COME INSEGNARE IL RISPETTO VERSO GLI ALTRI
I ragazzi talvolta sono crudeli, senza neanche esserne troppo consapevoli, ma non per questo la scuola e la famiglia possono fare finta di nulla. Specie di fronte alla violenza nei confronti dei più deboli. Abbiamo troppi genitori che incalzano, insultano e aggrediscono gli insegnanti, e abbiamo bulli e bulletti che spadroneggiano nella nostra scuola. Ma il punto di equilibrio di una punizione severa che però non si trasformi in una gogna eccessiva e controproducente, non è affatto facile da individuare e centrare.
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STUDENTE AGGREDISCE COMPAGNO AUTISTICO
A Palermo, nella scuola Damiani, ci sono riusciti. La storia è semplice e triste da raccontare, allo stesso tempo. Un ragazzino, mettiamo delle iniziali finte per non sbattere nomi sul web e criminalizzarli, F.R., nel clima anarchico della scuola, aggredisce e picchia un compagno autistico.
Un gesto vigliacco, in quanto la vittima non è in grado di difendersi, dai danni potenzialmente incalcolabili, perché per un giovane autistico ogni piccolo gesto di violenza può lasciare segni indelebili. Un gesto che il preside della scuola, Luigi Cona, ha punito in modo originale e secondo noi molto convincente: F.R. invece di essere sospeso dalla scuola per molti giorni o addirittura espulso, dovrà occuparsi, con l’insegnante di sostegno, per 15 giorni di un ragazzo disabile.
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COME INSEGNARE IL RISPETTO A SCUOLA
In questo modo, e senza neanche poter tentare di trasformarsi in una vittima di una punizione troppo severa, F.R. capirà bene che cosa è la diversità, quanta fatica si fa a stare in un gruppo quando ci si sente esclusi, e si renderà conto che la violenza è innanzitutto una forma di cecità, stupida cecità. Nella sua vita entrerà un’esperienza nuova e molto importante, ne potrà trarre diversi vantaggi, scoprendo invece il suo lato più umano, più responsabile. E il piacere di condividere qualcosa con gli altri, a maggior ragione se sono molto diversi da noi. Con questa punizione, ne siamo sicuri, F.R. avrà ottime probabilità di prendere le distanze, in modo netto e irreversibile, da qualsiasi forma di bullismo, grazie a una scelta e non a un’imposizione.
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