Insegnare ai bambini a dormire da soli

A letto sempre alla stessa ora, e con lo stesso rituale: bagnetto, pigiama e pulizia dei denti. Niente tv per farli addormentare. Largo a storie, racconti della giornata e favole

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Il sonno è la prima medicina dell’uomo. E questa antichissima regola della medicina sostenibile vale in particolare per i bambini. Ma la preoccupazione di farli dormire (laddove, secondo la Società italiana di pediatria, un bambino su quattro non consuma le ore di sonno necessarie alla sua crescita) non deve spingere i genitori a essere ossessivi. O iperprotettivi. I bambini possono imparare a dormire da soli in modo naturale, senza sprecare energie, e con piccoli passi, quasi un rito di iniziazione. Questa autonomia ha un doppio valore. Da un lato garantirà migliori dormite, dall’altro sarà uno dei primi incentivi per il bambino a essere autonomo. Anche dai genitori. Ma vediamo d vicino i consigli più utili per regalare ai bambini la loro autonomia notturna, partendo dal luogo più delicato e controverso: il letto. O meglio, il lettone, visto che spesso genitori e figli, fino a una certa età, dormono insieme. Lettone sì o no? Dormire con mamma e papà fa bene o male ai figli? Su queste domande gli esperti si dividono da tempo, e in ogni caso possiamo arrivare a un compromesso tra le diverse posizioni. Ovvero, evitare cattive abitudini iperprotettive e godersi il piacere di dormire con un figlio, nello stesso letto, ma non oltre i tre anni. Ma come si insegna ai bambini a dormire da soli? Ecco 10 consigli utili.

  • Non aspettate che siano stanchi per metterli a letto. Meglio avviarsi a letto quando è ora.
  • L’orario fisso è una buona abitudine per accompagnare i vostri figli a letto. E li spinge ad addormentarsi da soli.
  • Luci soffuse e una situazione calma e tranquilla in casa. Sono stimoli per un sonno autonomo.
  • Scegliete un rituale al momento di andare a letto. Per esempio la sequenza dei gesti essenziali: l’igiene personale e il bagnetto, il pigiama e lavarsi i denti.
  • Date un oggetto che loro possono carezzare per sentirsi in compagnia. Una bambola, un peluche, un compagno per la notte. Guai a tenere accesa la televisione per farli addormentare.
  • Lasciate una piccola lucina accesa, senza esagerare e solo fino a quando il bambino non si è addormentato.
  • Raccontate la giornata trascorsa nelle parti essenziali. La curiosità incentiva il bambino a non sentirsi né solo né trascurato.
  • Leggete storie e favole. E’ sempre un metodo infallibile per assecondare il sonno e per dare autonomia ai bambini.
  • Augurate la buona notte come segno di vicinanza, gesto di gentilezza e metodo che indica la vostra presenza, anche se non fisica.
  • Ditegli, se fa i capricci, o se vi sembra spaventato di restare solo, che comunque papà e mamma sono nella stanza a fianco. E fatelo.

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I bambini amano sentirsi coccolati, vogliono le attenzioni costanti dei genitori, temono la solitudine, e gradiscono invece di stare al centro delle attenzioni. Tutti buoni motivi per avere poca voglia di dormire da soli. Ma questo stato d’animo diventa patologico dopo una certa età, tanto che non pochi pediatri suggeriscono di fare dormire il bambino da solo il più presto possibile. Se il bambino, già cresciuto, non vuole ancora dormire da solo, allora dovete indagare. Può essere insicuro, soffre di insonnie, è stressato per qualche risultato che non riesce a raggiungere, si sente trascurato. Non pensate di risolvere il problema senza affrontarlo e lasciando tutto come se fosse ancora un neonato. Non esiste una scadenza precisa entro la quale il bambino debba smettere di dormire nel lettone con i genitori. Ma non andate oltre i tre anni. Il co-sleeping ha molti aspetti positivi, entro una certa età: dopo diventa un modo per viziare i bambini, e danneggiare la ricerca della loro autonomia, essenziale per una buona e sana crescita.

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