Come proteggere la placenta

Alimentazione sana e molte camminate. Dormire almeno otto ore a notte. La placenta “femmina” è più resistente del “maschio”

placenta come proteggerla

La placenta è un organo che si forma già nella prima fase della fecondazione: il suo sviluppo è considerato completo tra la 12esima e la 13esima settimana di gestazione, ma può continuare a crescere fino alla 20esima settimana. La placenta è un organo provvisorio, ma fondamentale per tutta una serie di funzioni che svolge.

Cos’è

La placenta è un organo maschile o femminile a seconda del sesso del nascituro: la specie “femmina” è più resistente a infezioni e problemi di salute. Nel corso del suo ciclo vitale, la placenta ha protetto e nutrito l’embrione e il feto. Di fatto, la placenta è un organo di interscambio tra la mamma e il bebè. Ed è molto importante proteggerla fino al termine del parto e alla nascita del bambino. L’espulsione avviene dopo la nascita del bambino.

Come si forma

La placenta inizia a formarsi quando i villi coriali penetrano nell’endometrio, permettendo, in questo modo, – durante la gestazione – che le sostanze nutritive e di scarto, ma anche il passaggio dei gas e la connessione tra embrione e donna siano funzionali.

Con la formazione della placenta, l’embrione viene schermato, come se protetto da una barriera, da proteine estranee o microrganismi indesiderati. Questo organo transitorio è anche coinvolto nel processo di filtraggio e nell’impedire le eventuali reazioni di rigetto dell’embrione da parte dell’organismo che ospita il feto.

Funzioni

Le funzioni più importanti della placenta sono le seguenti:

  • La placenta è il primo biberon che nutre il piccolo attraverso il cordone ombelicale. Va arrivare al suo piccolo corpo vitamine, sali minerali, zuccheri. E innanzitutto l’ossigeno.
  • La placenta è uno scudo che protegge il bambino, non solo da infezioni, ma anche da problemi metabolici legati allo stile di vita della madre. Quando, per esempio la donna, consuma alcol e droghe.
  • Una importante produzione ormonale, preziosa per la mamma e per il bambino, arriva attraverso la placenta.
  • La placenta produce l’ormone lattogeno placentare, con il quale gli zuccheri passano dalla madre al bambino. Soprattutto durante la notte.
  • La placenta produce ormoni estrogeni, estradiolo e estriolo, in enormi quantità, ben cento volte superiori a quelle normali. Questi ormoni vengono poi trasformati dal fegato del feto in un estrogeno esclusivo della gravidanza, l’estetrolo che protegge il seno della mamma.
  • La placenta ha una funzione simile a quella del rene: depura e regola i liquidi corporei del feto.
  • La placenta porta ossigeno al feto e allontana l’anidride carbonica.

Prevenzione

La placenta va protetta con una buona attività di prevenzione, che comprende alimentazione, movimento e sonno.

  • Stili di vita sani aiutano la placenta a funzionare in modo ottimale per tutti i nove mesi della gravidanza:
  • Se il concepimento avviene quando la donna è normo-peso, l’incremento di peso ideale è allora di circa 1 chilo al mese nel primo trimestre, 1 chilo e 200 grammi al mese nel secondo trimestre, 1 chilo e mezzo al mese nel terzo trimestre;
  • Per l’alimentazione è ideale una colazione con frutta, yogurt o latte e cereali,e un cucchiaino di miele o marmellata con fruttosio; alle 11 spremuta di agrumi conpolivitaminico; a pranzo carne o pesce e verdure; alle 17 un frutto; alle 19 preferire cereali e legumi con riso o pasta integrale, per mantenere una buona glicemia nelle ore notturne così da favorire il passaggio di zuccheri da mamma a bambino;
  • Evitare glucosio e saccarosio, se si hanno diabetici in famiglia o si è diabetiche, per ridurre il rischio di diabete gestazionale, che compare cioè in gravidanza e che comporta rischi seri per mamma e bambino;
  • In modo assoluto, occorre evitare di assumere alcol, fumo e droghe;
  • Camminare un’ora al giorno, fino al termine di gravidanza;
  • Dormire otto ore per notte, sempre alla stessa ora: questo aumenta la produzione di melatonina, sia cerebrale sia placentare, benefica sia per la regolazione ormonale di mamma e bambino, sia per la giusta sincronizzazione dei loro bioritmi e degli “orologi” interni.

Come può essere usata dopo il parto

La placenta, in quanto organo di passaggio nell’organismo femminile, con la nascita del neonato termina la sua funzione. Prassi vuole che al momento del parto, venga separata dal feto da una specialista come l’ostetrica.

Sebbene questa sia la modalità preferita e più accreditata anche dalla letteratura medica, esistono pratiche per così dire “di nicchia” che ricorrono ad un tipo di parto conosciuto come “Lotus Birth“. Il parto, in sostanza, avviene allo stesso modo di quello standard. Ma al contrartio di quest’ultimo, con il lotus birth viene conservata la placenta ancora per qualche giorno, collegata con il cordone ombelicale al bambino.

Così, secondo i sostenitori, si porterebbe il bambino nel mondo in modo graduale. Ma come avvertono i medici, non ci sono fondamenti scientifici a riprova di questo e, al contrario, potrebbero crearsi processi infiammatori o condizioni di rischio, anche gravi, per i neonati.

Cordone ombelicale

Il cordone ombelicale collega la placenta al feto, consentendogli di muoversi. Può allungarsi fino a 60 centimetri ed è formato da tre vasi sanguigni: una vena che trasporta il sangue con l’ossigeno  dall’utero al feto tramite la placenta; due arterie che invece trasportano il sangue privo di ossigeno e i rifiuti metabolici della madre. Dopo la nascita del bambino, il cordone ombelicale viene tagliato, e la parte che resta, il moncone, cade spontaneamente dopo 8-10 giorni, lasciando visibile l’ombelico del nascituro.

Sacco amniotico

Il sacco amniotico è una bolla piena di liquido nel quale si muove l’embrione. Il sacco è ricoperto da corion, una pellicola protettiva, il cui strato interno diventerà placenta.  Nel sacco e nel liquido la temperatura è attorno ai 37 gradi, e il volume del liquido aumenta con l’andare avanti della gestazione:  nelle prime 12 settimane, il sacco nel contiene circa 30 ml; arrivati alle settimana numero 17, il liquido è già a 200 ml; dalla settimana 34 alla settimana 36 può raggiungere anche la capienza di un litro.
Il liquido svolge una fondamentale funzione protettiva del feto, che potrà muoversi senza il pericolo di essere danneggiato dagli urti. La rottura del sacco, che in gergo viene definita “rottura delle acque”, avviene di solito all’inizio del travaglio e quindi è opportuno recarsi con urgenza nel luogo dove si è deciso di partorire. 

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