Anche il Portogallo, come la Germania, è riuscito a fare un miracolo, arginando in tempo i danni del coronavirus. Con la differenza che, a differenza dei tedeschi, i portoghesi non possono contare su un sistema sanitario pubblico efficace e ben distribuito su tutto il territorio nazionale. Anzi. Per fare un solo esempio, in Portogallo si contano 4,2 posti di terapia intensiva ogni 100mila abitanti, la percentuale più bassa d’Europa.
COME IL PORTOGALLO È RIUSCITO A CONTENERE IL CORONAVIRUS
E allora da dove nasce l’eccezione portoghese? Come si spiega il fenomeno? La partenza era molto incerta, anche considerando la vicinanza con la Spagna dove il contagio è stato molto esteso e fulminante. E invece a fronte di un quinto degli abitanti spagnoli, i portoghesi hanno avuto un decimo dei casi di coronavirus rispetto ai vicini di casa e un tasso di mortalità tre volte più basso.
LEGGI ANCHE: Coronavirus, il modello Germania a confronto con la disorganizzazione all’italiana
MODELLO PORTOGALLO CORONAVIRUS
Lockdown in tempo e senza progressioni. La prima causa che spiega l’eccezione portoghese è la tempestività con la quale si è mosso il governo e l’intera classe politica del paese. L’isolamento è stato completo ed è scattato immediatamente, quando i casi di contagi accertati erano appena 245. In Italia, e peggio ancora in Spagna, invece sì è fatto il contrario. Il lockdown è partito quando i casi erano già dieci volti quelli portoghesi e poi è andato avanti gradualmente, passo dopo passo, per non scontentare nessuno. Ma alla fine i danni sono stati irreparabili.
Una sola voce al comando: il governo. Il premier Antonio Costa, come Angela Merkel, non ha sprecato tempo in conferenze stampa quotidiane e messaggi un giorno utili a rassicurare un altro giorno ispirati all’idea di drammatizzare per conquistare consensi. Ha parlato quanto basta all’opinione pubblica, e ha sempre informato il Parlamento delle sue decisioni.
Nelle sue scelte, rispetto all’Italia, è stato anche avvantaggiato dal fatto di non dovere fare i conti con l’enorme autonomia delle regioni in materia sanitaria. Il Portogallo è uno stato centralista, dove le uniche amministrazioni autonome sono le isole di Madeira e le Azzorre. Non si è visto nulla del teatrino quotidiano che abbiamo ingoiato in Italia dove ogni giorno c’è stato uno scontro tra governo e regioni.
(Photo credit: atnadro/Shutterstock.com)
PERCHÉ IL PORTOGALLO È RIUSCITO A CONTENERE IL CORONAVIRUS
Il senso civico. Durante tutta la fase della quarantena il comportamento dei cittadini portoghesi è stato molto disciplinato. Non è stato necessario ricorrere a un presidio delle strade con polizia, vigili e carabinieri, e le regole sono state rispettate senza grande affanno. Risultato: il 45 per cento dei portoghesi, durante la quarantena, è uscito di casa solo una volta alla settimana.
Il senso dello Stato. Durante tutta la fase dell’emergenza il governo e l’opposizione in Portogallo hanno concordato le scelte più importanti. Anche quando erano delicate e molto sensibili dal punto di vista elettorale. Come questa: il governo portoghese ha concesso un permesso di soggiorno provvisorio a tutti gli immigrati irregolari, per consentire loro di essere assistiti nelle strutture sanitarie. Ed evitare infezioni e contagi fuori controllo. Il giorno 23 aprile, durante un dibattito in Parlamento, Rui Rio, il leader dell’opposizione, si è rivolto a Costa con questa parola: «Le auguro coraggio, nervi di acciaio e buona fortuna. La sua fortuna è la nostra fortuna». A guardare da vicino l’eccezione portoghese, rispetto a Italia e Spagna, balza all’occhio anche un particolare che riguarda tutta l’Europa. Ovunque la politica è forte e responsabile, come nel caso appunto di Germania e Portogallo, le risposte sono più efficaci; al contrario dei paesi dove il quadro politico è più incerto, come Italia e Spagna. Solo una coincidenza?
(Photo credit immagine di copertina: Miguel VPV/Shutterstock.com)
COSA SAPERE SULL’EMERGENZA SANITARIA IN CORSO:
- Coronavirus e bagni al mare, rischi zero. Ci protegge innanzitutto il sale dell’acqua
- Coronavirus, quanto sopravvive nell’aria. E sulla plastica, sul cartone e sull’asfalto
- Caos mascherine, il loro uso è ancora incerto. Intanto prezzi alle stelle, e mancano dove servono
- Coronavirus: in Italia aumenta la violenza contro le donne durante il lockdown
- Coronavirus, per la fase 2 non sprechiamo la rete dei medici di famiglia
- Esperti dappertutto, lo spreco delle task force. E così la politica prova a lavarsi le mani
- Coronavirus, dopo un mese di limitazioni il fiume Po torna ad essere limpido
- Coronavirus, guanti e mascherine vanno sempre tra i rifiuti dell’indifferenziata
- App per tracciare gli spostamenti e limitare i contagi: il piano italiano per frenare il coronavirus
- Coronavirus, come lavare bene le mani in 40 secondi. Se non lo fate così, sprecate solo tempo e sapone
Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
- Iscriviti alla nostra Newsletter cliccando qui;
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite;
- Seguici su Facebook, Instagram e Pinterest.