Il mio giornalaio, nel quartiere Parioli di Roma, vende piantine di basilico, prezzemolo, mentuccia. Allarga i ricavi in un momento difficile per i consumi editoriali, attira signore benestanti con terrazzi da sistemare secondo il calendario primaverile e giovani che non riducono le passioni alle smanettate su internet: ma innanzitutto il mio edicolante, magari senza saperlo, contribuisce a diffondere un nuovo stile di vita. Semplice ed efficacissimo. Attrezzare un balcone, una finestra, un terrazzo, un giardino, significa tante cose, tutte utili e preziose, e produce un indotto, in termini di benessere, individuale e collettivo. Sommate: migliora l’estetica del luogo, la casa, in condominio, il palazzo, la città; ci avvicina alla natura, ai suoi cicli, ai suoi misteri e anche alle sue sorprese; gratifica il servizio domestico con prodotti naturali, fatti in casa. E ancora, attraverso la cura di un balcone, che non ha bisogno di alcuna teoria ambientalista ma semplicemente di buon senso, si guarda più lontano, si sviluppa la concentrazione e la creatività. In una parola, si vive meglio, con un benessere non alimentato da droghe di consumismo compulsivo ma piuttosto da consumi sani e solidi. Con un balcone si fa crescita economica oltre che nuovi stili di vita. Gli italiani questa passione, in teoria, la posseggono nel dna: uno su quattro, stando alle statistiche, ha il pollice verde. Ma zappettare, piantare, coltivare, è diventata una piacevole fatica rimossa dai ritmi della vita urbana e dallo sfregio, estetico ed etico, che abbiamo fatto delle nostre città. Adesso stiamo voltando pagina. E questa salutare passione ha anche il pregio di costare molto poco e di non richiedere particolari competenze. In 20 centimetri di profondità del terreno, per esempio, si pianta quasi tutto, comprese le carote a radice corta, mentre per una pianta di pomodori basta un vaso di 40 centimetri. Un pacco di semi si paga si paga da 70 centesimi a 1 euro, una piantina da 50 centesimi a 3 euro, per palette e rastrelli bisogna sganciare 6 euro, 4 per un innaffiatoio, mentre un semplice sistema di irrigazione parte da 150 euro. Poca roba. Come è davvero elementare evitare i fertilizzanti e produrre il compost in casa, riciclando il terriccio esaurito e mischiandolo con i rifiuti organici: le piante, con questo materiale, resistono molto meglio. Infine, se volete sognare in grande, fate una visita al sito dell’architetto vietnamita Vo Trong Nghia e scoprirete quali meravigliose ed essenziali case si possono fare con la sola protezione delle piante. O meglio, con la loro compagnia che può solo miglioraci la vita.
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