare ripicca alla base di una decisione tanto sorprendente, ma solo altre valutazioni che nel mondo anglosassone sono abbastanza frequenti. E che forse faremmo a bene a prendere in considerazione anche dalle nostre parti.

COME FARE UN TESTAMENTO

La Lofthouse non era un personaggio qualsiasi e fino a 91 anni di età, quando è morta, non ha fatto altro che sorprendere. Da bambina aveva lasciato la scuola a 15 anni, povera e senza alcuna formazione. Era diventata commessa e, anche grazie alla sua spregiudicatezza, aveva sposato il figlio minore del proprietario del negozio. Poi si era separata per risposarsi a 46 anni con il nipote del primo marito, Tony, di 14 anni più giovane di lei. Nel frattempo, Dorothy era diventata ricca, molto ricca. Grazie alle sue caramelle. E mano a mano che l’età avanzava lei iniziava a pensare a un testamento che fosse ispirato all’idea di restituire ai poveri qualcosa della sua enorme fortuna. Di lasciare un segno e non solo un’eredità. E di non sprecare nulla del suo patrimonio.

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LA FORTUNA DI LADY CARAMELLE

La fortuna della Lofthouse negli affari è stata un misto di intuizione e coraggio. Un suo avo, un farmacista di un villaggio di pescatori, nella seconda metà dell’Ottocento aveva creato una caramella fatta di liquirizia, mentolo ed eucalipto per curare il mal di gola dei pescatori impegnati a basse temperature nella caccia al merluzzo. Funzionava. E Dorothy non ha fatto altro che trasformare un prodotto artigianale inventato a Fleetwood, cittadina inglese sul Mare del Nord, in un marchio globale, noto e consumato in tutto il mondo. Le caramelle Fisherman’s Friend, infatti, sono vendute in 120 paesi del mondo e se ne consumano 5 miliardi all’anno.

L’EREDITÀ DI DOROTTHY LOFTHOUSE

Il testamento di Dorothy Lofthouse, almeno per come si presenta, non appare come il frutto di un capriccio o di una ripicca, quanto di una scelta ben ponderata. La donna aveva già creato una Fondazione molto attiva sul territorio e finanziata dalle sue tasche: serviva a costruire ospedali, scuole, e persino stazioni di polizia. Inoltre aiutava famiglie indigenti di Fleetwood. Nel testamento lo schema si ripropone. Alla nuora Linda, moglie dell’unico figlio Duncan, alla guida dell’azienda, sono andati alcuni gioielli. Poi diversi legati per segretarie, giardinieri, dipendenti di lungo corso. E il resto, oltre cinquanta milioni di euro, solo per i poveri.

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IL TESTAMENTO IN ITALIA

La storia che vi ho raccontato è utile per riflettere in un Paese dove abbiamo la tendenza a trasferire la “roba” di generazione in generazione, senza curarci troppo degli altri. Non abbiamo la sensibilità anglosassone di sentire il dovere di restituire, magari già in vita e attraverso una Fondazione o con qualche decisione presa appunto al momento di distribuire l’eredità, a chi è stato meno fortunato di noi. Semmai su testamenti ed eredità siamo specialisti nell’aprire guerre in famiglia. Per carità: non dobbiamo per forza fare come Dorothy, ma almeno allungare lo sguardo e occuparci anche degli altri, oltre che di parenti e amici, non dovrebbe essere difficile.  E dovrebbe essere una buona regola. Tra l’altro la milionaria inglese ha un figlio, Duncan, che non ha ricevuto nulla, ma comunque guida l’azienda. E non lo fa certo gratis e senza azioni. Quindi, deve avere ragionato la donna, tutto ciò basta e avanza per coprirgli le spalle per il futuro. Anche qui la tendenza italiana è molto familistica. Mettere in sicurezza i figli e i nipoti oltre il necessario e il dovuto. Ed esporli a un rischio enorme: mostrarsi poco responsabili e incapaci, sul lavoro e in famiglia.

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