Se non vi è mai capitato, siete davvero fortunati. L’incontro con il narcisista sul lavoro è inevitabile: questo atteggiamento è diventato talmente patologico da avere contaminato tutti gli ambienti professionali. Con un grande spreco di tempo, di qualità della vita e del lavoro, di relazioni tra le persone. L’epidemia, sembrerebbe a buon rendere, visto che i narcisisti sul lavoro vengono premiati: guadagnano meglio e fanno più carriera. E sono tanti: secondo uno studio dell’università di Stanford, in California, realizzato attraverso interviste alla prima fila di dirigenti di 179 aziende, un top manager su cinque ha un disturbo specifico della personalità che rende il suo ego ipertrofico.
Ma intanto attrezziamoci a riconoscerli, attraverso gli specifici connotati del narcisista in versione lavorativa.
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Si mostra incapace di fare squadra
Di fatto è un solista, ma non per esprimere così al meglio il suo talento. Lo è per autoreferenzialità, in qualche modo, come dice un antico adagio “se la suona e se la canta”. Tiene a distanza gli altri, anche i collaboratori più stretti; non li coinvolge nelle decisioni che contano; in qualche modo li teme con una forma di perversa competizione.
Svaluta il lavoro degli altri
In genere chi ha una responsabilità all’interno di un’organizzazione di lavoro, tende sempre a caricare gli altri, a partire dai sottoposti. Cerca di spronarli, li incoraggia quando inciampano, pone obiettivi raggiungibili e graduali. Il narcisista fa il contrario: gonfia il petto, non fa altro che parlare dei suoi meriti e tende sempre a svalutare il lavoro delle altre persone.
L’autostima infinita
Talmente convinto delle proprie capacità, il narcisista sul lavoro mostra un’autostima illimitata. Non ha bisogno di conferme, non sente la necessità di scambiare informazioni, non attira la forza magnetica del dubbio, evita qualsiasi confronto. Semplicemente trasmette e riceve ordini, come un gerarca.
Non ha empatia
L’empatia è una parola che non esiste nel vocabolario del narcisista. Non ne sente alcuna necessità, una persona che guarda il mondo dal proprio ombelico, concentrato soltanto su se stesso, come potrebbe accorgersi dei problemi degli altri? E come potrebbe mostrare un minimo senso di solidarietà, di vicinanza, di condivisione. Anche sotto questo aspetto il narcisista è un solitario, mai spaventato dalla sua aridità.
Provoca disaffezione
Di fronte all’atteggiamento del narcisista, impegnato a parlare continuamente di se stesso e a trascurare gli altri, scattano reazioni a catena: cresce la frustrazione nell’ambiente di lavoro, si alza il tasso di turnover, si tende ad avere un rapporto distaccato, se non respingente, con la propria attività e con i rispettivi superiori. Il narcisista sul lavoro semina vento e raccoglie tempesta.
Narcisisti premiati sul lavoro
Nonostante tanti danni, i narcisisti sul lavoro sembrano essere premiati. Sempre sulla base dei risultati della ricerca americana dell’università di Stanford, fanno più carriera e sono pagati meglio (fino al 33 per cento in più) dei colleghi di pari grado. Come mai? Evidentemente il narcisista piace ai proprietari delle aziende: è sempre disponibile a eseguire gli ordini, pronto a ridurre costi e tagliare il personale, mantiene una disciplina ferrea nelle gerarchie interne. E pazienza se, alla lunga, la leadership del narcisista è condannata a diventare debole e poco efficaci. Siamo nell’era del presentismo e contano i risultati di oggi, non i progetti per domani. Anche nelle aziende.
Come si affronta un narcisista sul lavoro
Andare allo scontro frontale con un narcisista in un ambiente di lavoro è molto rischioso. Ha il coltello dalla parte del manico, la fiducia degli azionisti della società e non è certo disponibile a qualsiasi forma di mediazione. Che fare allora? Le uniche armi da gestire sono due. La prima: molta leggerezza, anche per evitare la deriva dello stalking. La seconda: costruire alleanze larghe con gli altri compagni di lavoro e di sventura.
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