Si fa presto a dire succo di frutta, specie quando si compra un prodotto industriale. Arancia, ananas, mirtillo, pesca, albicocca: si tende purtroppo, in modo generico, a definire succo di frutta qualsiasi bibita che abbia al suo interno una spremuta, anche non del tutto naturale, di frutta. Ma come si riconosce un buon succo di frutta? Come abbiamo la certezza che non stiamo sprecando soldi e salute? Partiamo dal presupposto che in Europa, dove esiste una normativa molto stringente (per esempio: il succo deve essere ottenuto dalla parte commestibile, matura e sana della frutta), si beve, in media, un succo di frutta al giorno. Poco. Tenendo conto, per esempio, che parliamo di un’alimentazione non solo molto sana, ma anche molto adatta alle donne quando sono a dieta. Una porzione di succo al 100 per cento fatto con la frutta contiene appena il quattro per cento dell’apporto calorico medio di una donna adulta. Ma vediamo adesso come si riconosce la qualità del succo di frutta.
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L’etichetta
Al suo interno, prima degli ingredienti, ci sono tre principali categorie alle quali ciascun succo appartiene. La prima, 100 per cento frutta, significa che il prodotto è senza l’aggiunta di conservanti, zuccheri e aromi. Una combinazione piuttosto rara. Nella seconda, con la scritta Nettare di frutta, la percentuale di frutta scende tra il 25 e il 50 per cento. La terza, Bevanda a base di frutta, indica invece una bibita che contiene solo il 12 per cento di frutta. Per il resto, ci sono aromi, coloranti e conservanti.
Fruttosio
I prodotti estratti da alcuni frutti, come pere e uva, contengono decisamente più zuccheri rispetto a quelli con arancia, mela e ananas. Ma in ogni caso è sempre meglio non eccedere con le quantità: mediamente, una porzione di succo contiene tra i 15 e i 30 grammi di zuccheri, e non è poco. Tra l’altro, ogni frutto ha una percentuale più che abbondante di acqua (fino a oltre l’80 per cento) e poi zuccheri naturali.
Pastorizzazione
Per legge tutti i succhi di frutta confezionati vengono poi sottoposti al processo di pastorizzazione (come accade per il latte), che garantisce la sicurezza del prodotto. Questo trattamento però, provoca anche la distruzione di buona parte delle vitamine e dei sali minerali.
Pascalizzazione
Si tratta di una nuova tecnica, differente dalla classica pastorizzazione, che utilizza solo forti pressioni a freddo per eliminare batteri dal prodotto. Questa tecnica permette ai succhi di frutta e verdura di mantenere colori e aromi e di conservare i benefici delle vitamine e degli antiossidanti.
I succhi fatti in casa
Solo così potete assicurarvi davvero di assumere una bevanda ricca di proprietà benefiche. Se decidete comunque di acquistare un succo di frutta, è meglio scegliere quelli realizzati con il 100 per cento di frutta. Poi è importante che non siano aggiunti zuccheri né edulcoranti o coloranti. Secondo i nutrizionisti, infine, è sempre consigliabile prediligere i succhi di frutta biologici.
Quanto zucchero deve avere un succo di frutta
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