Come imparare ad ascoltare

Niente aggressività. Anche le regole del galateo sono utili: non interrompere, seguire la conversazione, non mostrarsi annoiato. E spegnere il cellulare. Ascoltare è un esercizio di curiosità

come imparare ad ascoltare

Non sappiamo più ascoltare. Siamo assediati, anche per effetto delle informazioni che arrivano dai dispositivi elettronici, da informazioni e parole. E siamo attizzati dal desiderio, sul filo del narcisismo, di dire la nostra. Fregandocene di ciò che dicono gli altri.

Eppure ascoltare è un’arte, indispensabile per sviluppare buone relazioni umane. E anche per imparare. Sapendo che le proporzioni tra ascolto e assimilazione non sono pari a 1 a 1: secondo gli studi dello psichiatra William Glasser ricordiamo solo il 25 per cento di quanto abbiamo ascoltato. Un quarto. E impariamo il 10 per cento di ciò che leggiamo, il 30 per cento di ciò che vediamo e il 70 per cento di quanto discutiamo con gli altri.

Dunque, imparare ad ascoltare significa ridurre gli sprechi di possibili conoscenze altrimenti disperse: più ascoltiamo, più impariamo. E più abbiamo la possibilità di avvicinarci agli altri.

Ma come si impara ad ascoltare? Quali sono i modi più efficaci? Ecco 10 consigli che vi aiuteranno a non sprecare le parole che altri vi stanno dicendo.

Non pensate subito alla risposta

Non pensare subito alla risposta.  Quando si ascolta serve il silenzio, anche dentro se stessi. E non perdersi nella palude alla risposta preconfezionata a ciò che l’altro, o gli altri, stanno dicendo. Più che alla successiva nostra risposta dobbiamo concentrarci sulle sue\loro affermazioni. E magari aiutarli a chiarirle, incoraggiandoli, con qualche domanda, a renderle più esplicite. La chiarezza aiuta l’ascolto.

Non siate frettolosi nelle conclusioni

No alle conclusioni affrettate. Ascoltare è una ricerca e la conclusione è una possibilità, non una certezza. Non è necessaria forzarla o, peggio, anticiparla, come se l’opinione dell’interlocutore fosse poco determinante. Per non anticipare le conclusioni un buon metodo è cavalcare i dubbi, che, prima o poi, portano sempre alla verità. Senza scorciatoie.

Ascolto attivo

L’ascolto attivo. È quello che funziona meglio, mettendo a proprio agio chi parla. Non abbiamo ansia, non siamo aggressivi, poco sinceri. Siamo pronti a valutare la complessità di un ragionamento ed evitiamo qualsiasi semplificazione eccessiva. Questo si chiama anche ascolto di qualità: empatico, attento, e innanzitutto non giudicante.

E quando ascoltate, attivamente, non distraetevi, per esempio smanettando con lo smartphone.E’ un gesto di cattiva educazione, ma è anche un segnale che siete poco interessati a ciò che dice il vostro interlocutore. E questo non fa certo piacere.

Riconoscere di avere torto

Presupponiamo di avere torto. Un buon punto di partenza per ascoltare con attenzione e recepire i contenuti di ciò che viene detto è rovesciare il paradigma. Presupponiamo quindi di avere torto e lasciamo che sia l’altro ad avere ragione. E non viceversa. A quel punto l’ascolto diventa una sfida da vincere, cambiando la nostra prospettiva. E sapendo che solo gli stupidi non cambiano mai idea.

Ascoltarsi

Ascoltare se stessi. Anche la nostra parte più interiore, quella nascosta agli altri, fa parte dell’ascolto. Chi sta bene con se stesso, riesce poi a comunicare meglio con gli altri. Ed a porsi in una posizione di apertura, di disponibilità. Ideale per ascoltare a fondo.

Gestire le emozioni

Gestire bene le emozioni. Ansia, stress, paura, non aiutano a comprendere e prima ancora ad ascoltare. Ma le emozioni possono essere utili per creare una relazione ed entrare in contatto con chi stiamo ascoltando. Se il cuore batte, e sappiamo tenerlo sotto controllo, ascolteremo tutto e meglio. Se forzate le emozioni, potreste incappare in uno dei modi che più distrugge una conversazione: interrompere una persona mentre parla. Con questo il dialogo si frantuma in mezzi rivoli, e rischiare di andare avanti sommando equivoci e interruzioni.

Galateo

L’utilità del galateo. Esistono regole del galateo che sono molto utili per ascoltare: non interrompere, seguire la conversazione, mostrare interesse, guardare negli occhi, non mostrarsi annoiato, non dare segni di impazienza. E innanzitutto spegnere lo smartphone e qualsiasi apparecchio elettrico o elettronico nelle vicinanze.

Curiosità

Siate curiosi. Ascoltare è anche un importante esercizio di curiosità. Ci sono mondi da scoprire, anche attraverso segnali e concetti marginali. Basta non avere preconcetti e una mente davvero aperta.

Il pregiudizio è la forma più distruttiva di qualsiasi dialogo. Spezza il filo alla radice, e impedisce qualsiasi relazione umana che non sia puramente formale.

Accettare i paradossi

Accettate i paradossi.  Molte persone preferiscono esprimersi attraverso iperbole e paradossi. Non fatevi spaventare. E considerate queste formule come degli esercizi di retorica: magari c’è qualcosa da imparare per quando sarete voi a parlare.

Ironia

L’ironia. Una delle più potenti risorse per esprimere, con calviniana leggerezza, un’opinione, anche dura. E un mezzo altrettanto potente per ascoltare, anche quando le cose che vengono dette non ci sembrano particolarmente interessanti. Andrà sicuramente meglio la prossima volta.

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