PIZZAAUT
Così Nico Acampora, il papà di Leo, 9 anni, ha deciso di dare avvio a un progetto di raccolta fondi per aprire PizzAut, sostenuto in modo attivo anche da altri genitori, che hanno deciso di puntare tutto sull’avvio di un vero e proprio laboratorio di inclusione sociale, non solo un’attività commerciale.
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COME FUNZIONA PIZZAUT
La caratteristica di questa pizzeria speciale è semplice: cuochi e cuoche, pizzaioli, camerieri e cameriere sono tutti speciali, affetti da quel disturbo di cui spesso si parla a sproposito, senza conoscenza approfondita, per pregiudizi e sentito dire. Il senso dell’operazione di Nico è semplice, ed è proprio quello di sconfiggere il pregiudizio legato all’autismo adulto: i 20 ragazzi interessati dal progetto PizzAut non sono bisognosi di aiuto, semplicemente hanno bisogno di un luogo su misura, che li aiuti a sviluppare competenze e benessere e non li condanni a un isolamento relazionale e lavorativo, che è una problematica che spesso le famiglie degli affetti da autismo vivono sulla propria pelle. La squadra di PizzAut, infatti, è stata scelta seguendo le inclinazioni di ognuno da professionisti come psicologi ed educatori, e il progetto, secondo le idee di Nico e degli altri giocatori, è destinato a diventare un vero e proprio franchising, da esportare.
In una prima fase della sperimentazione, saranno interessati 20 ragazzi speciali tra i 17 e i 24 anni, e dieci tra loro hanno già ricevuto formazione. Alessandro e Matteo, iscritti anche al Campionato Nazionale della Pizza, saranno i pizzaioli. Gabriele sarà responsabile di sala e formerà gli altri ragazzi. Giada, Lorenzo, Francesco e altri lavoreranno al bar o in sala.
Le storie dietro PizzAut sono belle e ricche di umanità, a partire dalla scelta di aprire una pizzeria piuttosto che un qualsiasi altro locale di ristoriazione. La scelta della “pizza” parte proprio dal fatto che una volta alla settimana Nico, sua moglie Giulia e Leo la preparano insieme, in casa. Un modo per mangiare sano e condividere dei momenti felici.
Ma sono tanti gli aneddoti che si possono raccontare durante la formazione dei ragazzi. Nico ne racconta uno in particolare, che ha come protagonista il giovane Alessandro, il pizzaiolo. il maestro pizzaiolo che gli stava spiegando come preparare l’impasto, infatti, gli aveva detto che doveva schiaffeggiare la pasta. A un certo punto, Alessandro si è bloccato di colpo, ricordandosi di giorni precedenti in cui lo stesso maestro gli aveva comunicato di trattare la pizza come una cosa viva. Ha smesso di lavorare, affermando con aria perentoria che “non si schiaffeggiano le cose vive”. Per farlo ricominciare, racconta Nico, hanno dovuto dirgli di “coccolare” l’impasto.
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PIZZAUT RAGAZZI AUTISTICI
Il progetto, in meno di un anno ha raggiunto poco più di 51.000 euro sui 60.000 previsti tramite crowdfunding e altre raccolte fondi da parte dei sostenitori e delle sostenitrici. Per qualche tempo “itinerante” tra varie pizzerie che aprivano le porte all’iniziativa per peremettere ai ragazzi e alle ragazze di fare esperienza, PizzAut ha finalmente trovato una sede: un’area destinata al terziario ex Nokia che è stata riqualificata da un imprenditore a Cassina de’ Pecchi, nel Milanese.
Lo spazio dato dai media a PizzArt è stato enorme ed imprevisto: sono sbarcati addirittura al programma Mediaset “Tu Si Que Vales“, finendo dritti dritti in finale, conquistandosi il favore di sostenitori illustri e un’ampissima fetta di pubblico.
I RAGAZZI DI PIZZAUT
PEPERONAUT
Questi mesi di sensibilizzazione hanno raggiunto anche molti genitori di ragazzi e ragazze autistiche interessati ad esperienze simili. Sono nati progetti come PeperonAut, che prevede l’inclusione lavorativa di ragazzi con autismo che si occuperanno della coltivazione, trasformazione e commercializzazione del peperone di Senise Igp.
INSULTI AI RAGAZZI DI PIZZAAUT
(Immagini di copertina e a corredo del testo tratte dal profilo Facebook di PizzAut)
Per candidare i vostri progetti, seguite le istruzioni fornite qui.
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