Mai come in questo momento sentiamo un deficit di competenza. È inutile parlarne se lo riferiamo alla classe politica: sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Ma la scarsa competenza, e un approccio sbagliato nei confronti della conoscenza delle cose, è diventato quasi un tratto somatico di un’intera classe dirigente.
COMPETENZA
Nello voci così dissonanti che ascoltiamo, ormai da mesi, da parte di esperti e scienziati sul Covid 19 c’è un limite che potremmo definire l’illusione della competenza. Una vera distorsione cognitiva, un modo per sopravvalutarsi e per esprime un illusorio senso di superiorità. Con il condimento del solito narcisismo che i teatrini televisivi aiutano ad alimentare.
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ILLUSIONE DELLA COMPETENZA
Due psicologi della Cornell university, David Dunning e Justin Kruger, hanno studiato a fondo il fenomeno dell’illusione della competenza, cercando di capire perché alcune persone siano convinte di avere una competenza su una specifica materia molto più elevata di quanto poi sia nei fatti.
L’errore, in realtà, non è casuale. E si spiega già con la radice etimologica della parola competenza, che deriva dal latino competere: dunque questa idoneità a trattare e risolvere alcune materie (vedi coronavirus) può sconfinare in una sfida verso gli altri, in un mettersi sul piedistallo e sentirsi superiori. Da qui lo spreco anche di una possibile conoscenza della materia che si possiede.
ESSERE COMPETENTI
Leo Longanesi, maestro di umorismo, fulminava gli atteggiamenti di chi si sopravvaluta con queste parole: «Non capisce, ma non capisce con grande autorità e competenza». Da un’altra ricerca è emerso che l’80 per cento degli automobilisti si ritiene al di sopra della media, per competenza e capacità di guida. La statistica non regge sul piano dei numeri e della logica e spiega i motivi per i quali ancora oggi, con gli enormi passi avanti che abbiamo fatto nella sicurezza stradale, ci siano tanti incidenti, spesso mortali.
Già, perché gli incompetenti, o meglio: le vittime-carnefici dell’illusione della competenza, hanno due caratteristiche che condividono. Entrambe assai pericolose. In primo luogo fanno scelte sbagliate, commettono errori che poi sono altri a pagare, anche ingiustamente. E poi diventano, con arroganza, incapaci di accorgersi dei loro sbagli, difendono a spada tratta qualsiasi scelta fatta. Anche quando sono messi spalle al muro, di fronte alle conseguenze del loro atteggiamento. Non accettano la realtà. Ancora una volta vale la pena prendere in esame la sequenza di convinzioni che i nostri esperti di coronavirus hanno recitato, talvolta con grande senso di superiorità. Quando le loro affermazioni si sono dimostrate palesemente sbagliate, nessuno ha pensato di fare un minimo di autocritica, di chiedere scusa, di ripensarci. Al contrario, tutti hanno continuato a difendere i propri errori.
IMPORTANZA DELLA COMPETENZA
Come possiamo evitare la trappola dell’illusione della competenza? Purtroppo non è una questione di intelligenza. Anzi. Sono proprio le persone meno stupide che possono ritrovarsi esposte al rischio di sopravvalutarsi e di saperne sempre più degli altri. Serve altro.
E in particolare una buona dose degli ingredienti naturali della vita lieve, quella che piace a noi di Non sprecare. Umiltà e semplicità (ne abbiamo parlato qui) e capacità di non essere innamorati delle proprie convinzioni, ma di coltivare una sana voglia di dubitare.
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