Mangiare l’anguria senza sprecare nulla

La polpa è una bomba di vitamine. I semi risvegliano l’intestino. Anche la buccia può servire per squisite ricette. Per non sprecare l’anguria, bisogna riconoscere quando è davvero matura

anguria

Il suo nome originario è Citrullus lanatus, ma tutti la conosciamo semplicemente come l’anguria. Il “frutto dell’albero della sete”, come scriveva il poeta Pablo Neruda che l’amava molto, appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee, la stessa di zucche, zucchine e cetrioli, con i quali l’anguria condivide la forma irregolare. Considerata una bomba di vitamine, innanzitutto potassio e licopene (cioè il carotenoide che tinge di rosso il suo interno), l’anguria è diventata un cibo molto usato dai nutrizionisti e anche dagli esperti in medicina preventiva. Buoni motivi per non sprecarne alcune parte, visto che qualsiasi zona del cocomero può essere utilizzata.

La parte più succulenta e preziosa dell’anguria è la polpa che può essere gustata direttamente a morsi (in questo caso si mangia a fette, o a cubetti, tagliati con un coltello affilato) o utilizzata in preparazioni più complesse e raffinate.

  • Particolarmente fresco e dissetante il gazpacho, dove l’anguria sposa il pomodoro a cui dona una nota dolce e aromatica.
  • L’utilizzo più sorprendente si ha però cuocendola, perché cambia consistenza e sembra quasi un salume o meglio, un prosciutto di anguria. Poi ci sono i semi, ricchi di sali minerali come zinco e potassio e di grassi buoni.
  • I semi dell’anguria si scartano solo da noi: per esempio, in Asia sono addirittura usati come rimedio naturale. Per cosa? Intestino pigro. Quindi non esagerate ma ricordate sempre di tenerli da parte; lavateli bene i eliminando eventuali residui di polpa, asciugateli e conservateli in un contenitore ermetico. Prima di usarli tostateli leggermente. Gustateli interi o frullati, in modo da formare una sorta di burro, e aggiungeteli a salse, frullati e centrifugati.
  • Ricordate che l’anguria è composta per il 95 per cento di acqua e potete centrifugarla con frutta e ortaggi per un succo che idrata e ridona il buonumore, o gustarla anche semplicemente in insalata con feta e olive: ne resterete stregati. Per non disperdere i nutrienti e il prezioso contenuto d’acqua, l’ideale è consumare la polpa naturale, eventualmente accompagnandola con menta, basilico e olio extravergine, che migliora l’assimilazione delle vitamine.
  • Se gusto e consistenza dei semi non vi piacciono, potete sempre farli germogliare: metteteli in uno scolapasta e inumiditeli un paio di volte al giorno finché non spunterà il germoglio alla fine sciacquateli (così facendo si staccherà il tegumento nero). Potete usare i germogli per arricchire le vostre insalate. Quanto alle bucce, qui trovate tre fantastiche ricette per utilizzarle.

Benefici dell’anguria

Il licopene ha una funzione protettiva del cuore e dell’apparato cardiovascolare. Alleandosi con un altro componente dell’anguria, la colina, detta vitamina J, riesce anche a combattere gli stati infiammatori. Ma è nelle diete che l’anguria riesce a esprimere le sue migliori qualità. Idratante e poco calorica, nonostante il suo sapore molto dolce, l’anguria ha un contenuto basso di zuccheri: una porzione, pari a circa 150 grammi di frutto, possiede appena 6-8 grammi di carboidrati. Allo stesso tempo il cocomero ha molta fibra che aiuta a frenare la velocità di assorbimento del glucosio. In conclusione: l’anguria sfama e disseta, ma non fa ingrassare e semmai aiuta a dimagrire.

Come scegliere l’anguria

Per non sbagliare l’acquisto dell’anguria c’è un metodo molto semplice ed efficace: usare il tatto o soltanto lo sguardo. Toccando il frutto con le nocche, devono rimbalzare: se invece arriva un rumore sordo, significa che il cocomero non è ancora maturo al punto giusto. Un altro indicatore tattile è il peso: un’anguria matura ha un peso consistente rispetto alla grandezza, in quanto al suo interno ha tanta polpa succosa. Quanto allo sguardo, ci sono due cose da tenere presente:

  • La superficie dell’anguria deve essere liscia e scorrevole, senza increspature.
  • Controllate che ci siano zone e macchie giallastre o tendenti al marrone: sono indicatori di un frutto maturo. Al contrario, un’anguria dominata esclusivamente dal colore verde, troppo verde, non ha ancora completato il suo ciclo di maturazione.

come scegliere anguria e melone 2

Come si conserva

L’anguria si conserva, anche piuttosto a lungo, all’esterno del frigorifero, in un ambiente fresco e a temperatura ambiente. Ovviamente in queste condizioni va tenuta liscia e integra. Se invece avete iniziato a tagliarla, dovete mangiarla subito e ciò che resta va in frigorifero per essere consumato entro un paio di giorni. L’ideale, specie quando le temperature sono alte, è tagliare l’anguria a fette oppure a cubetti, e metterla in frigorifero qualche ora prima di servirla a tavola. Non fatevi illusioni sulla conservazione dell’anguria: se è stata raccolta acerba, non potrà certo maturare naturalmente durante la conservazione in casa.

Quanta anguria si può mangiare in un giorno?

Considerando le sue caratteristiche di frutto ipocalorico, e con pochi zuccheri, possiamo abbondare con l’anguria. Sapendo che ci aiuta a dissetarci senza il rischio di ingrassare, a differenza di una qualsiasi, micidiale bibita zuccherata. Uno spuntino di anguria ha come dose corretta circa duecento grammi. Esagerando c’è il rischio correlato al fatto che l’anguria, in quantità significative, ha anche un effetto lassativo e può portare al gonfiore addominale.

Chi non può mangiare l’anguria

Esiste solo una categoria di persone che sicuramente devono evitare l’anguria: i diabetici. Chi invece ha problemi di gastrite e colite, deve solo fare un’attenzione: consumare l’anguria non dopo i pasti, ma a digiuno. A colazione la mattina o come spuntino il pomeriggio. Lo stesso discorso riguarda chi ha una digestione complessa: l’anguria, con la sua significativa quantità di acqua, diluisce i succhi gastrici, e quindi ne ostacola il lavoro. Meglio mangiarla lontano dalle ore dei pasti.

C’è una differenza tra cocomero e anguria?

La discussione tra le eventuali differenze tra il cocomero e l’anguria ha diviso per anni non solo gli esperti del settore alimentari, ma persino gli accademici della frutta. Alla fine, si è arrivati a una conclusione condivisa a larghissima maggioranza: cocomero e anguria sono lo stesso frutto. Il primo è il nome del frutto in botanico, il secondo in commercio. Inoltre, al Nord viene chiamato anguria, e al Centro Sud cocomero.

Come utilizzare l’anguria congelata?

L’anguria si può congelare? La risposta è affermativa. E dopo si può mangiare come se fosse fresca? La risposta è negativa. Ma andiamo con ordine. Per utilizzare l’anguria congelata, bisogna partire dal modo con il quale la mettiamo nel freezer. Una volta lavata, sbucciata e dopo avere eliminato i semi, possiamo procedere a tagliarla a pezzi. Non fettine, tanto meno grandi, ma piccoli pezzi. Cubetti da 3 centimetri che inseriamo in un contenitore da freezer e poi congeliamo. A questo punto l’anguria potrà stare nel congelatore anche per un anno, ma quando la tiriamo fuori dobbiamo essere consapevoli che si tratta di una cosa ben diversa da quella che siamo abituati a mangiare fresca. Sarà molliccia, e meno densa sul piano della dolcezza. Ciò significa che per utilizzare l’anguria congelata è preferibile trasformarlo in un ingrediente di base per un frullato, un dolce o un succo.

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