Non sprecare come filosofia di vita

Dall'introduzione al libro "Non sprecare" (Einaudi) del direttore Antonio Galdo: scelte consapevoli, a partire dall'uso dei mezzi pubblici, verso una nuova felicità, che passa proprio per un miglioramento dei luoghi della nostra convivenza

come uscire dalla crisi non sprecare come filosofia di vita

Non sprecare come filosofia di vita – Quando ho scritto Non sprecare, anno di grazia 2007, il mondo non era ancora sottosopra per la crisi, e anzi noi occidentali, americani ed europei, eravamo ipnotizzati da un finto stato di grazia: continuavamo a vivere, da circa trent’anni, al di sopra delle nostre possibilità. Dal 2008, quando il virus incubato nell’America sotto shock per il fallimento della banca d’affari Lehman Brothers si è andato poi espandendo, con un effetto contagio nell’intero pianeta, l’elettrocardiogramma del mondo sottosopra ha iniziato ad avere continui sbalzi del tracciato, salvo una sola costante: se non si riducono gli sprechi, pubblici e privati, materiali e immateriali, l’uomo è condannato a una forma di autodistruzione.

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Come uscire dalla crisi, una scelta responsabile – Non sprecare è un sinonimo di risparmio, certo. Perché significa ridurre spese inutili, non gettare il cibo nella spazzatura, spegnere le luci in casa quando non servono, non aprire i rubinetti dell’acqua a volontà, amministrare i soldi pubblici senza dimenticare mai la funzione che si ricopre e il bene comune che si tutela. Ma Non sprecare è anche, e forse innanzitutto, la scelta responsabile di nuovi stili di vita che alimentano, concretamente, una nuova crescita economica. Sana, equilibrata, sostenibile. E non drogata.

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Spinta vitale dal basso – Prendiamo l’esempio dell’automobile, simbolo di grandi conquiste del Novecento, libertà e benessere, poi trasformate in una forma di prigionia di massa, con milioni di uomini intrappolati nel traffico e nello smog, alla guida delle loro autovetture divoratrici di benzina, cioè petrolio inquinante, e inutilmente superaccessoriate. Ridurre il superfluo a quattro ruote, attraverso la semplice modifica di cattive abitudini, non si traduce nella morte dell’industria automobilistica e dunque in un danno per l’intera economia. Al contrario, si tratta di una spinta vitale, dal basso, per costringere i grandi gruppi del settore a innovare modelli e prodotti, in funzione di nuove esigenze dei consumatori che hanno il diritto di risparmiare (benzina, assicurazione, parcheggi) e il dovere di dare un contributo concreto al cambiamento per vivere in città con un’aria più respirabile. Non è crescita, questa?

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Migliorare il trasporto pubblicoMassicci investimenti in mezzi, autobus e tram, e reti, metropolitane pesanti e leggere, coperte e scoperte, creano di fatto crescita economica perché alimentano fatturati e occupazione. Un passo avanti alla ricerca di un benessere che non è solo Pil in aumento o ricavi che tornano a brillare, ma si traduce nella scoperta di una nuova felicità, perché no, che passa proprio per un miglioramento dei luoghi della nostra convivenza, città o servizi pubblici che siano.

Dall’introduzione della nuova edizione tascabile del libro “Non Sprecare” di Antonio Galdo

il formato in Ebook

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