Piante durante le vacanze: metodi per innaffiarle

L’antico metodo della bottiglia bucata e rovesciata. E di quella interrata. Gli impianti automatici

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Le piante rischiano molto durante le vacanze, specie quando partiamo e non abbiamo predisposto bene le cose per non fare mancare l’acqua. Eppure, esistono diversi sistemi per garantire regolari annaffiature alle piante; alcuni utilizzano la tecnologia e piccoli impianti automatici; altri invece fanno riferimento a metodi antichi, ma ancora efficaci, come quello della bottiglia bucata.

Prima di partire, bisogna capire quali piante debbano essere innaffiate con costanza e hanno bisogno di cure particolari, e quali no. Quali sopportano i ristagni e quali invece ne sono danneggiate. Se le piante da lasciare sono quelle grasse, non avranno necessità di grosse e frequenti irrigazioni, dato che resistono alla siccità. In ogni caso, prima di andare via, è consigliabile collocare le piante in una zona ombreggiata, oppure fare in modo che i vasi che sono troppo pensanti da spostare, vengano coperti da una tettoia, anche provvisoria. Se la vacanza è di quelle brevi, di massimo 4 giorni, le piante possono ben resistere alla mancanza di irrigazioni quotidiane, sempre che le si annaffi molto prima di andare via. Se la vacanza dura più a lungo, allora è meglio pensare a delle soluzioni più consone, che assicurino alla pianta un apporto assiduo di acqua. Ad esempio, si può versare dell’acqua nel sottovaso, non prima di avervi inserito dell’argilla espansa o dei ciottoli. Poi va versata l’acqua e adagiata la pianta. Quest’ultima, assorbirà la quantità necessaria giorno dopo giorno. Ovviamente, se la vacanza supera i 15 giorni, bisogna trovare degli accorgimenti che siano durevoli nel tempo. Anche rimedi “fai a te” che irrighino consentendo alle piante di bere il più a lungo possibile, se non si ha nessuno che possa occuparsene personalmente.

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Dove mettere le piante quando si va in vacanza

  • Quando si parte per le vacanze, è necessario trovare la giusta collocazione per le piante, indipendentemente dal fatto che siano solitamente messe all’interno o all’esterno della casa.

Se le piante vivono sul balcone, il sole diretto potrebbe danneggiarle, quando non vi sia un’irrigazione frequente. Dunque, meglio spostarle in luoghi più freschi, luminosi ed umidi.

  • Se le piante stanno abitualmente in casa, quando si va via sarebbe meglio raggrupparle tutte in una stanza, per creare un habitat umido (le piante stesse rilasciano umidità) che favorisce la loro sopravvivenza. Anche le riserve idriche dureranno di più, in questo modo. Le serrande, in tale ambiente, vanno lasciate leggermente aperte e le finestre socchiuse. Una bacinella colma d’acqua favorirà l’idratazione.

La bottiglie bucata e rovesciata

Un metodo davvero semplice ed efficace per innaffiare le piante quando si è via per le vacanze, è quello che prevede l’uso della bottiglia rovesciata. Basta procurarsi una bottiglia di plastica, che poi va riempita con l’acqua e forata sul tappo. I fori devono essere piccoli, così da non far uscire troppa acqua tutta insieme. Infine, la bottiglia va posizionata a testa in giù, nel terriccio. L’acqua scende lentamente dai buchetti del tappo. In commercio, esistono anche dei beccucci da inserire sulle bottiglie, elementi che poi, inseriti nel terreno, fanno sgocciolare l’acqua lentamente, mantenendolo umido.

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La bottiglie interrata

La bottiglia oltre che rovesciata può anche essere interrata. Se ne usa sempre una di plastica che però va messa sottoterra. Basta fare dei buchi sul fondo della bottiglia e poi interrarla. I fori non devono essere né troppo grandi, altrimenti l’acqua esce troppo velocemente dalla bottiglia, né toppo piccoli, altrimenti il terreno li ostruisce. Lasciate il tappo sulla bottiglia e questa si vuoterà molto lentamente. Se invece il tappo viene tolto, l’acqua evapora e non si ottiene l’irrigazione desiderata.

Irrigazione con filo o corda

Un altro metodo assai valido per innaffiare le piante quando si parte per un po’ di tempo, è quello del sifone comunicante. Per realizzarlo, dovete riempire un secchio d’acqua ogni due o tre vasi e metterlo ad un’altezza superiore rispetto a questi. Poi, bisogna procurarsi un filo di cotone (o anche una corda) inumidirlo e metterne un’estremità dentro al secchio con l’acqua e l’altra estremità interrata di circa 5 cm, nel vaso. Se il vaso è grande, vanno adoperati più fili da collocare in punti differenti di quest’ultimo.

Acqua complessata

Quando si parla di acqua complessata si intende una soluzione in gel a base di acqua che è resa complessa dalla presenza della cellulosa. Le piante vengono, dunque, grandemente nutrite e idratate, soprattutto quando non le si può innaffiare personalmente. Quest’acqua complessata è composta per il 97% di acqua e garantisce alle piante un ottimo apporto idrico per circa un mese. L’acqua complessata è disponibile in diverse forme ma il suo assorbimento avviene sempre attraverso il degrado a cui è sottoposta grazie ai microorganismi presenti nel terreno. L’acqua complessata è sotto forma di palline gel o anche di dischi di tessuto. Le palline gel sono la soluzione più adoperata. Queste devono essere attivate, secondo le indicazioni riportate sulla confezione, per far sì che agiscano al meglio. L’attivazione avviene mettendole nell’acqua per qualche ora, fino a quando raddoppiano il loro volume. Solo quando avranno assorbito tanta acqua, le perle possono essere inserite nel terriccio, oppure la pianta stessa può essere collocata nel vaso dove le perle sono state messe ad accrescere. Con le perle in gel, l’idratazione può durare anche due mesi.

Gli impianti automatici

Esistono, in commercio, anche diversi impianti di irrigazione per i quali è necessario disporre strutture “a tubi” che arrivino presso tutte le piante. Bisogna, altresì, regolare il timer, impostando sia la durata dell’irrigazione che la frequenza e allestire anche i gocciolatoi che, solitamene, sono uno per pianta. Un elemento fondamentale del sistema automatico è la centralina, posta in corrispondenza del rubinetto, collegato al tubo di portata dell’acqua dell’impianto. La centralina possiede un orologio automatico che va impostato nel giorno, anno e ora dell’installazione dell’impianto. L’impianto di irrigazione automatico può essere di superficie, cioè rotante o oscillante, che manda un getto nebulizzato verso le piante e i fiori, getto che è direzionabile e si presenta lieve o potente, a seconda delle necessità. Vi sono poi gli impianti interrati, con irrigatori nascosti nel terreno, che fuoriescono solo quando devono innaffiare e poi, finita l’operazione, tornano sotto terra. Tal irrigatori sono a turbina, con spruzzo a raffica, per grandi superfici, oppure statici, con spruzzo a ombrello, per superfici più piccole. Anche per tali impianti, esiste una centralina che comanda le operazioni.

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Quanto resistono le piante senza acqua?

Le piante resistono senz’acqua a seconda della tipologia alla quale appartengono, delle condizioni ambientali, (clima, stagione, terreno) e del tipo coltivazione, cioè se sono interrate o coltivate in vaso. Le piante grasse, sono, certamente, tra quelle che resistono più a lungo, perché sono originarie delle zone desertiche e, dunque, abituate alla siccità, I cactus possono resistere senz’acqua anche per tre settimane. Quando la pianta, inoltre, va in riposo vegetativo (spesso in inverno), le irrigazioni vanno diradate fino ad essere sospese anche per quattro settimane. In estate, quando fa molto caldo, le piante vano innaffiate di più. Ma le irrigazioni devono essere costanti anche in inverno, se dovesse piovere poco. L’umidità è un altro fattore essenziale. Quanto più l’ambiente è umido, tanto più le piante resistono senza essere innaffiate. Ovviamente, anche il sole gioca un ruolo decisivo, e nei punti soleggiati le piante, resistono meno se non irrigate di frequente. Quelle esposte a nord, in casa o fuori, resistono anche una settimana. Quelle sul balcone, orientate a sud, sopravvivono, senza irrigazioni, circa quattro giorni.

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Kit per irrigazione

Un buon modo per irrigare le piante anche quando siete in vacanza, e non correre il rischio di ritrovarvi con il terreno asciutto, è quello di procurarsi un kit completo per l’irrigazione. Dove ci siano, per esempio, tutti i pezzi per le annaffiature a goccia, senza sprechi, e regolabili. Trovate diversi kit per irrigazione in questa pagina.

Quando annaffiare le piante

A prescindere dalla tecnica usata, il momento migliore per annaffiare le piante è la mattina presto. In alternativa, se non volete svegliarvi troppo presto, potrete annaffiare le piante dopo il tramonto. Nelle ore più calde della giornata l’acqua può evaporare prima di essere assorbita dalle piante, e a quel punto è come lasciarle a secco. Infine, con le temperature troppo alte e il sole che picchia, annaffiando le piante si rischia di bruciare le foglie.

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