Messa: senza partecipare è inutile

Servono parole e canti. Ma anche attenzione, arrivando puntuali e senza smartphone accesi per rispondere a una telefonata. Come se fossimo a ristorante

come partecipare alla messa

Recentemente ho partecipato a un matrimonio tra una giovane ragazza italiana e un suo coetaneo francese. Per motivi organizzativi eravamo divisi nelle due navate della Chiesa, ma questa disposizione ha fatto emergere una cosa molto curiosa: loro, i francesi, partecipavano alla funzione con molto calore, rispondendo a tutte le frasi del sacerdote quando era previsto e cantando a voce robusta; noi, invece, ascoltavamo in silenzio, tranne qualche sussurro. Una differenza che persino il sacerdote, al termine del matrimonio, ha rimarcato.

COME PARTECIPARE ALLA MESSA

La Messa è il più importante rito liturgico della Chiesa cristiana (cattolica e ortodossa), è il momento in cui chi crede incontra Dio, ma lo fa insieme al celebrante e alla comunità. Non da solo. Dunque la Messa non è un gesto individuale, come una singola preghiera, quanto un atto collettivo, e senza la partecipazione diventa inutile. Si svuota.

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CHE COSA SIGNIFICA PARTECIPARE ALLA MESSA?

Papa Francesco è stato molto esplicito: «Possiamo e dobbiamo chiederci che cos’è la Messa. E la risposta è che si tratta di ricordare il mistero pasquale di Cristo che ci rende partecipi sul peccato e sulla morte e dà significato pieno alla nostra vita». Ancora una volta, come vedete, rimbalza la parola «partecipazione», come elemento centrale della funzione. Partecipare significa ascoltare con attenzione le Scritture, durante la fase liturgica della Messa, fare la comunione nella fase eucaristica, ma innanzitutto rispondere sempre alle sollecitazioni del sacerdote. Non stare muti. E cantare, quando è previsto, anche se siamo stonati: il canto aumenta la concentrazione, la voglia di pregare, il contatto con il Divino.

CHE COSA VUOL DIRE ANDARE A MESSA

Anche andare a Messa, al di là dell’obbligo previsto la domenica e nelle festività, non può ridursi a un’adesione meccanica al rito, a un’abitudine. In Chiesa portiamo le nostre ansie, i dolori, ma anche sogni e desideri: tutto da condividere, attraverso la partecipazione, con gli altri presenti. E con il sacerdote che sarà sempre pronto ad accoglierci con le nostre inquietudini e non soltanto per confessarci.

LA MESSA E IL CORPO

Quando, nel novembre del 2020, la Conferenza Episcopale italiana (Cei) ha presentato le novità della Messa, è stato diffuso un documento nel quale si ricorda che «la Messa ha bisogno di una complessiva e armonica attenzione di tutte le forme di linguaggio previste dalla liturgia: parole e canti, gesti e silenzio, movimenti del corpo, colori delle vesti liturgiche».  Nulla è casuale, e tutto è architettato per favorire al massimo quella partecipazione senza la quale la Messa viene sprecata, anche da parte di chi vi partecipa con le migliori intenzioni. E anche il corpo è coinvolto in questa partecipazione: non a caso vi sono momenti nei quali si sta seduti, in piedi o in ginocchio. Mai sempre nella stessa posizione.

LE DISTRAZIONI IN CHIESA

Una Messa poco partecipata è una Messa distratta. O con tante distrazioni. Da qui piccole, cattive abitudini che si stanno sommando nei comportamenti domenicali. Fedeli che arrivano in ritardo, mentre la liturgia è importante dal momento nel quale il sacerdote entra a quando lascia l’altare. Altri che restano incollati allo smartphone, e arrivano persino ad alzarsi per rispondere a una telefonata, come se fossero al ristorante. In Chiesa non si parla e non si fanno commenti con il vicino: i banchi non vanno scambiati con i tavolini di un bar.

PARADIGMI PREZIOSI PER UNA VITA SERENA

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