Malattie della tiroide: sintomi, diagnosi e prevenzione

Frequenti variazioni di peso, stanchezza cronica o affaticamento muscolare. Quando e come si infiamma la tiroide

disturbi della tiroide

I disturbi della tiroide sono molteplici e possono manifestarsi con sintomi che ignoriamo, e per una semplice ragione: potrebbero infatti sembrare effetti causati da condizioni normali come stress da lavoro o stanchezza psico-fisica. Le principali malattie della tiroide, che colpiscono le donne ben cinque volte più degli uomini, sono: ipotiroidismo, tiroidite di Hashimoto, ipertiroidismo, gozzo, noduli alla tiroide.

Cod’è la tiroide

La tiroide è una piccola ghiandola, circa 7 centimetri, con una forma che richiama quella di una farfalla. Situata alla base del collo, dinanzi alla laringe, questa ghiandola endocrina è preziosa per l’equilibrio del metabolismo, per regolare la frequenza del battito cardiaco e per il buon funzionamento di altri organi.

Il ruolo primario della ghiandola è quello di produrre ormoni:

  • Tiroxina – T4
  • Triodotironina – T3

Grazie ai quali riesce ad influenzare i processi che avvengono in alcune aree dell’organismo.

In prima linea, gli ormoni assolvono ruoli nevralgici e di supporto per regolare il colesterolo presente nel sangue, la frequenza cardiaca e la vista. Ma anche controllare lo stato psicologico dell’individuo, le condizioni muscolari e la crescita e la rigenerazione di capelli e pelle. Senza dimenticare che nelle donne un disturbo tiroideo può alterare il ciclo mestruale.

Per queste ragioni, la tiroide va protetta con una buona, semplice e naturale prevenzione. A costo zero. Considerando che in caso contrario vi è il rischio di sperimentare disturbi della tiroide, come accade già per circa 6 milioni di persone in Italia.

Le patologie legate alla tiroide costringono i pazienti ad assumere medicinali per l’intero arco della loro vita e talvolta anche a sottoporsi a interventi chirurgici.

disturbi della tiroide
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Sintomi delle malattie alla tiroide

I disturbi della tiroide sono più frequenti nelle donne e ad oggi è evidente come nella maggior parte dei casi si presentino in maniera asintomatica e quindi senza fornire informazioni necessarie al soggetto e al medico competente per comprenderne un’identificazione immediata.

Bisogna considerare che i sintomi associati a queste patologie possono differire a seconda del disturbo che si manifesta. Nello specifico, i seguenti sono segnali da non sottovalutare poiché potrebbero emergere a causa di disfunzioni tiroidee o patologie più preoccupanti.

Diagnosi

Per la diagnosi dei problemi alla tiroide, anche in una fase soltanto iniziale, basta un esame del sangue. Con questa indagine di primo livello si potranno valutare gli ormoni tiroidei (FT3 e FT4) e i livelli di TSH.Successivamente, il medico potrebbe richiedere un approfondimento diagnostico attraverso un’ecografia della toriide. Anche il colesterolo è un indicatore signfiicativo per la tiroide: quando la tiroide funziona poco e male, infatti, c’è difficoltà a perdere peso, nonostante la dieta e l’attività fisica, e aumenta il livello del colesterolo LDL
Le done sono più fragili ed esposte rispetto ai rischi delle malattie della tiroide. E ciò per questioni naturali, anche se il tema viene continuamente approfondito dalla ricerca scientifica e non esistono ancora certezze. Sappiamo che la maggiore esposizione delle donne può dipendere dalla gravidanza e dall’allattamento, quando la tiroide è sottoposta ad un superlvaoro, e la produzione di ormoni tiroidei, nei primi tre mesi di gestazione, cresce di circa il 30-50 per cento per venire incontro al fabbisogno del feto. Un altro momento molto delicato è quello della menopausa, in quanto la riduzione di estrogeni e testosterone incidono sulla funzione tioriidea. Si calcola che la frequenza di ipotiroidismo in mepopausa cresce dall’8 al 10-15 per cento.

Tiroidite

La tiroidite è un’infiammazione della ghiandola tiroidea che può causare delle anomalie nella produzione di ormoni. Quando la presenza di tiroxina – T4 e di triodotironina – T3 nel sangue è più bassa o supera i limiti in quantità, allora possono portare alla manifestazione di disturbi o problemi specifici.
Tra le forme di tiroidite più conosciute abbiamo:
  • Tiroidite di Hashimoto (la più frequente)
  • De Quervain: infiammazione alla tiroide subacuta
  • Infiammazione tiroidea post-partum
  • tiroidite silente o indolore

In aggiunta, le infiammazioni alla tiroide possono anche essere provocate dalla somministrazione di alcuni farmaci o dalle radiazioni, in particolare per le chemioterapie o radioterapie per la cura delle neoplasie. In questi casi, possono interferire con il buon funzionamento della tiroide farmaci come l’interferone, l’amiodarone, il litio e altri medicinali impiegati in medicina nucleare.

Molto più rara è il caso della tiroidite acuta o infettiva, scatenata da un’azione batterica. Sebbene raro, l’episodio, quando si presenta, sorge con sintomi come edema al collo, febbre e dolore alla gola.

La tiroidite, a seconda del suo decorso, può condizionare la quantità di produzione di ormoni tiroidei. Nella maggior parte dei casi, un’infiammazione alla tiroide è un disturbo che porta a ridurre il numero di ormoni tiroidei nel sangue, come nel caso della tiroidite di Hashimoto.
Se il processo infiammatorio non è curato bene e dal primo momento, la tiroide potrebbe subire danni e portare ad uno stadio in cui può insorgere una tiroidite cronica. Con una produzione limitata di ormoni, i sintomi sono simili a quelli dell’ipotiroidismo, ossia fatica, incremento del peso, pelle secca, e anche stati di depressione.
Al contrario, se l’infiammazione è brusca e porta ad un repentino cambio dello stato della tiroide, è possibile sperimentare i sintomi dell’ipertiroidismo e questo è dovuto a causa del danno cellulare ricevuto dalla tiroide. Questo provoca un rilascio di ormoni tiroidei, prima accumulati all’interno della tiroide, che vengono liberati nel sangue con un conseguente aumento dei loro livelli.
Per questa tipologia di disturbo della tiroide, i sintomi più comuni sono agitazione, ansia, insonnia, palpitazioni, perdita di peso.

1. Stitichezza

La stipsi è un sintomo che si sperimenta in presenza di ipotiroidismo. Sebbene come già accennato i disturbi della tiroide siano asintomatici, può accadere che una disfunzione tiroidea come lo è l’ipotiroidismo, possa favorire la stitichezza nel soggetto.

2. Percezione alterata del freddo e del caldo

La ghiandola endocrina in questione svolge un ruolo di regolazione della temperatura all’interno del corpo. Infatti, i soggetti che soffrono di patologie tiroidee possono sperimentare una percezione del freddo eccessiva, come nel caso di ipotiroidismo.

Al contrario, una produzione massiccia di ormoni oltre i limiti, l’ipertiroidismo, può creare condizioni di intolleranza al caldo, sfociando in sudarazioni abbondanti e incontrollate.

3. Stanchezza permanente

I sintomi possono presentarsi in presenza di diversi disturbi della tiroide e riguardano non solo la stanchezza fisica, ma anche mentale.

Una condizione di fatica e spossatezza, continua e persistente, che affligge l’intera sfera psico-fisica del paziente potrebbe essere un segnale da considerare per la diagnosticazione di una patologia tiroidea.

Ma è bene ricordare che stanchezza e spossatezza possono essere sintomi di ben altri disturbi oppure semplicemente di uno stile di vita sregolato. Pertanto, è bene comprendere quali siano le altre sintomatologie associate e lasciare che il medico valuti la casistica.

4. Crampi e affaticamento muscolare

Patologie come l’ipertiroidismo possono portare all’indolenzimento del tessuto muscolare e fin anche a limitarne la piena attività. Associato a fiacchezza e stanchezza, possono presentarsi anche crampi muscolari e quindi nel complesso potrebbe risultare complesso anche svolgere azioni semplici come il salire le scale o spostare una sedia.

5. Variazioni di peso

L’oscillazione del peso è un sintomo da considerare entro certi limiti. La causa di una perdita o un aumento di peso, repentina o più lenta, può dipendere da un enorme numero di fattori che potrebbero anche riguardare altre patologie o condizioni transitorie.

Con questa premessa, è possibile affermare che nei casi di ipotiroidismo, la mancanza di ormoni può favorire l’aumento del peso corporeo. D’altro canto, un’eccessiva produzione di ormoni può stimolare l’effetto opposto, ovvero consumare più energie e quindi favorire la perdita di peso.

6. Irrequietezza

Questo è particolarmente vero quando si è di fronte all’ipertiroidismo. Il soggetto tende ad agire in maniera attiva, talvolta anche troppo, da renderlo anche iperattivo, nervoso o perfino al limite dell’ansioso.

Se la patologia non fosse curata, il paziente potrebbe accumulare stress, nervosismo e fatica psico-fisica oltre i limiti. Nei casi più gravi il soggetto può rischiare l’esaurimento nervoso o qualche forma di disagio psichico.

7. Disagio psicologico

Quando ci si muove in questa sfera è complesso e impossibile generalizzare. Le persone sperimentano il disagio psicologico in forma diversa e a seconda dei fattori scatenanti.

Certo è che in caso di ipotiroidismo, la stanchezza psico-fisica, anche cronica, può abbattere il morale del soggetto, confluendo in una limitazione della attività quotidiane.

La mancanza di vitalità, l’affaticamento costante e persistente, specie sulla mente, possono scatenare depressioni o stati di agitazione e ansia.

Ma in ogni caso, i sintomi descritti potrebbero essere legati a numerose altre problematiche come anche no, per cui è sempre meglio rivolgersi ad un dottore di medicina generale prima di saltare a qualsiasi conclusione.

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Ipotiroidismo congenito

L’ipotiroidismo congenito invece ha sintomi più specifici. In particolare:
  • Ittero
  • Difficoltà respiratorie
  • Ingrossamento della lingua
  • Disturbi della suzione
  • Pianto rauco
  • Costipazione
  • Difficoltà a mantenere posizione seduta e capo eretto
  • Ritardo nello sviluppo osseo

Prevenzione

  • Il primo strumento di difesa della tiroide è rappresentato da una corretta alimentazione. Lo iodio è un minerale che contribuisce allo sviluppo e al buon funzionamento della ghiandola tiroidea e dunque abbondate a tavola con il pesce che ne contiene in significative quantità.  Oltre che nel pesce, lo iodio lo trovate nei molluschi, nel latte e nelle uova.
  • Lo iodio lo possiamo accumulare anche a costo zero, semplicemente andando al mare.  I medici di solito consigliano agli ipotiroidei proprio le vacanze sole-spiaggia-mare. Salvo due piccole precauzioni: evitare le passeggiate sulla battigia e fare il bagno quando lo iodio è presente in maggiore quantità. Cioè al mattino presto, al tramonto e nei giorni di mare mosso.
  • Riducete invece il sale ed eliminate lo zucchero bianco raffinato. Meglio quello di canna e il miele.
  • Altri cibi da ridurre: carne rossa e prodotti con eccessivo glutine. Per chi ha problemi con la tiroide sono da evitare o da mangiare con moderazione i cibi cosiddetti “gozzigeni”: cavoli, broccoli, cavolfiori, rape, ravanelli, miglio, cereali integrali.
  • Cibi da assumere: legumi, cereali, verdure (innanzitutto asparagi e spinaci), frutta (banane e kiwi). Bene anche i tuberi, a partire dalle patate.  Qui scatta un altro elemento utile per la tiroide: il selenio, un antiossidante prezioso per la sintesi degli ormoni tiroidei.
  • Evitate alcol e caffeina. Non aiutano e possono provocare problemi, specie se bevuti con dosi eccessive.
  • Bevete sempre molta acqua nel corso della giornata. E fate attività fisica, specie, per la tiroide, esercizi a corpo libero.  Alla tiroide fanno bene il riposo e le passeggiate.
  • Se i valori delle analisi sono troppo alti, rivolgetevi comunque al medico che vi indicherà i farmaci giusti. Non fate mai ricette e diagnosi fai-da-te.
Le patologie della tiroide sono molto diffuse e riguardano una persona su venti, innanzitutto donne, nel corso della vita. Da qui è bene attrezzarsi con una buona prevenzione.
  • L’esame più importante è il TSH, da eseguire su indicazione del medico e anche con la periodicità indicata dal dottore.
  • L’esame ecografico consente di individuare noduli non visibili e non palpabili.
  • Assumere iodio, nelle corrette proporzioni, la cui carenza è la principale causa dell’ipotiroidismo.
  • Controllate il peso, e cercate di conservarlo regolare rispetto all’altezza e all’età.
  • Un’altra fonte da controllare è l’eventuale, eccessiva perdita di capelli e le unghie deboli.

Se eventuali noduli alla tiroide sono asintomatici e benigni può essere prescritto il solo monitoraggio periodico attraverso specifiche ecografie.

Alcuni studi scientifici dimostrano che, accanto a tanti altri benefici, camminare sia un’attività fisica molto utile anche per proteggere la tiroide. E questo grazie al rilascio degli ormoni tiroidei, che regolano alcuni squilibri e per il fatto che camminando sicuramente risvegliamo la “tiroide pigra”, ovvero fermiamo l’ipotiroidismo. 

Malattie della tiroide e predisposizione familiare

La maggior parte dei carcinomi papillari, che riguardano quindi anche la tiroide, ha un’origine ereditaria, legata alla genetica. Se si ha una predisposizione familiare per le patologie tiroidee, è bene fare una visita endocrinologica  ogni uno-due anni, completata da analisi del sangue specifiche e un’ecografia tiroidea. Le donne, che sono soggette nel corso della vita a fluttuazione ormonali, dovrebbero controllare la tiroide durante il ciclo, in gravidanza e in menopausa.

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