Come scegliere un prestito

Confrontate le offerte, e contrattate i costi accessori per farli ridurre. Valutate bene durata e condizioni per un eventuale rimborso. E ricordate che la polizza è facoltativa

scegliere un prestito

In tanti propongo un prestito, e talvolta fanno promesse che, alla prova dei fatti, si dimostrano poco trasparenti. Per il consumatore non è facile proteggersi ed evitare sprechi, che poi sconta nel tempo. Ma esistono delle contromisure, a partire dalle cinque, fondamentali, che indichiamo in questo articolo. Con una premessa: un prestito, per funzionare, deve essere sempre sostenibile, ovvero i vostri calcoli devono essere fatti in modo che siate comunque in grado di reggere l’onere delle rate da rimborsare.

COME SCEGLIERE UN PRESTITO

Quando ci si appresta a richiedere un prestito personale per finanziare un acquisto, una spesa per sè stessi o per la famiglia, bisogna fare un raffronto tra le offerte dei vari istituti finanziari o banche, per valutare quale sia la migliore e la più conveniente. La scelta finale sarà basata sulle finalità a cui giungere col prestito, sulla rata, la durata, le garanzie aggiuntive, il periodo di rimborso e quello relativo al pagamento degli interessi. I prestiti personali hanno un tasso di interesse che è sempre fisso e alcuni prevedono anche la stipula di un’assicurazione, con l’istituto eventualmente prescelto, per coprire il rischio di perdita di impiego e della vita stessa.

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CONFRONTARE LE OFFERTE

Valutando tutte le variabili in gioco, ciascuno potrà scegliere in base alle esigenze da soddisfare e decidere se procedere o meno. Per effettuare tali confronti, bisognerebbe sempre chiedere il modulo europeo “Informazioni europee di base sul credito ai consumatori” chiamato IEBCC, EBIC SECCI. Ottenerlo è un diritto e non è necessario rilasciare all’istituto o alla banca i propri dati personali o reddituali. Oggi è anche possibile calcolare, su piattaforme online, quale somma richiedere come finanziamento e conoscere in anticipo il piano di ammortamento dello stesso, con l’indicazione di tutte le rate nel periodo di durata del prestito, con suddivisone tra quota capitale e quota interessi che devono essere rimborsati.

RIDURRE I COSTI ACCESSORI

Per costi accessori si intendono le spese sostenute dal cliente in aggiunta al costo del servizio finanziario che ha acquistato. Questi sono, ad esempio, le spese d’istruttoria, le assicurazioni, le spese da sostenere in caso di ritardo di pagamenti e altri costi. Le spese di istruttoria si calcolano sul totale del finanziamento e si applicano anche ai mutui. Inizialmente è l’istituto a pagare tali oneri, poi sarà il cliente a rimborsare, spesso in un’unica soluzione aggiungendoli alla prima rata. Alcuni istituiti, invece, scelgono di rateizzare i costi su tutta la durata del prestito. Chi voglia ridurre tali costi, dovrebbe scegliere un prestito online, che va sottoscritto a distanza e rimborsato poi tramite addebito diretto sul conto corrente. In tale modo, come è chiaro, i costi di gestione vengono eliminati in parte o del tutto. Dunque, esistono banche e finanziarie che presentano prestiti online al 100%, privi di spese di istruttoria, costi mensili di gestione della pratica, forniti di rendicontazione periodica gratuita ed esenti dal bollo.

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VALUTARE BENE LA DURATA E L’EVENTUALE RIMBORSO

La durata del prestito è uno egli elementi importanti che vanno valutati affinché si possa effettuare una scelta corretta sui prestiti da fare. Questi sono solitamente a breve termine e possono durare un massimo di 10 anni. Il periodo di rimborso del finanziamento può subire modifiche nel corso del tempo, perché il debitore può anche estinguerlo anticipatamente e rimborsare tutto, riducendo di fatto il periodo di durata del contratto. In caso contrario, il debitore può anche chiedere una rinegoziazione del prestito, modificando i termini del contratto iniziale. Con la rinegoziazione, si può aumentare, ad esempio, il capitale prestato, si modifica il tasso di interesse o si rivedono i tempi del rimborso. Chi sceglie un prestito, deve ben valutare la durata del contratto: dato che se il finanziamento dura molti anni, i costi aumentano, mentre se dura poco, può aumentare il rischio che si possa diventare insolventi. Dunque, il debitore, dovrebbe sempre scegliere la durata che garantisca la rata più sostenibile nel tempo, tenendo conto del capitale prestato e del tasso di interesse.

LE DIFFERENZE TRA TAN E TAEG

Un prestito è costituito da due variabili, TAEG e TAN, il cui valore è fondamentale per conoscere il suo costo totale. Il TAN è il Tasso Annuale Nominale mentre il TAEG è il Tasso Annuale Effettivo Globale d’Interesse. Questi due valori differiscono tra loro in quanto il TAN è il tasso d’interesse puro che viene applicato al finanziamento, cioè è l’interesse annuo calcolato sul prestito, in percentuale su base annua, che viene richiesto dal creditore quando domanda un finanziamento. Il TAEG, invece, definisce il costo totale del prestito e comprende anche alcune spese accessorie allo stesso. Il TAN possiede un effetto diretto sul costo dell’intero finanziamento e sull’importo della rata, quindi è un parametro base adoperato per calcolare anche gli interessi dovuti; il TAEG è solo un indicatore e quindi non si considera per il calcolo del tasso d’interesse.

LA POLIZZA È FACOLTATIVA

Accade spesso che quando si richieda un prestito, ci si senta rispondere che è obbligatorio sottoscrivere anche una polizza vita o danni. In realtà, la legge vieta questo legame tra i due prodotti e afferma che nessun prestito può essere condizionato dalla sottoscrizione di una polizza. Lo ha deciso anche il Tar del Lazio nel 2019, comminando una sanzione per “pratica commerciale scorretta” ad una società che aveva previsto tale legame forzato. Secondo la legge, quando viene offerta una polizza in ragione della richiesta di un finanziamento, l’istituto deve consegnare i preventivi di due assicurazioni con cui non intrattiene accordi commerciali. Il consumatore ha quindi 10 giorni di tempo per cercare un’altra assicurazione che sia eventualmente più conveniente. L’istituto che non faccia questo, ha un atteggiamento scorretto e contro la legge e la cosa può essere segnalata all’Antitrust. Chi sia stato costretto, suo malgrado, a firmare una polizza assicurativa, può recedervi entro 60 giorni dalla sottoscrizione. Se i due mesi sono già trascorsi, il sottoscrittore può inviare un reclamo alla finanziaria e la compagnia deve rispondere entro 60 giorni. Qualora ciò non accadesse, il sottoscrittore può ricorrere all’Arbitro Finanziario, un organismo a cui affidarsi quando esistono contenziosi con la banca o un istituto, circa finanziamenti o altro. Se si ricorre all’Arbitro, i tempi sono più brevi rispetto a quelli del tribunale e i costi sono più contenuti.

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