La Coca Cola del futuro: non più zucchero e packaging sostenibile. Studiata in laboratorio da un team di 85 esperti

Amara in Irlanda, dolcissima in Olanda. La Coca- Cola cambia gusto, e nel suo stabilimento belga produce ogni anno 300 nuovi prodotti per adattarsi ai mercati locali. Viaggio a Bruxelles nel dietro le quinte della cola:tecnologia applicata al cibo, per eliminare zucchero e calorie e avere zero impatto ambientale.

come sarà la nuova coca-cola

COME SARÀ LA NUOVA COCA-COLA

La celebre bottiglietta dalla forma sinuosa con l’etichetta rossa è il marchio più conosciuto al mondo: la ricorda il 94% dei consumatori mondiali, e la parola Coca-Cola è la seconda più cercata sui motori di ricerca dopo la parola ok. Un fascino accresciuto dalla segretezza della ricetta, una formula speciale chiusa in cassaforte in un caveau nel quartier generale di Atlanta. In 131 anni di storia della Coca-Cola Company il segreto non è mai stato rivelato.

Ma dietro il successo di questa bevanda, venduta in tutto il mondo tranne che a Cuba e in Corea del Nord, non c’è solo un sapiente gioco di marketing e di comunicazione che ha reso il simbolo quasi più importante della bevanda, ma soprattutto un laboratorio di ricerca e sviluppo in cui esperti di alimentazione traggono ispirazione dalle nuove tendenze e adattano la bibita gassata ai mercati locali.
Così, ad esempio, accade che la cola sia dolcissima in Olanda, amara in Irlanda e aspra e fruttata in Italia, per venire incontro alle diverse esigenze di gusto.

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COCA-COLA DEL FUTURO

A Bruxelles c’è un centro di eccellenza per la ricerca e lo sviluppo, con numeri così alti da far impallidire i grandi poli della ricerca farmaceutica: 85  tecnologi alimentari di 15 nazionalità diverse che lavorano incessantemente nel dietro le quinte della bevanda più amata al mondo, simbolo della globalizzazione e della diffusione capillare di un marchio, e di un gusto, che la ha resa la regina delle bibite gassate, in grado di arrivare su ogni tavola.

5 mila prototipi lanciati ogni anno, per un totale di 300 nuovi prodotti lanciati ogni anno in 122 paesi.

Come veri e propri trend-setter i nasi e i palati del lab di Bruxelles vanno in cerca delle nuove tendenze del gusto aprendo le porte della sensory room a veri e propri assaggiatori che testano i nuovi prodotti e le nuove ricette create a partire da tutti i gusti e i sapori provenienti da tutto il mondo: per questo, la multinazionale statunitense conta nel suo portfolio prodotti più di 4100 bevande differenti tra aranciate, acque toniche, the, caffè e infusi vegetali.

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COCA-COLA SOSTENIBILITÀ

Ma la domanda resta: dove sta andando la Coca-Cola e come sarà quella del futuro?

In un Europa in cui le polemiche sulle bevande gassate non si placano, in un Occidente ricco e produttivo in cui l’obesità, soprattutto infantile è diventato un vero e proprio allarme sanitario, gli orientamenti prevalenti dei consumatori, soprattutto europei, vanno in direzione di una cola con sempre meno calorie e meno zucchero, che stia attenta a linea e benessere, ma anche e soprattutto alla sostenibilità ambientale.

Ma il processo è lungo e laborioso: togliere lo zucchero rischia di alterare la ricetta, e non basta compensarne la dolcezza. Occorre piuttosto dosare gli ingredienti nel modo giusto o trovare dolcificanti naturali e artificiali che ne mantengano il sapore accattivante e il gusto inalterato.

Il fronte dei temi etici, infine, chiede a gran voce che si riduca l’impatto sull’ambiente della plastica delle bottigliette, responsabile (tra le altre cose)di inquinamento da microplastica e marine litter. Per questo i centri di ricerca di Bruxelles sono al lavoro per produrre confezioni 100% riciclabili entro il 2025. Obiettivo, questo, già raggiunto in Italia, dove le bottiglie sono composte per il 30 per cento di materiale di origine vegetale.

E, in effetti, lo stabilimento di produzione di Nogara, in provincia di Verona, si è conquistato un posto sul podio del premio della sostenibilità ambientale: lo stabilimento veneto, il più grande in Italia di Coca Cola e il primo in Europa per capacità produttiva, utilizza il 100% di energia elettrica proveniente dal generatore presente all’interno del sito che produce energia, calore e acqua refrigerata in quantità tale da rendere lo stabilimento autosufficiente. Inoltre, il sito veronese è praticamente a impatto zero per quanto riguarda la produzione di rifiuti: il 99,6%  vengono recuperati e riciclati.

STORIE DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE:

 

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