La Sardegna è un piccolo paradiso naturale, con spiagge bianchissime e acqua turchese e cristallina, da depliant pubblicitario. La sabbia dei lidi sardi è a volte finissima, a volte rosa grazie al quarzo o ai pezzetti di corallo, altre ancora,come nella spiaggia di riso, è fatta di mini chicchi minerali che la rendono particolarissima: la tipica sabbia che non sfigura chiusa nelle bottigliette in vetro come souvenir dei viaggi. Un souvenir assolutamente non sostenibile che erode le spiagge e che, in molte zone d’Italia è vietato.
E ove mai pensassimo, in buona fede, che quello dei ladri di sabbia non sia in fondo un problema di cui occuparsi, se avessimo ben chiari i numeri del fenomeno ci ricrederemmo immediatamente: solo nella settimana di Ferragosto sono stati portati via 200 chilogrammi di sabbia nella sola spiaggia di Is Arutas. Insostenibile.
LEGGI ANCHE: Vigili in spiaggia, reclutati con il crowdfunding. Contro gli abusivi e per fermare chi insozza il mare
COME SALVARE LE SPIAGGE DELLA SARDEGNA
In questo contesto appare un gesto di grande senso civico quello di Pina, 58 anni, da più di venti anni volontaria contro il furto di sabbia. La chiamano la poliziotta della sabbia, e il suo “lavoro” si svolge in incognito, senza divise né mostrine.
Durante le sue lunghe passeggiate nelle spiagge del litorale della costa occidentale della Sardegna, infatti, controlla con attenzione che i turisti o gli avventori non prelevino sacchetti o bottigliette di sabbia.
Fa finta di essere una bagnante, e se qualcuno si azzarda a portare via della sabbia, interviene prontamente.
Alcuni, redarguiti, si vergognano e lasciano la sabbia rubata, altri ancora, invece, continuano imperterriti nonostante i divieti e le pene, severissime, che vanno da 1 ai 6 anni di carcere.
PINA CAREDDU SENTINELLA IN SPIAGGIA
Così, Pina Careddu, che quelle spiagge le percorre sin da bambina, si trova costretta a chiamare i vigili, prima, o la Forestale, che solitamente interviene più prontamente perché questa violazione rientra nelle sue piene potenzialità.
Ciò che guida l’operato di Pina non è solo amore per la sua terra, ma anche e soprattutto grande senso civico: alcune delle spiagge che conosceva da piccola non ci sono più, chiuse e depredate dai predoni della sabbia, e la cosa l’ha indignata a tal punto che ha deciso in prima persona di esporsi alla lotta contro la maleducazione, l’arroganza e il vandalismo. Sventando centinaia di furti di sabbia.
PER APPROFONDIRE: Furti di sabbia, fermiamo lo scempio. E adesso c’è il primo pentito (foto)
INCIVILTÀ IN SPIAGGIA
I peggiori, racconta Pina, a volte sono proprio i turisti, giapponesi o tedeschi che siano, ma anche gli stessi italiani, che stentano a rendersi conto dei patrimoni paesaggistici e turistici che abbiamo, e che dovremmo tutelare.
Pina è gentile, ma inflessibile: come con i ladroni di sabbia, così con i suoi figli, prima, e con i suoi nipoti, poi. Non ha mai permesso loro di portare a casa sabbia o sassolini, e a volte le rimproverano di non essere la migliore compagnia per andare in spiaggia. Con lei, una giornata al mare, non è mai rilassante. Per fortuna.
(Immagine in evidenza tratta da corriere.it/Photo credits: corriere.it)
STORIE DI TURISMO INCIVILE:
- Anche Bruges, la”Venezia del Nord” fissa dei paletti per arginare il turismo di massa
- Sindaci disperati contro i turisti incivili e cafoni. Così provano a fermarli. Ma i divieti non bastano
- Troppi turisti, il comune di Cortina D’Ampezzo vieta il bagno nel Lago del Sorapis (foto)
- Everest, i turisti scalatori stanno distruggendo un luogo del mito, trasformandolo nella discarica più alta del mondo (foto)
- Firenze, Venezia, Roma: non sono spiagge libere. Ma città d’arte che i turisti non possono sfregiare
Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
- Iscriviti alla nostra Newsletter cliccando qui;
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite;
- Seguici su Facebook, Instagram e Pinterest.