Come si coltiva l’Imenocallide

I fiori bianchi e profumati sono chiamati “gigli sacri degli incas”. La pianta vuole il caldo, ma non la luce diretta del sole. Si può coltivare anche in casa, specie d’inverno

IMENOCALLIDE

Imenocallide

L’imenocallide, conosciuta anche come ismene, è un genere che comprende circa 70-80 specie di piante con fiori bianchi, profumati, raccolti in ombrelle, che sbocciano nella prima parte dell’estate o, in serra, anche nella tarda primavera. I fiori, chiamati “gigli sacri degli Incas” nei paesi in cui sbocciano spontanei, a partire dai luoghi di origine della pianta (America centrale e meridionale) hanno una forma caratteristica, con una sorta di corona più o meno pronunciata come nei narcisi e, attorno a questa, sei petali sottili. La specie più diffusa in Italia è l’Hymenocallis Littoralis.

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Come si colativa

La cosa più importante da tenere presente nella coltivazione dell’imenocallide è la distanza tra le piante: almeno 20-30 centimetri. E questo per evitare che entrino in competizione per l’acqua e per le sostanze nutritive.

Esposizione e clima

L’imenocallide non è difficile da coltivare e da far fiorire. Questo fiore esige però un ambiente caldo e asciutto ed è molto sensibile al gelo. Posizionare in luogo molto luminoso, ma non alla luce diretta del sole. L’esposizione ideale prevede che la luce naturale filtri attraverso le foglie, in modo da non bruciarle.

Terreno e cure colturali

Si adatta a qualsiasi tipo di terreno, purché molto ben drenato. Somministrare un concime minerale liquido, ogni 3 settimane, da quando le foglie sono alte 10 centimetri al termine del ciclo, quando le foglie cominciano a seccare.

Irrigazione

Mantenere il terreno umido in estate, ridurre la quantità d’acqua man mano che diminuisce la temperatura.

Semina e fioritura

La piantagione dei bulbi si effettua in aprile-maggio; si può anticipare a gennaio per la coltivazione in serra e la fioritura precoce. Quest’ultima avviene da aprile a giugno in serra; quella all’aperto, invece, da giugno ad agosto.

Coltivazione in vaso

Il vaso per l’imenocallide deve essere capiente, con un terreno argilloso e sabbioso, per offrire alla pianta il giusto mix di umidità e di aereazione. Se avete fatto il trapianto della piantina, annaffiatela in modo abbondante fino a quando non si sia stabilizzata. Evitando comunque che si formi del dannoso marciume. I vasi ideali per l’imenocallide sono in ceramica o in terracotta (sono quelli che assicurano un migliore movimento dell’aria attorno alle radici della pianta), forniti sempre dei fori necessari per il drenaggio dell’acqua.

Coltivazione in casa

Poiché la temperatura ideale per la crescita e la fioritura dell’imenocallide è attorno ai 20 gradi, mentre la pianta è a rischio quando la temperatura arriva attorno allo zero, in inverno è preferibile spostare l’imenocallide in casa, al caldo. Senza esagerare. La pianta deve essere collocata davanti a una finestra esposta a sud, in modo che riceva per alcune ore la luce solare. E non può stare vicino a termosifoni, caldaie, camini e condizionatori: tutti luoghi che determinano una certa, nociva secchezza dell’aria. Se la pianta soffre per la bassa temperatura, le foglie possono diventare gradualmente di colore marrone e nero, il preludio all’appassimento e alla caduta dell’imenocallide.

Problemi e rimedi

L’imenocallide non è vittima di particolari malattie o parassiti, ma può essere soggetta a marciumi dovuti a eccessiva umidità. In tal caso lasciare che il terreno si asciughi e diradare le annaffiature. L’imenocallide, invece, dimostra una straordinaria resistenza alla cocciniglia.

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