Ormai è battezzata come la zattera o anche l’isola della salvezza. Una gigantesca zattera, con una superficie pari a 20mila campi di calcio (150 chilometri quadrati), che potrebbe dare un aiuto enorme all’ambiente marino nell’Oceano Pacifico e mettere in sicurezza la barriera corallina australiana.
COME SALVARE LE BARRIERE CORALLINE
Sembra un film, tra fantascienza e lieto fine, è invece è una storia vera. Iniziata con l’eruzione sottomarina di un vulcano al largo dell’isola di Tonga: da qui, la natura ha regalato la maxi zattera fatta di pietra vulcanica (in realtà pietra pomice), porosa, resistente, leggera e in grado di galleggiare sull’acqua. Come un’isola magica, che aiuta ad evitare lo spreco marino e raccoglie, come un mezzo di trasporto, organismi marini.
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COME SALVARE LA GRANDE BARRIERA CORALLINA AUSTRALIANA
Due velisti, Michael Haoul e Larissa Brill, hanno avvistato l’isola della salvezza dal loro catamarano, ROAM, durante la navigazione in questa zona dell’Oceano Pacifico, e la scoperta è stata poi confermata dalle immagini dei satelliti.
Ma dove sta il miracolo super sostenibile dei movimenti della maxi zattera? Semplice: si sta lentamente spostando in direzione della Grande barriera corallina australiana, dove arriverà in un arco di tempo previsto attorno ai sette mesi e dove porterà nuovi coralli, alghe e animali marini. Tutti trasportati dall’isola in pietra pomice. Tutti, auguriamoci, in grado di dare una mano nell’area della Grande barriera corallina rispetto ai danni causati dal surriscaldamento climatico.
(Photo credit immagine di copertina: Nasa Earth Observatory)
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