Il riso nero è ricco di qualità, anche grazie all’alto concentrato di proteine, vitamine e minerali che possiede. Ma per assicurarsi questi benefici, la cottura diventa fondamentale. E uno studio dei ricercatori dell’Università del Piemonte orientale, pubblicato su Food Research International, ha i fissato i due metodi che consentono di avere i migliori risultati per il nostro benessere: uno tradizionale, l’altro molto innovativo. Il primo si riferisce alla classica cottura del risotto, che consente di mantenere il più alto contenuto di polifenoli antiossidanti: il 63 per cento rispetto al riso crudo. Questo risultato sarebbe collegato alla tostatura del riso, che crea una barriera protettiva a vantaggio dei polifenoli. Il secondo metodo è la cottura innovativa, sottovuoto, a 89 gradi, che, come nel primo caso, protegge la potenza dei polifenoli e allo stesso tempo aumenta le fibre del 29 per cento.
Ricordiamo che il riso nero, oltre a essere un cibo ideale per chi soffre di celiachia o di diabete di tipo 2 (non contiene glutine e ha pochi zuccheri), è un antinfiammatorio naturale, depura il fegato, combatte la stitichezza e migliora la digestione.
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