Come vivere zen: cinque cose per riuscirci

Fare meno cose, e una alla volta. Tra i benefici dello Zen: abbassa stress e tensioni, e migliora la postura e la respirazione. Un libro imperdibile di racconti a fumetti

come si fa a vivere zen

ZEN

La parola Zen è la pronuncia giapponese del carattere cinese “Chan” che, a sua vola, traduce il termine sanscrito “Dhyana”, definizione di “visione” o anche come meditazione. Infatti Zen non è né una religione né una filosofia ma, potremmo dire, un modo di stare la mondo che si traduce in contemplazione, meditazione, presenza, discriminazione e risveglio.

COME VIVERE ZEN

Con lo Zen, che può essere praticato minuto dopo minuto nel corso della nostra giornata, s’intende la capacità di trovare un senso di pace e di equilibrio dentro sè stessi. La pratica “Dhyana” era molto adoperata nel buddhismo, nell’induismo e nel iainismo per il raggiungimento dell’Illuminazione, cioè la purezza mentale perfetta, il ricongiungimento a Dio e l’apertura del terzo occhio (situato sulla fronte, che è “guru interiore”, la parte saggia, quella da cui hanno origine idee, presagi e intuito).

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CHE COSA È LO ZEN

Lo Zen è una vera e propria forma mentale, dipendente solo dalla nostra intuizione. Uno stato dello spirito che ha il compito di riportare l’essere al suo vero “io”, allontanandolo dalle cose effimere della vita e dagli atteggiamenti che comportano l’isolamento dalla realtà. Un atteggiamento modernissimo, laddove le nostre vite sono schiacciate dalla frenesia, dai danni di un eterno presente e di una corsa stressante che ci ha fatto perdere la dimensione del tempo.

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COME SI FA A VIVERE ZEN?

Per vivere Zen bisogna semplicemente fare alcune cose essenziali, e introdurle nei nostri stili di vita. Eccone cinque che valgono per tutte:

  • Fare una cosa alla volta, senza affannarsi e senza accavallare gli sforzi della mente e del corpo. Non siamo nati per essere multitasking, e anche il cervello è programmato per fare una cosa alla volta. Con calma, con metodo, con consapevolezza: una volta portata a termine, si può passare alla cosa successiva.
  • Fare di meno. Ridurre le cose che non sono necessarie e rappresentano così uno spreco della nostra energia. Ma anche avere uno spazio per noi, di meditazione e di riflessione, tra una cosa e l’altra.
  • Bisogna essere semplici nella vita, e sobri. Anche quando gli impegni sono pesanti. Un’aulica leggerezza ci aiuta a portarli a termine nei tempi giusti e senza forzature controproducenti.
  • Quando puoi, e hai tempo per farlo, chiudi gli occhi e respira profondamente. Migliorerai la respirazione ma innanzitutto non sprecherai un minuto della tua vita per meditare e stare con te stesso.
  • Nella vita ogni cosa ha il suo spazio. Se sto camminando, per esempio, è inutile parlare con lo smartphone, ne perdo tutto il beneficio. Stessa cosa a tavola: il piacere del cibo e della conversazione sfuma se interrotto dal trillo e dalle distrazioni delle nostre protesi elettroniche.

Tante sono le pratiche di mediazione Zen che aiutano la persona a padroneggiare l’attività mentale per arrivare ad una completa accettazione di sé, a concentrarsi sul “qui ed ora”, in uno stato di profonda quiete interiore. Secondo lo Zen, bisogna superare l’attaccamento al mondo materiale e giungere così alla verità assoluta, quella sperimentata dal Buddha e chiamata anche “illuminazione”. Lo Zen pratica l’astrazione affinché ci si possa guardare anche da una diversa prospettiva, nella quale non esistono più il senso di sicurezza e le certezze: in tal modo ci si mette in discussione come esseri umani.

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DOVE NASCE LO ZEN

Lo Zen nacque nel VII secolo in Cina, durante la dinastia T’ang, risalente al Buddha Shakyamuni, il quale raggiunse l’illuminazione nel VI secolo, in India. La meditazione Zazen è la pratica più adoperata per avvicinarsi alla verità. Per Zazen s’intende la posizione che il Buddha Shakyamuni assunse quando giunse all’illuminazione, cioè la seduto a gambe incrociate. La pratica Zazen nacque in India, dove, a causa del caldo torrido, i pensatori iniziarono a meditare sotto grossi alberi la cui chioma forniva ombra. Meditare in piedi, però era stancante e anche stare seduti non risultava agevole, perché si era indotti ad dormire. Dunque, restare con le gambe incociate era comodo e favoriva anche la concentrazione. In Zazen è assai importante armonizzare corpo, respiro e mente. La respirazione connette l’essere umano alla propria energia vitale e scioglie ogni tormento.

La storia del Buddha Shakyamuni è stata tramandata per secoli ed è giunta in Cina grazie ad un monaco di nome Bodhidharma che diffuse anche molte pratiche meditative individuate col termine cinese “Ch’an”. Da allora in poi, lo Zen si diffuse in molti paesi asiatici e arrivò fino all’estremo Oriente. La meditazione Zen nacque poi nelle scuole giapponesi nel XIII secolo e insegna, ancora oggi, ai discepoli a liberare la mente dai pensieri negativi e da tutti i pregiudizi che la tengono zavorrata alla terra, per raggiungere la pace interiore. Solo così si perviene ad uno stato d’armonia col mondo circostante.

A COSA SERVE LO ZEN

La mediazione Zen conduce l’uomo verso la conoscenza della sua natura più intima, grazie al rilassamento del corpo e della mente. Ciò porta alla riscoperta di un equilibrio psicofisico che conduce ad un livello sempre maggiore di consapevolezza la quale combatte gli stati d’ansia e lo stress, regalando al corpo un senso di benessere. I pensieri inutili abbandonano la mente così come le paure e gli ostacoli della vita quotidiana. Questo tipo di meditazione, facile da eseguire a tutte le età, si fonda sul controllo della respirazione e della postura, e viene aiutata anche dall’ascolto di musica rilassante. Lo Zen apporta tanti benefici psicofisici, dato che potenzia la capacità di attenzione, migliora le relazioni sociali, promuove l’empatia e fa sentire meno soli. Anche a livello fisiologo, si possono constatare numerosi benefici, poiché la pratica Zen possiede una forte azione antiinfiammatoria e comporta l’abbassamento della pressione arteriosa. Chi medita, rischia meno di ammalarsi di patologie cardiovascolari e di ipertensione. La meditazione Zen è un buon rimedio per contrastare i rutilanti ritmi della vita che attanagliano gli esseri umani.

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COME SI DIVENTA MAESTRO ZEN

Chi desidera diventare un maestro di meditazione, deve sicuramente aver sedimentato dentro sè stesso la pratica meditativa e deve averne tratto dei benefici nella sua vita quotidiana; deve, insomma, aver raggiunto quell’equilibrio tra mente e corpo che conduce ad uno stato generale di benessere. E questo benessere deve esser così radicato da far nascere in una persona, l’esigenza di volerlo trasmettere agli altri, affinché anche questi possano perseguire gli stessi obiettivi e percorrere la via che porta alla consapevolezza. Per insegnare, bisogna possedere una motivazione autentica e paura. L’illuminazione non è condizione necessaria per educare alla meditazione, poiché un buon maestro non deve aver raggiunto per forza un livello elevato di raccoglimento, quanto piuttosto aver coltivato delle solide esperienze in ambito meditativo ed essersi egli stesso formato in un percorso “ad hoc”. La gioia della pratica in prima persona è assolutamente imprescindibile se si vuole in segnare al prossimo. Chi insegna, è appassionato della materia, la studia continuamente e condivide con gli altri questa gioia.

STORIE ZEN A FUMETTI

Chi voglia addentrarsi nella bellezza della pratica Zen e comprenderla meglio, può farlo leggendo il bellissimo libro Storie Zen a fumetti (Edizioni Il Punto d’Incontro) del disegnatore Luca Borriero, che in questa sua opera, così originale e affascinante, con la giusta dose di leggerezza e simpatia mischiate ai colori e alla china, conduce il lettore tra le storie Zen più belle, coinvolgendolo attraverso dialoghi intensi e rappresentativi. Un viaggio carico di perle di saggezza che valicano il tempo e lo spazio, perché sono simboli di saggezza eterna, tramandata da secoli, da maestri a discepoli. Luca Borriero, attratto dalla ricerca spirituale, pratica egli stesso mediazione e yoga e grazie al fumetto, che è linguaggio universale, porta al grande pubblico una sapienza antichissima che smette di essere di nicchia e diventa patrimonio di tutti. Padre di due figli, nel 2019 Luca Borriero ha dato vita a www.ilblogdipapa.it, che racconta storie di vita familiare abbinate a disegni e fumetti.

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