Come scrivere un buon curriculum vitae

Uno strumento sempre più utile per trovare lavoro. Anche online. Mai scrivere bugie, e attenzione alla grammatica

come scrivere un buon curriculum vitae

Scrivere un buon curriculum vitae vuol dire fare un passo decisivo verso la ricerca di un’occupazione. Il cv è un biglietto da visita, fondamentale per accedere al mercato del lavoro e quindi da non sprecare, che permette a chi lo prepara di mostrare tutte le proprie competenze ad un futuro datore di lavoro. L’importante è inserire le informazioni giuste, che diano un’immagine esaustiva del candidato e sappiano convogliarlo verso la giusta direzione nella ricerca del lavoro desiderato. Oggi, i recruiter richiedono sempre più spesso il cv in formato europeo che è un tipo standard di cv in cui tutte le informazioni vengono disposte in maniera chiara ed ordinata, così da risultare di facile comprensione. Sul web però, è possibile trovare anche tanti modelli di curriculum online, semplici da compilare.

Informazioni personali

Il cv deve possedere, innanzitutto, i dati personali di colui che lo redige, ai quali possono essere aggiunti i link alle pagine personali, ai profili Linkedin, Facebook e ad altri social che possano costruire un’immagine completa del candidato. Si può inserire anche l’email personale, meglio se composta da un nome ed un cognome e non da parole di difficile comprensione. Di solito viene inserita anche una fotografia che però non è obbligatoria, ma che, se c’è, deve essere professionale. Oltre alle informazioni prettamente personali, vanno indicati gli studi svolti, affinché i datori di lavoro potenziali possano capire se prendere in considerazione o meno i soggetti da valutare. Nell’elencare gli studi, i corsi post laurea e le esperienze scolastiche varie, bisogna evitare lungaggini ed essere quanto più possibile brevi e chiari. Chi scrive un curriculum vitae per la prima volta e non ha ancora maturato nessuna esperienza lavorativa, si limiterà ad esporre i titoli di studio e gli eventuali percorsi scolastici svolti in patria e all’estero, così come specificherà i voti di diploma, di laurea e di dottorati. Chi, invece, ha già esperienze lavorative pregresse ma, per le ragioni più disparate, sta cercando una nuova occupazione, dovrà enumerare le tappe del proprio iter lavorativo, specificando anche il nome delle aziende o delle imprese presso le quali ha prestato servizio, indicando le date di inizio e fine dei relativi periodi di attività. Ovviamente, vanno scritte anche le mansioni ricoperte e le competenze che sono state maturare grazie ai lavori precedenti. Il cv va aggiornato se si maturano nuove conoscenze o esperienze lavorative.

Punti di forza

Quando si scrive un cv bisogna essere subito chiari su quali sono le aspettative, i propri punti di forza e gli obiettivi che si desidera raggiungere. La cosa importante è non amplificare le competenze e le proprie caratteristiche positive, perché i selezionatori potrebbero restare perplessi nel leggere certe esagerazioni. Attirare l’attenzione su di sé è un bene ma è necessario farlo senza troppa enfasi e soprattutto indicando solo cose reali, dato che poi, in base al cv, si potrebbe ricevere la chiamata per un colloquio e sottoposti a domande alle quali è bene dare risposte sincere. Tutti hanno anche punti deboli, la perfezione non esiste ed è importante che questo traspaia insieme alle competenze e ai titoli accademici.

Struttura a piramide

Le esperienze vanno ordinate non tanto in senso cronologico, ma piuttosto seguendo l’ordine dell’importanza rispetto alla posizione per la quale ci si candida. Prima i progetti ai quali si è lavorato, le persone che (eventualmente) sono state formate e coordinate. Se il cv parte da un neolaureato, la successione è questa: gli studi, gli eventuali lavori fatti e le competenze linguistiche e informatiche.

Cosa mettere in evidenza

In un cv ben scritto non bisogna mai dire falsità. Gli eventuali periodi di inattività, dovuti ad esempio a percorsi di studio o ad altre ragioni personali, devono essere motivati e supportati da dati reali, che potrebbero essere poi chiesti in fase di colloquio. Un cv deve essere chiaro, corretto grammaticalmente, facile da leggere insomma. La creatività è un fattore importante nella stesura dello stesso, con colori, font particolari, dimensioni varie del carattere ma, anche nella forma, è bandita l’esagerazione. Gli elenchi puntati e numerati e il grassetto sono sempre ben accetti quando bisogna sottolineare certe informazioni. Chi legge il cv deve farlo velocemente, senza intoppi che possano stancare e far perdere interesse. La cosa importante è non scrivere un cv troppo lungo: quello ottimale non supera le 3 pagine. Il cv, infine, deve essere personalizzato, quindi non può esser adoperato per tutti i tipi di proposte ma diversificato in relazione all’offerta di lavoro. I recruiter apprezzano molto le candidature mirate, perché riescono a cogliere immediatamente le competenze e a considerare se un candidato possa essere o meno in linea con la posizione lavorativa disponibile.

Lo stile

Lo stile è fondamentale per scrivere un CV, in modo che abbia un effetto su chi lo legge. Lo stile non deve essere freddo, impersonale, povero di idee e di spunti e ricco di luoghi comuni. È bene anche non essere generici, mostrare un aspetto specifico della propria personalità e del percorso fatto finora. Un altro fattore importante nello stile è non essere troppo lunghi, prolissi e dispersivi. La sintesi fa sempre una buona impressione su chi sta cercando una persona per offrirgli una posizione di lavoro.

Quando si prepara un cv è opportuno ricordarsi che non serve direttamente ad avere un posto, ma a suscitare la curiosità del recruiter, in modo che possa invitare il candidato a un colloquio.

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